Per due volte Marco racconta lo stesso miracolo della moltiplicazione dei pani e non è una svista. I due miracoli avvengono prima e dopo la missione dei discepoli fuori dal territorio di Israele. E quella di oggi avviene ancora in territorio pagano.
Ieri, ricordate?, eravamo ancora in pieno territorio delle decapoli con la guarigione del sordomuto. La ragione del raddoppio, quindi, è proprio questa: Marco, e Pietro dietro di lui, afferma che la logica della condivisione, perché è quella il vero miracolo, convincere la gente a dividere il pane!, riguarda tutti, giudei e pagani.
Marco scrive probabilmente per la comunità di Roma, composta da giudei e pagani convertiti al vangelo. L’invito alla condivisione, mettendo in gioco tutto quel poco che siamo, è ormai universale, rivolto ad ogni uomo, ad ogni donna, non solo agli ebrei e nemmeno solo più rivolto ai cristiani. Mettiamo in gioco tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che siamo, perché possiamo sfamare le tante persone che oggi incontreremo.
È Dio che moltiplica le nostre forze, i nostri doni, ma siamo noi a distribuirli in questa nostra giornata.