A chi è come i bambini appartiene il regno dei cieli. Perché solo chi è come loro è in grado di vedere, di capire, di stupirsi. Mi arrovella questa pagina, mi interroga, mi entusiasma e mi spinge alla conversione…
Gesù non ci chiede di essere infantili, ovvio, ma di essere spalancati al mistero, stupiti dell’azione che lo Spirito opera nelle nostre vite. Avete mai avuto a che fare con un bambino? Con la sua capacità di vedere oltre il visibile? Di osare, di sognare, di spiegare? E avete mai visto come, se ve la meritate, sia disposto a riempirvi di fiducia? E di tenerezza? E sia disposto a seguirvi ovunque voi andiate al punto che dovete essere voi a porgli un freno?
Ecco, così ci vuole Dio nei suoi confronti. Lasciamo che il bambino che siamo, le età che abbiamo vissute non si sostituiscono, si sovrappongono, emerga nei confronti di Dio. Con l’esperienza dell’adulto, con l’entusiasmo dei bambini seguiamo il Vangelo quotidianamente. E osserviamo meglio i bambini, per imparare da loro a relazionarci con la parte più autentica di noi stessi, splendido dono di Dio: la nostra anima.
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Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19, 13-15
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Parola del Signore.