Se amate quelli che vi amano che cosa fare di straordinario? Quando leggo pagine come queste prima mi irrito e vorrei strapparle, vorrei costruirmi un Vangelo più soft, potabile, passabile, ragionevole, leggero…
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Giugno 2024” su Spreaker.Poi rileggo e scoppio a ridere. Ma quanto mi prendi per il naso Signore! Quanto hai ragione? Quanto demolisci le mie ansie di santità! Eccomi messo all’angolo, ecco smontate tutte le mie presunte qualità cristiane, ecco smascherata la mia pochezza.
Ci prendiamo troppo sul serio, pensiamo di avere fatto passi da gigante nella vita interiore e di conoscenza dei misteri divini, salvo poi ridurre la fede a una sorta di buon senso innocuo e tiepido. Gesù alza il tiro, provoca, sfida: perché non imitare Dio?
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Hai ragione Signore: mi professo tuo discepolo, ti amo, ti seguo, desidero con tutto il mio cuore vivere il tuo Vangelo. Eppure, come tutti, finisco col salutare quanti mi salutano e amare quanti mi amano… Se l’incontro con il Signore non segna, almeno un poco la nostra vita, cosa serve essere cristiani? Dove ci conduce? In cosa consiste la differenza cristiana?
Ci troviamo fra parrocchiani, o, meglio, fra i parrocchiani con cui andiamo maggiormente d’accordo, e pensiamo di essere, se non meglio, non peggio di quelli che, fuori dalle mura della parrocchia, non credono. Macché, il Signore, sorridendo, alza l’asticella. Sono chiamato ad amare come lui mi ama: tutti. E senza misura.
Perché non imitare Dio? Perché non prendere esempio da Lui che fa piovere anche sui malvagi, che non divide il mondo in buoni e cattivi? Perché non osare di più? Non si tratta di compiere uno sforzo eroico ma di lasciare che la vita divina in noi lentamente contagi la nostra vita, il nostro sguardo, le nostre scelte.
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Lasciare che l’amore che abbiamo scoperto in noi colmi il nostro cuore (ma prima va svuotato!) e poi tracimi per arrivare a tutti, anche a coloro che non sopportiamo. Un amore che non è servo della simpatia o dell’antipatia ma che è dono di Dio, un amore teologico, consolante, compassionevole.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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