Gesù va alla piscina di Betzatà, a monte del tempio, un bacino che raccoglieva diverse sorgenti e che serviva per lavare le pecore destinate al sacrificio. Un fenomeno naturale, periodicamente, faceva agitare le acque e il popolino era convinto che fosse un angelo a farlo.
Perciò quell’acqua era considerata miracolosa e un nutrito gruppo di ammalati aspettavano l’evento. Pura superstizione, ovvio, al punto che anche i rabbini diffidavano dal frequentare quel luogo, come farebbe un buon parroco cattolico.
E Gesù è presente. Anche dove fede e superstizione si accavallano, anche se non sono luoghi santi e puri, anche se incontra persone che hanno di Dio un’idea approssimativa. Ma non asseconda la loro superstizione, anzi. Al paralitico che da quasi quarant’anni giace infermo chiede, perentoriamente: vuoi guarire? Non vi suona stonata questa richiesta? Un po’ da presa per il naso?
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Certo che voglio guarire, Signore! Ovvio! Guarire dalle mie malattie fisiche, da quelle psicologiche, dalle ferite della vita, dalle ingiustizie che ho subìto,.. Anzi, spesso, ti cerco esattamente perché spero in un tuo intervento miracoloso. Vuoi guarire? Insiste Gesù.
Per il paralitico guarire significa trovarsi un lavoro, sopportare lo stigma sociale di chi lo accuserà di avere ingannato tutti e, soprattutto, uscire dal devastante senso di colpa che lo fa credere responsabile della sua malattia.
Eppure, e Gesù lo sa, anche Dio fa quel che può. Se non crediamo, noi per primi, a quello che chiediamo al Signore, se non siamo disposti a fare la nostra parte, a prendere consapevolezza, a mettere ogni sforzo per cambiare, perché mai Dio dovrebbe farlo in nostra vece?
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Ci guarisce, il Maestro, ma solo se facciamo il possibile perché ciò accada, senza delegare a Dio quella parte che possiamo fare noi. Quaresima è tempo di guarigione profonda, è opportunità di sciogliere le tante paralisi che ci impediscono di amare e di fiorire. Mettiamo la nostra parte! Dio, in Cristo, farà il resto.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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