I farisei e i dottori della Legge gliel’hanno giurata a morte. La folla fa ressa per ascoltare questo rabbino alternativo, libero ma non rabbioso, autentico e compassionevole, che conosce Dio come nessun altro e lo dona e lo racconta.
Non cerca discepoli, non va a stanarli, non lucida il suo ego. E incoraggia i presenti a prendere in mano la propria vita interiore, a non delegarla, a non farsi caricare di pesi insopportabili impossibili da portare. A non temere la reazione violenta degli oppositori, a non avere paura della persecuzione.
Mentre leggono queste parole i discepoli di Luca non possono che pensare alla crescente opposizione alla loro fede che, dopo avere toccato i fratelli giudei, ora sta percuotendo l’Asia minore. E Gesù incoraggia i presenti, osteggiati dai farisei, i futuri discepoli, perseguitati, e noi, ad avere fiducia. Dio sa, Dio mi conosce, Dio mi ama.
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Il Dio che non si dimentica dei passeri, che mi conosce più di quanto io stesso possa conoscermi, sa.
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