Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo che, ci ammonisce Gesù, non accarezza ma scuote. Ed è la comunità matteana a farne esperienza: dopo la caduta del tempio il giudaismo ufficiale «scomunica» i discepoli del Nazareno e, all’interno delle famiglie avviene una drammatica rottura.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 15 Luglio 2024” su Spreaker.Gesù allora, ammonisce i suoi: lui è più grande del più grande amore che possiamo sperimentare su questa terra. Seguirlo significa mettere in conto di andare fino in fondo, fino al punto di rottura, fino alla croce che non è in alcun modo una prova che Dio ci manda ma la risolutezza nel vivere il Vangelo fino alla fine.
Così ha fatto Gesù, preferendo morire piuttosto che rinnegare il volto di Dio che ha raccontato con passione trovare accoglienza, in un clima di ostilità, cosa che hanno vissuto le prime comunità e che vivono ancora oggi molti fratelli, è un gesto che riceve ricompensa divina. Certo: un po’ ci spaventa la parola che il Signore ci rivolge.
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È venuto a portare la Spada ma non nel senso che intendiamo in questi tempi oscuri in cui si uccide nel nome di Dio! Gesù sta dicendo a noi suoi discepoli che diventare credenti sul serio significa anche incontrare resistenze e giudizi.
Troppe volte viviamo cristianesimo come un gigantesco anestetico, come se ia fede ci spegnesse, come se ci facesse piombare in una sorta di vita parallela, lontana dalla ferocia del mondo… Non è così: l’incontro con il Dio di Gesù ci spalanca a una visione della vita inattesa e in continuo movimento.
Così capiamo meglio la richiesta apparentemente folle che Gesù ci fa: egli pretende di essere più di un innamoramento, più dell’esperienza filiale, più del diventare genitori. Non ci chiede certo di rinunciare alle splendide gioie legittime che Dio ci ha donato, ma ci sfida: anche quelle gioie sono poca cosa rispetto all’intensa gioia dello scoprirsi figli di Dio!
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Accogliamo oggi questa provocazione uscendo dalla visione minimalista di una fede scialba e scolorita, inutile e noiosa. Qui si parla di qualcosa di ben diverso!
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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