Gesù comanda persino agli spiriti impuri che gli obbediscono. La folla è stordita, stupita, meravigliata non sa che pensare. Spiriti impuri che sono il pensiero osceno, violento, rabbioso che abita in ciascuno di noi e che non riguarda solo la sfera sessuale, ma la nostra coscienza.
E lo spirito impuro è quello più difficile da dominare, da controllare, specie in un mondo, il nostro, che lo esalta come un pregio, che chiama gossip il pettegolezzo, attenuandone la portata devastante, che confonde lo sforzo con l’arroganza, che ignora l’audacia e premia la sfrontatezza.
È il demone più difficile da controllare, quello impuro, che ci fa dare il peggio di noi stessi durante i litigi e che ci fa pensare male vedendo sempre e solo l’aspetto negativo degli altri, trascurando, invece, i propri difetti o minimizzandoli. Gesù comanda allo spirito impuro dell’uomo che prega in sinagoga: non basta la fede per preservarci dalla parte oscura di noi stessi.
Ma, e questo stupisce, la frequentazione e la vicinanza del Maestro ci libera da ogni spirito impuro. L’evangelista Marco, ponendo questo primo miracolo all’inizio del ministero di Gesù, ammonisce le nostre comunità: è a partire dalla sinagoga che dobbiamo cacciare i demoni, è dall’interno della comunità dei credenti che deve iniziare la conversione al Regno.