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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Agosto 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 19, 13-15

Solo in questo brano il Signore Gesù parla del matrimonio, e lo fa in un contesto aggressivo, polemico, in una sezione del Vangelo di Matteo in cui Gesù difende i deboli come i bambini, i semplici e, in questo caso, le mogli.

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Donne totalmente soggette agli umori dei mariti e dei maschi di casa, capaci di cacciarle di casa per un arrosto bruciato. Una terribile situazione giustificata (impropriamente) dalla legge di Mosè. E Gesù, con grande franchezza, dice ai mariti che non vogliono cambiare una virgola di questo divorzio religioso, che Dio non la pensa così, che quella norma è stata inserita solo per compiacere una visione maschilista del rapporto uomo-donna.

Ma, allora, come la pensa Dio? Dio, amore infinito, sposo dell’umanità, pensa che un uomo e una donna, in lui, si possono amare, possono fare della propria vita una fioritura e una ricerca, un percorso di conoscenza dell’Assoluto.

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Dio pensa che, amandoci come egli ci ama, possiamo condividere la sua santità. Questo è il sogno di Dio, il suo progetto, poi, certo, zoppicanti come siamo, facciamo come riusciamo. Allora se è così conviene non sposarsi.

Certo, conviene non sposarsi avendo rimesso le cose in chiaro, conviene non sposarsi se sposarsi significa usare l’altro, manipolarlo, caricarlo di attese che mai riuscirà a realizzare. E oggi accade proprio così: ci sia ama, sì, ma col freno a mano tirato, colmi di paura di fallire, strenui difensori della propria soggettività, diventati incapaci di donarsi (non rinunciare), per camminare insieme verso la pienezza.

Perché si intuisce che la vita di coppia, quella che emerge dalla Parola, ci spinge in alto. Eppure il sogno di Dio lo conosciamo: la vita, ogni vita, che sia vissuta insieme ad un altro o nella ricerca dell’Assoluto o accettando una solitudine non prevista, viene misurata dal desiderio di vivere l’amore in ogni situazione, senza calcoli, senza scorciatoie, senza semplificazioni.

Amare è possibile, dice Gesù, e questa sì che è una buona notizia.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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