Dopo avere dedicato la prima parte del nostro cammino di avvento a riflettere sulla venuta definitiva di Cristo, la liturgia ci invita, negli ultimi giorni prima del Natale, a rievocare la sua venuta nella Storia per suscitare in noi, ancora, il desiderio di accoglierlo nella nostra quotidianità. Sì: viene il Signore Gesù, chiede a me, quest’anno, di accoglierlo.
E il primo Vangelo di questa novena, come ogni anno, ripropone un complicatissimo elenco di nomi bizzarri, una genealogia simbolica di Cristo che in parte riconosciamo in personaggi biblici conosciuti ma che, per la maggior parte, ci sfugge completamente.
Per Matteo il significato è chiaro: è dalla complessa storia di Israele che viene il Messia, questo Messia. E tutte le vicende, i drammi, le incomprensioni dei tanti uomini e donne di fede hanno condotto la storia alla realizzazione della promessa di Dio all’umanità.
Per noi, oggi, è un invito a fare memoria di quanti, nelle nostra famiglie, nei nostri antenati, hanno permesso a noi di esistere, di essere qui a celebrare ancora la speranza. Dio non abita nei cieli, ma si manifesta nelle storie degli uomini, anche quando non sono devote o esemplari come ci si aspetterebbe…
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