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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 16 Ottobre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 11,42-46

Nellโ€™immaginario collettivo pensiamo a Gesรน come al compassionevole, al misericordioso attento alle sofferenze delle persone, allโ€™uomo mite e sorridente. Ed รจ vero, Gesรน affascina per la sua capacitร  di entrare in empatia con i sofferenti.

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Ma, anche, รจ capace di essere diretto, assertivo, di smascherare le immense ipocrisie degli uomini di fede, di noi uomini di fede. Non si ferma davanti a niente e non lo fa per stizza o per malo carattere, ma per passione e amore nei confronti del Padre e nei confronti di chi gli sta davanti.

Non sempre chi ti dร  uno schiaffo ti vuole male e chi ti accarezza ti vuole bene! Gesรน ci spinge allโ€™angolo, ci obbliga a confrontarci col vero volto di Dio, stana i pensieri reconditi, soprattutto quelli fintamente religiosi o inutilmente devoti.

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Fino a che giochiamo sulla difensiva, facciamo gli offesi quando la Parola smaschera le nostre numerose ipocrisie, non potremo assaporare lโ€™immensa bellezza della libertร  che Dio ci dona. Ne ha per tutti il Signore, mena fendenti a destra e a manca, senza preoccuparsi, senza distrarsi, senza acredine ma con disarmante veritร .

E non lo fa perchรฉ รจ un rompiscatole altezzoso, non si crede migliore, non gioca a fare il mistico o il guru. รˆ lโ€™amore per il Padre a spingerlo, a indicare quando i nostri atteggiamenti devoti diventano una trappola.

Come quando ci concentriamo sulle minuzie e diventiamo piรน devoti di Dio dimenticando compassione e misericordia, o come quando lโ€™essere discepoli, o preti, o catechisti, ci mette in vista, ci dona qualche lustro, rispetto (in alcune parti dโ€™Italia), approvazione e applausi.

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O come quando ci ostiniamo a chiedere agli altri di fare quanto noi per primi non riusciamo a fare, imponendo pesi insopportabili, facendo i moralisti, i giudici.

No, chiede il Signore: il discepolo mette al centro giustizia e amore, senza trascurare le devozioni, non cerca visibilitร , propone agli altri solo quanto egli per primo ha in qualche modo sperimentato. Uffa.

FONTE: Amen โ€“ La Parola che salvaIl blog di Paolo

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