Ci sono persone che pensano di essere devote a furia di penitenze o di sacrifici o di digiuni che, in qualche modo, sottilmente, umilmente, fanno notare agli altri.
Certamente sono persone sincere e non vogliamo giudicare le loro intenzioni, ma Gesù oggi ci richiama a qualcosa di più importante: se anche i discepoli di Giovanni Battista digiunano e lo fanno spesso e vivono una vita che assomiglia a quella del loro austero profeta, noi invece, discepoli del Signore Gesù, siamo chiamati a comportarci in maniera diversa.
Il digiuno è importante, certo, e oggi in questo venerdì lo vogliamo sottolineare con qualche gesto che ci richiami all’essenziale, ma non può essere fine a se stesso ma sempre orientato a qualcosa di più importante.
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Digiuniamo perché vogliamo incontrare lo sposo; digiuniamo per poi prepararci a un pranzo pantagruelico, spettacolare, nel regno dei cieli; digiuniamo per ricordare a noi stessi chi è che conduce la barca della nostra vita; digiuniamo per prepararci alla grande festa della Pasqua.
Nella tradizione cristiana cattolica i venerdì di quaresima sono giorni particolari, di preparazione alla grande Passione: gli amici ambrosiani, ad esempio, oggi sostituiscono la Via crucis alla celebrazione dell’eucarestia feriale.
Per questa ragione ci viene proposta l’astinenza dalla carne, per fare memoria. Ma possiamo accogliere con rinnovata intelligenza questa pratica: se nel passato cibarsi di carne era un lusso, oggi non è più così.
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Possiamo allora adottare questo suggerimento: astenerci dal pettegolezzo, sempre, ma anche dai social per una giornata, riprendendo in mano il Vangelo, per esempio; o provare a mangiare consumando le calorie di cui si ciba un etiope, per sperimentare quanto sia faticoso finire la giornata…
Viviamo allora il digiuno e l’astinenza nella semplicità e nel nascondimento per ricordarci davvero la grande gioia di poter sedere a mensa tutti i giorni con lo sposo che è il Maestro Gesù.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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