Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 16 Dicembre 2021

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Gesù è ammirato da Giovanni Battista, dalla sua coerenza, dalla sua forza interiore. È in attesa di morte per iniqua decisione della perfida Erodiade e del suo amante-fantoccio, il re Erode Antipa. Giovanni è pieno di dubbi perché teme di essersi sbagliato riguardo al Messia. La sua è una vita consumata, apparentemente perdente e perduta. Eppure crede. Chiede. Attende.

La nostra vita non si misura dai risultati, dalle conquiste, dagli scatti in carriera. Ma dall’accogliere la Parola che illumina, scalda, consuma. Giovanni è stato voce imprestata alla Parola, il suo cuore è stato il luogo in cui Dio ha potuto raggiungere il suo popolo. E così è avvenuto: migliaia di cercatori, di irrequieti hanno superato gli indugi e si sono fatti battezzare chiedendo per sé conversione e perdono.

Tutti, eccetto i farisei e i dottori della Legge di ieri e di oggi che non si lasciano mai provocare dalla profezia, preferendo i loro piccoli recinti autoreferenziali e sterili.

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