Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo del 18 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mt 23,1-12

Data:

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Vangelo di Matteo โ€“ Mt 23,1-12

Dicono e non fanno.

In quel tempo, Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
ยซSulla cattedra di Mosรจ si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; si compiacciono dei posti dโ€™onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati โ€œrabbรฌโ€ dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare โ€œrabbรฌโ€, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate โ€œpadreโ€ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare โ€œguideโ€, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi รจ piรน grande, sarร  vostro servo; chi invece si esalterร , sarร  umiliato e chi si umilierร  sarร  esaltatoยป.

Parola del Signore.

Fanno cosรฌ gli scribi e i farisei che si sono seduti sulla cattedra di Mosรจ, immaginando di averne ricevuto lโ€™autorevolezza: impongono alle persone fardelli pesanti che loro non toccano nemmeno con un dito. Sanno, e sanno di sapere, pensano di essere diventati improvvisamente sapienti in conseguenza al loro ruolo.

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Non รจ cosรฌ e Gesรน, spesso, lo fa notare. Non basta atteggiarsi a maestri o a cristiani di lungo corso per essere credibili. E, agli occhi di Dio, siamo tutti, sempre, neofiti alle prime armi, apprendisti credenti.

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Ecco allora un criterio da accogliere in questa giornata: aspettiamoci dagli altri solo ciรฒ che noi per primi siamo disposti a fare o ci impegniamo a vivere. Non giudichiamo chi ci sta accanto in base a regole o a norme che, alla fine, noi per primi non riusciamo a rispettare.

Siamo tutti fratelli, dice il Signore, siamo tutti mendicanti, tutti discepoli e uno solo รจ il nostro Maestro. Cosรฌ รจ il Regno, cosรฌ dovrebbe diventare la Chiesa, che del Regno รจ caparra e profezia, pagina pubblicitaria e speranza di rinascita.

Un luogo in cui non ci sono capi o persone che decidono al posto degli altri, ma fratelli e sorelle collaboratori della gioia gli uni degli altri. Poi, certo, ci sono fratelli e sorelle cui viene riconosciuta la capacitร  dellโ€™insegnamento e del discernimento e che diventano padri e madri nella fede.

O altri cui viene conferito il ministero, cioรจ il servizio, di presiedere ad una comunitร โ€ฆ Ma, al di lร  delle parole, quello che conta รจ la sostanza: nella Chiesa non si dovrebbero ripetere gli errori che Gesรน fa notare riguardo agli scribi e ai farisei e ai dottori della Legge.

Nella comunitร  siamo credibili solo se noi per primi portiamo il peso che chiediamo agli altri di portare. Siamo credibili solo se desideriamo vivere quanto diciamo.

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Solo nella veritร  e nellโ€™umiltร  (che รจ la concretezza di ciรฒ che sono) e nellโ€™autenticitร  possiamo essere credenti credibili nel nostro modo di raccontare Cristo!

+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++

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