Ieri abbiamo celebrato la misura dell’amore donato in croce. Oggi fissiamo lo sguardo sul discepolo che si ritrova, nella vita, a portare quella croce, a condividerla, ad assistervi. Maria, la madre, la prima fra i discepoli, ci insegna a stare ai piedi della croce senza fuggirla, senza amarla.
A rimanere saldi nella fede anche quando tutto sembra indicare il contrario, anche quando assisti alla demolizione di tutto ciò che pensavi essere la tua fede. Maria potrebbe urlare, insultare quel Dio che prima le dona un Figlio e poi lo lascia straziare e morire inchiodato. Invece, annota, Giovanni, Maria sta. Ci sono dei momenti nella vita in cui il dolore bussa pesantemente alla nostra porta.
E vacilliamo, storditi e suonati come un pugile sul ring. L’unica cosa da fare, in quel caso, è rimanere, stare, attendere, fidarsi, dimorare. La croce può essere la fine della nostra fede o la chiave di lettura dell’amore di Dio per noi. È lui che pende dalla croce. Anche da quella che penso di dover portare.
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