Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 13 Aprile 2019 – Gv 11, 45-56

Nemmeno la resurrezione di un cadavere li convince. Sono incredibilmente ottusi, blindati, granitici nelle loro idee. Qualcuno si prende la briga di andare a denunciarlo a Gerusalemme (e per cosa? Violazione del codice di polizia mortuaria?).

Si discute vivacemente nel Sinedrio: bisogna urgentemente prendere dei provvedimenti. Caifa assume la decisione: è bene che Gesù muoia. Tutto ciò che i sadducei e i sacerdoti hanno ottenuto fino ad allora, grazie all’abilità di Erode, rischia di venire compromesso.

Davanti ad un movimento incontrollato i romani potrebbero tornare con forza e riprendersi le libertà che hanno concesso. I romani non conoscono le sottigliezze della religione ebraica. Meglio sacrificare il Nazareno. E Giovanni evangelista chiosa con una frase incredibile: è vero, Gesù morirà per tutto il popolo.

Non nel senso che intende Caifa, ovvio, ma così avverrà. Anche se Caifa è una persona discutibile e disonesta (così ce lo consegna la storia), in realtà sta profetizzando perché Sommo sacerdote. Anche se abusa della sua funzione, Dio non gli nega il carisma.

Dio parla anche attraverso la voce stonata di chi ha un incarico nella Chiesa.

Fonte

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Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 11, 45-56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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