Hanno sentito parlare di un guaritore prodigioso. E la sua fama ha superato i confini della Galilea: c’è chi giura di averlo visto ridonare la vita ad un cieco, e rialzare un paralitico. E raccontano quanto dice di Dio, parlano delle sue parole che accarezzano, scuotono senza offendere, rianimano. E di come parli di Dio come se lo conoscesse, come se lo vedesse faccia a faccia.
Allora partono, seguono una speranza, come facciamo noi, quando, sofferenti, abbiamo sentito parlare bene di un medico e siamo capaci di attraversare l’Italia per farci visitare. E il desiderio di guarigione, di pace, di felicità, di salvezza è così forte che si gettano su di lui, letteralmente, anche solo per sfiorarlo. Si lascia toccare, il Signore, si lascia abbracciare, ancora oggi.
Gettiamo in lui ogni nostra preoccupazione, affidiamogli ogni nostro cruccio, ogni nostro pensiero, ogni preoccupazione. Abbiamo camminato tanto per raggiungerlo ma è qui, se lo vogliamo. E teniamo pronta una barca per il Signore, affinché non lo schiaccino gli ammalati, gettandoglisi addosso.
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Una barca anche piccola, come era quella di Pietro e Andrea, una barca che gli permetta di distanziarsi qualche metro da riva e continuare a predicare. Ci spaventa, la malattia, ci inquieta, ci obbliga a interrogarci sul senso della nostra vita, chiaramente esplicita il nostro limite.
E allora ci gettiamo addosso a Dio, lo preghiamo, lo supplichiamo, lo insultiamo, ci arrabbiamo. E Dio prende le distanze, si discosta un pochettino da noi e sarebbe bene per noi fare altrettanto, porre una distanza che ci aiuti a capire cosa è bene fare per la nostra vita.
Non sempre la guarigione è la soluzione, azzarda il Vangelo, e Gesù non è il maghetto di turno che guarisce tutti. Possiamo offrire al Signore la barca della nostra vita e la Chiesa, la grande barca che attraversa l’inquieto mare della Storia.
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La barca della Chiesa ha il difficile compito di lasciare Cristo nella dimensione dell’oggettività, senza cedere alla tentazione della semplificazione, presentandolo come una specie di guaritore miracoloso…
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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