Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Marzo 2023

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La preghiera che il fariseo recita in cuor suo al cospetto di Dio è sincera e descrive il vero. Il fariseo è una bella persona, si impegna a rispettare tutte le norme della Torà, anzi le interpreta in senso rigorista: se i contadini erano tenuti a versare la decima parte dei raccolti al tempio, lui, che contadino non è, le versa anche sulle spezie e sulle tisane e su ogni suo bene. Se la Torà prescriveva il digiuno due volte all’anno, lui lo pratica due volte alla settimana.

È incredibile, più devoto di Dio, vive in maniera restrittiva e ascetica la sua fede, è un passionale divorato dall’amore per Dio e la sua Legge… Solo che, alla fine della sua preghiera, invece di fermarsi, invece di ringraziare Dio per i suoi doni, invece di guardare a lui, centro e motore di ogni vita, si paragona agli altri che non sono devoti come lui.

Anzi, per non restare nel vago, si paragona a quel pubblicano che ha osato entrare nel tempio a far finta di pregare. Lui, l’esattore delle tasse, un pubblico peccatore non sa che dire e chiede solo pietà. Non ha argomentazioni, non ha elenchi di virtù da ostentare: sa bene che è un ladro, un collaborazionista, che accetta monete romane con l’effige dell’imperatore, violando il divieto biblico di rappresentazione. È un peccatore, non cerca scuse, non minimizza. Allora non resta che chiedere pietà, compassione, clemenza.

E Gesù commenta, senza accusare il fariseo, o umiliarlo, senza glorificare il pubblicano o proporlo come modello: il peccatore, col cuore svuotato, ha fatto spazio a Dio; il fariseo, colmo della sua santa immagine di sé, ha il cuore troppo ingombro perché Dio possa davvero entrarvi. Ammettere il nostro peccato, che non è il nostro limite, ma è una scelta consapevole verso la parte oscura che ci abita, significa constatare che, a volte, abbiamo il cuore scarico e vuoto perché abbiamo dilapidato l’eredità del Padre, ed è il primo fondamentale passo per incontrare Dio.

Solo prendendo coscienza del vuoto che ci abita possiamo fare spazio a Dio.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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