Sono tornati sui loro passi i due fenomeni di Emmaus, la loro tristezza si è trasformata in gioia e mentre, concitati, raccontano il loro incontro col risorto agli apostoli barricati nel Cenacolo, il risorto appare. così si manifesta, il Signore: quando, convintamente, parliamo di lui, quando raccontiamo della nostra vita trasformata dalla sua presenza, si accende una fiamma nel cuore in chi ci sta ascoltando.
E così l’annuncio è arrivato fino a noi oggi: da bocca a orecchio, da cuore a cuore, l’annuncio dilaga, a volte anche attraverso le nostre (balbettanti) parole. Una candela accesa brucia e illumina senza doversi sforzare, così il cuore dei discepoli di Emmaus che arde dopo avere ascoltato la spiegazione del Signore manifesta il risorto a chi sta ascoltando.
Parlano del loro incontro col risorto, il risorto appare in chi ascolta. Che meraviglia! Non siamo dei piazzisti che devono vendere una merce ma degli innamorati che raccontano di come la loro vita si è trasformata accogliendo l’inaudito di Dio. Una volta accesa la fiamma della curiosità, siamo invitati a scrutare le Scritture, ad imparare a leggerle e meditarle, grazie al dono dello Spirito primo dono del Signore. Gli altri ci possono sempre e solo indicare la strada ma siamo noi a doverla percorrere, se vogliamo.
L’ultimo chilometro, quello decisivo, quello che ci porta alla fede, a fidarci, ad arrenderci a Dio, è una questione privata fra noi e lui. Il risorto appare in quello stesso giorno di Pasqua e dona la pace che è la consapevolezza che la vita ha un senso, che siamo amati, che tutto concorre al bene di chi crede.
E dona ai presenti (e a noi, se lo accogliamo) il più grande fra i doni: quello di aprire la nostra intelligenza alla comprensione delle Scritture. Intelligenza che non significa principalmente la conoscenza teorica, lo studio, ma la capacità di cogliere, attraverso l’azione dello Spirito, il significato di quella Parola che legge e nutre le nostre vite.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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