Continua come un fiume in piena, il Signore. L’invito a pranzo del fariseo si è trasformato in una lunga e puntuale disanima sulle incongruenze e le contraddizioni, le storture e le assurdità degli uomini di fede di ieri e di oggi. Di noi uomini di fede.
Dall’ipocrisia dell’osservanza esteriore dei precetti, all’abitudine di ingigantire problemi piccoli per nascondere quelli grandi, all’assumersi il ruolo di avvocati di Dio, alla persecuzione (santa e sempre giustificata) di coloro che non la pensano come noi, Gesù è brutale nella sua franchezza.
Un discorso duro, il suo, certo, che dovrebbe spaccare qualche crosta, scuotere qualche anima. E invece… Il risultato è una contrapposizione frontale: il mite falegname fattosi profeta diventa acerrimo nemico da eliminare. Non facciamo anche noi così? Invece di accogliere come monito quanto ci viene detto svalutiamo e ridicolizziamo chi ce l’ha detto?
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Chiediamo davvero un cuore capace di mettersi in discussione. Alla luce dell’amore di Dio che vuole per noi il bene.
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