Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Aprile 2023

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Gesù è risorto, è presente in mezzo a noi, è qui ora e lo stiamo pregando e accogliendo. Ma, come abbiamo visto, la conversione alla gioia è un lungo percorso, un cammino che richiede tempo e pazienza. Così la Parola ci accompagna in questa conversione, fissando lo sguardo su chi, come noi, si avvicina al Maestro per curiosità, ma lo cerca ancora di notte, nelle tenebre.

È un maestro della Legge, Nicodemo, un fariseo integerrimo, capo di quella potente corrente spirituale, ammirata dal popolo, capace di influenzare la spiritualità del tempio. Va da Gesù di notte, come facciamo talvolta noi, a tentoni, in ricerca, e ammette che Gesù non potrebbe comPiere quei gesti prodigiosi se non provenisse da Dio. Nicodemo riconosce che Gesù è un rabbino, si pone in ascolto, è aperto ad ogni interpretazione, diversamente da certi farisei che manifestano nei suoi confronti solo ostilità e rabbia.

È un uomo di fede, un curioso, un credente che non si accontenta delle risposte che ha ottenuto. E ragiona: nessuno può compiere i gesti del Nazareno se non viene da Dio. Giusto, bene, bravo Nicodemo. Gesù rilancia: anche lui, Nicodemo, può compiere gli stessi gesti, a patto di rinascere dall’alto, di lasciarsi condurre dallo Spirito.

È spiazzato, il fariseo: cosa significa rinascere dall’alto? Cosa intende il Signore? Anche noi, talora, pur essendo disposti ad accogliere ogni parola del Maestro, stentiamo ad uscire dai nostri schemi mentali (anche religiosi e devoti) che ci danno sicurezza. La fede non è qualcosa di statico, di definitivamente acquisito, ma il Signore fa nuove tutte le cose, ci apre a prospettive continuamente diverse.

La Pasqua, ogni Pasqua, questa Pasqua, ci parla della novità continua che sgorga nelle nostre vite, se lasciamo agire lo Spirito. Lasciamo che sia lui a gonfiare le vele e a condurre la nostra vita incontro a Dio, rinasciamo dall’alto, apriamoci alle sorprese di Dio. Nicodemo, che cerca Gesù di notte, anche se anziano, vuole ancora imparare.

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