Farò la Pasqua da te con i miei discepoli. Così i discepoli contattano un tale indicatogli dal Maestro per avere in prestito una stanza al piano superiore. Una stanza addobbata per la cena pasquale, per il seder di Pesach, che fa memoria della notte in cui Israele fuggì dall’Egitto dopo avere celebrato quella liberazione imminente.
Anche quest’anno il Signore dice a me, dice a te: farò la Pasqua da te. Chiede la stanza del mio cuore, della mia vita. e poco importa se è una stanza buia o sporca, poco importa se non l’abbiamo addobbato come sarebbe convenuto.
E accade: quando accogliamo nella nostra vita la sua presenza, quando ci mettiamo in un angolo della stanza, appoggiati allo stipite della porta a guardare il dono d’amore che si sta per consumare, quando la nostra vita si fa accoglienza, il nostro cuore diventa tempio e tabernacolo.
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