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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 11, 28-30

Siamo amati. Sono amato. A prescindere. La storia dell’umanità, a saperla leggere, a volerla vedere, è una straordinaria epifania d’amore. Un amore che proviene da Dio e a lui conduce.

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Un Dio amorevole che ci ha creati liberi, che ci osserva come fa un padre/una madre mentre vede il proprio figlio muovere, tentennando, i primi passi. Un Dio felice che mi vuole felice, che non ce l’ha con me, che non è invidioso del mio cammino, che non batte i pugni sul tavolo.

Discreto, celato, Dio ci ha donato tutte le possibilità per crescere, per fiorire, per amare. E vede, osserva. Il Dio svelato dalla Scrittura non è distratto, insofferente, sbadato; conosce, sa, interviene con discrezione. Gesù vede la nostra stanchezza esistenziale, vede quanto ci è difficile vivere, vede quanta sofferenza, inutile al più, incontriamo sulla nostra strada.

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E ci viene incontro offrendoci un modo di affrontare le giornate: imitare lui, prendere su di noi il lieve giogo dell’amare. Amare perché ci scopriamo amati. Amare perché ne siamo capaci. In lui. Sì, Signore, siamo stanchi.

Stanchi della stortura di questo mondo, stanchi dell’essere umano che non impara, stanchi dell’ingiustizia e della violenza che a volte contribuiamo a far crescere… Stanchi anche dei lati oscuri del nostro carattere, e della nostra incoerenza, e del nostro vittimismo.

E oppressi, certo. Dalla situazione che stenta a evolversi, da rapporti familiari tossici, dai nostri sensi di colpa, dai giri di testa… Stanchi e oppressi anche se, ad essere sinceri, non abbiamo veramente di che lamentarci.

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Guardando le tante vittime della guerra, i profughi, coloro che fuggono e sfidano la morte perché oppressi da regimi dittatoriali. E tu, ancora una volta, ci dici: venite e me. Tu sei il nostro riposo, tu sei la nostra liberazione, tu sei la nostra speranza. Ma non ti carichiamo delle cose che possiamo fare noi, no, non sarebbe giusto.

Riposàti e liberi, grazie a te, cambieremo il mondo. A partire da oggi. A partire da me.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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