Leggiamo il Vangelo, lo meditiamo, cerchiamo con sincerità e semplicità di viverne la forza, la portata innovativa, la bellezza. Alterniamo momenti di entusiasmo, di gioia profonda in cui percepiamo la presenza dello Spirito e del Dio che fa nuove tutte le cose ad altri di sconforto, consapevoli dei nostri peccati o dei nostri limiti.
È proprio così che deve andare: la nostra vita è un cammino, un percorso, fatto di salite e di discese, di momenti luminosi e di altri faticosi, non c’è altro modo di credere, di crescere, di fiorire. La vita è una caccia al tesoro magnifica e stordente, impegnativa e crudele. Almeno, dopo avere incontrato il Cristo, sappiamo in che direzione andare, abbiamo trovato armonia e luce, un senso a quanto accade.
Ma nei momenti di fatica, di maggiore (faticosa) consapevolezza del limite, nei momenti di scoraggiamento sentiamo di non avere forza a sufficienza per continuare il cammino. Allora, come gli apostoli di oggi, ci interroghiamo sulla nostra fede e, spontanea, nasce la richiesta: aumenta la nostra fede. Io credo, Signore, mi fido di te, davvero, hai cambiato la mia vita.
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Mi fido, ho fiducia in te perché sei affidabile, perché ho gustato e visto quanto è buono il Signore. E prendo consapevolezza dell’onore che il Padre mi ha fatto di essere servo della Parola, di essere collaboratore della gioia, di essere protagonista del mondo nuovo. Mi sono scoperto concittadino dei santi e famigliare di Dio, la mia quotidianità è colma, perché lavoro per conto di Dio, spargo luce, amo perché mi sono scoperto amato.
Sono il servo del gran Re, con lui cambio il mondo e il destino dell’Universo. E lo faccio amando, giorno per giorno. Ma in certi momenti dubito, di me, di te, Signore, del progetto d’amore che ho scoperto nella mia vita. In quei momenti ti chiedo di sostenere la mia debolezza.
Sono tuo servo, Signore, servo della Parola, servo del Vangelo, e ti dono la mia vita. Un servo inutile che tu rendi prezioso. Che tu rendi essenziale.
FONTE: Amen – La Parola che salva
Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 17, 7-10
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