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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,39-42

Ha perfettamente ragione Gesù: spesso siamo più bravi nel rimarcare i difetti degli altri e ad offrire consigli, quasi mai richiesti, rispetto a quanto siamo capaci nell’individuare in noi stessi quegli stessi difetti che notiamo negli altri.

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Così come, spesso, siamo piuttosto intransigenti nel notare le incoerenze di chi ci sta intorno e tendiamo a minimizzare quando si tratta di parlare delle nostre incoerenze… Va così, fa parte della nostra (ferita) natura umana.

E Gesù ci offre una via d’uscita, uno strumento di discernimento: prima di giudicare gli altri siediti e guarda te stesso dall’esterno, fai una sorta di analisi delle tue intenzioni, cerca di notare se il tuo sguardo e il tuo giudizio sono obiettivi, compassionevoli, maturi, finalizzati ad aiutare chi ti sta accanto.

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Siamo tutti peccatori, tutti in ricerca, tutti imperfetti e forse sarebbe l’ora di imparare a guardare a noi stessi e agli altri così come ci vede Dio: come esseri in divenire.

Perché, in realtà non ci vogliamo molto bene, ci disprezziamo, non accettiamo i nostri difetti, le nostre ombre, rimuginiamo sui nostri errori, spesso ci nutriamo di (inutili e dannosi) sensi di colpa.

Eppure, nonostante questo, siamo anche capaci di ergerci a maestri, a profeti, pensiamo di poter dire, insegnare, giudicare, correggere. Magari ripetendo slogan che non siamo capaci di vivere ma che condividiamo.

Scoprirsi amati, scegliere di amare (anche se stessi, correttamente) significa smettere di ergersi a giudici degli altri, spietati censori degli errori degli altri mentre siamo estremamente comprensivi verso noi stessi.

Usciamo da questa logica del confronto, di difesa dei nostri pregi, smettiamola di guardare con ossessivo compiacimento i difetti degli altri sperando che mettano in secondo piano i nostri!

Impariamo a guardare a noi stessi e agli altri come ci vede Dio: come pezzi unici, capolavori, esseri-in-divenire. Servi inutili che Dio rende figli amati e collaboratori di salvezza, vivendo da salvati.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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