lunedì, Marzo 10, 2025
0
spot_img
Logo Preghiera Cristiana
HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 11 Marzo 2025

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 11 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mt 6,7-15

Vangelo di Matteo – Mt 6,7-15

Voi dunque pregate così.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore.

Il tempo del deserto quaresimale è un tempo che rimette tutto in discussione, che ci invita a rivedere il nostro stile di vita e la nostra fede. Uno dei pilastri centrali della conversione resta la preghiera, quotidiana, autentica, che parte dalla vita e incontra la Parola per tornare alla vita. È una preghiera che si rivolge a un Padre che conosce e ama i suoi figli.

Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 11 Marzo 2025” su Spreaker.

No, non abbiamo bisogno di tante parole, di interminabili pontificali per essere conosciuti e accolti da Dio. No, non vogliamo convincere Dio sfinendolo con le nostre (spesso vuote e inopportune) parole. Non scherziamo: con Lui non facciamo come con i potenti di questa terra, con gli amici degli amici, sperando che qualcuno ci possa dare una mano, raccomandare, trovare un posto per un appuntamento.

È a un buon Padre che ci rivolgiamo, uno che sa di cosa abbiamo bisogno. Allora: perché pregare? Dio sa, in Lui tutto è presente. Ma siamo noi che non vediamo e, spesso, la nostra preghiera diventa lo specchio che ci restituisce la verità di noi stessi.

E, a volte, il fatto che la nostra preghiera non venga esaudita è la molla per capire che ciò che chiediamo, forse, non è il nostro bene o che non siamo pronti a ricevere ciò che chiediamo. Dio non è un potente da corrompere ma un Padre da cui farsi educare e condurre.

La straordinaria preghiera che il Signore consegna ad ogni discepolo è una catechesi sul volto di Dio e sul volto dell’uomo. Preghiamo un Dio celato, Padre di tutti, il cui nome è santificato negli uomini, quando viene il suo Regno di pace e giustizia, la cui volontà di bene invochiamo su di noi.

Chi prega è un uomo che, mendicante, necessita di pane, di affetto, di perdono da ricevere per poter dare, che chiede di superare la tentazione del maligno. Una preghiera straordinaria, l’unica che il Signore ha donato ai suoi discepoli per poter dire le parole giuste, senza sprecarne troppe, senza farci un’idea piccina e approssimativa di Dio.

Da questa preghiera ripartiamo per scoprire il gusto della preghiera quotidiana.

+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++

- Pubblicità -

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO