Li sazia di pani, ancora. Migliaia di persone radunate per ascoltarlo. Chiede aiuto ai discepoli che mettono in gioco tutto quello che hanno, il meglio di ciò che sono, sette è il numero della perfezione. E accade, ancora una volta: davanti alla fame della folla, di pane, di pace, di felicità, di giustizia, mettiti in gioco, questo significa quel gesto. Solo che, a leggere il vangelo di Marco, qualcosa non torna.
La moltiplicazione dei pani è già avvenuta al capitolo sei. Quindi? Si tratta di un ennesimo miracolo, sul serio? No, ci dicono gli studiosi. È lo stesso miracolo ma ambientato presso i pagani dove Gesù si sta trovando. Perché Dio parla lingue diverse a persone diverse, sa farsi intendere nei modi che l’uditorio è in grado di ascoltare.
E Marco ne tiene conto. Non solo più le briciole che cadono dalla tavola dei figli ma il pane che i figli danno a coloro che ora riconoscono in Cristo come fratelli, non più come cani.
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