HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 17 Maggio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 21, 15-19

L’ultimo capitolo dell’ultimo vangelo racconta dell’ultimo gesto d’amore di Gesù nei confronti del primo degli apostoli che, ancora segnato dalla sua fragilità, non riesce ad accodarsi alla gioia degli altri discepoli.

Così, dopo la pesca miracolosa, Gesù risorto, che è venuto appositamente per salvare Pietro, lo prende da parte. È apparso per salvare Pietro dal suo sconforto. Pietro che ancora non si è perdonato di averlo rinnegato.

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Pietro che non si è lasciato contagiare dallo splendore della resurrezione. E parla d’amore, il Signore, perché sa che l’amore del cuore di Pietro è immenso. Lo incalza con garbo, gli chiede di osare, di aprirsi. Ma Pietro non riesce: bruciano troppo le ferite, come potrebbe ancora fare altisonanti proclami d’amore? Mi ami? Gli chiede.

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Ti voglio bene, gli risponde Pietro, ormai consapevole della sua incoerenza. Mi ami? Insiste il Signore. Ti voglio bene ribatte, con un filo di voce, Pietro. Mi vuoi bene? chiede, infine, il risorto. E Pietro si scioglie: tu sai.

Tu sai, Maestro, quanto ti amo. Tu sai, mi conosci più di quanto io stesso conosca me stesso. Tu sai quanto sono capace di slanci ma anche di rallentamenti e di grandi fatiche. Tu sai. Quello che posso fare è lasciarmi amare, mettermi oggi alla scuola della tua Parola per imparare ad amare con l’amore che ho sperimentato e vissuto.

Tu sai tutto, sai che ti amo. È sempre Dio che si adatta, lui che abbassa l’asticella. Pietro gli apre il cuore: cosa potrebbe mai dirgli dopo quello che è successo? Cosa promettere? Come osare? Sorride, ora, il Signore. Risposta giusta, questa volta.

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Pietro, che ora sa cosa significa il fallimento, è pronto per accogliere i fratelli e le sorelle senza giudicarli. Così, ancora, fa il Signore con noi, con me, con te: ci raggiunge alla fine di ogni nostra notte, ci aspetta alla fine di ogni disfatta, di ogni dolore, di ogni sbaglio.

Al termine di ogni fallimento, quando cadiamo dall’altro, consapevoli del nostro limite. Tu sai tutto, Signore, tu conosci chi sono, cosa sono. Tu sai che, nonostante tutto, io ti amo.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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