Dettiamo le condizioni a Dio, continuamente. Ovviamente. È lui che deve dimostrare di esistere e di essere come ce lo hanno raccontato. Si sbrighi, faccia qualche bel segno, un miracolo, magari ascolti – infine! – le nostre richieste.
Non cambiamo mai e facciamo come i contemporanei di Gesù, travolti da segni, continuamente ridimensionati e messi in discussione, ne chiedono ancora e ancora. È il nostro cuore e il nostro sguardo che è chiamato a vedere i segni della presenza di Dio in mezzo a noi.
Ma solo un cuore disponibile sa riconoscere i segni, come solo uno sguardo innamorato sa interpretare i segni d’amore dell’amato. No, non ci sarà dato alcun segno se non la predicazione di Giona e la sapienza di Salomone. La Parola che abbonda intorno a noi, a saperla ascoltare, è più che sufficiente per convertire il nostro cuore.
E ben più di Salomone e di Giona c’è qui, il Signore Gesù rivelatore del Padre!
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