Passa la notte in preghiera prima di scegliere i Dodici. Quei Dodici. Quindi ci ha pensato lungamente, ha valutato, li ha affidati al Padre. Li conosce bene, per nome, nella loro storia personale, nel loro percorso. E li sceglie ugualmente, senza farsi troppi problemi. Siamo noi che vorremmo i migliori, siamo noi che vagheggiamo una Chiesa fatta di santi azzimati.
Gesù no, sa che sono persone autentiche, sanno che potranno diventare prima discepoli e poi maestri. Così è Dio, rischia sempre, accetta la sfida, ogni sfida. Così è Dio con me vedendo in me ciò che io per primo non vedo. E noi, come la folla, accorriamo a lui perché speriamo di essere guariti, di essere liberati, di essere sanati nel profondo. Da Gesù, scrive Luca, esce una forza che guarisce.
È la forza dell’essere in profonda e intima unione col Padre. Una forza che ci guarisce e che anche possiamo condividere, donandola agli altri. La Chiesa che Gesù ha in mente quando chiama a sé i primi compagni e le prime discepole, non è l’accademia dei bravi ragazzi, non è un corso di buone maniere spirituali, non è il club dei primi della classe agli occhi di Dio, ma la comunità degli affascinati, degli innamorati, dei cercatori.
Gesù non mette mai al centro della sua attenzione il limite o il peccato, cosa che invece ossessiona noi, ma il percorso e il desiderio. Da quella notte di preghiera intorno al lago, alla notte di preghiera al Getsemani, ne faranno di strada quei dodici: misureranno l’immensa bellezza di Dio, e l’inadeguatezza delle loro persone.
Ma a Dio non importa, ha bisogno di avere accanto a sé persone reali, peccatori perdonati, sperimentatori di misericordia. Allora anche noi, guaritori feriti, toccati dalla potenza dello Spirito, diventeremo capaci di portare Cristo agli altri. Così è la Chiesa sognata da Gesù, sognata in quella notte di preghiera: persone diverse, quasi incompatibili, accomunate dall’ascolto di una Parola che ci porta a Dio, che ci rivela a noi stessi, che ci svela il segreto nascosto nei secoli.
FONTE: Amen – La Parola che salva
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 6,12-19
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