Un profeta non è bene accetto in patria, lo sanno tutti. È diventato proverbiale questo modo di dire. E Gesù lo ha sperimentato nella sua Nàzaret perciò, quando rientra in Galilea, si aspetta nuovamente di essere respinto dai suoi concittadini.
E invece qualcosa è cambiato: la fama dei suoi prodigi in Giudea ha cambiato la visione delle cose e, con stupore, Gesù viene accolto con interesse nella sua patria. Così accade anche a noi: fino a quando viviamo portati dalla corrente, finché seguiamo il parere degli altri, il giudizio di chi vede la fede in Gesù come una buona tradizione ma senza esagerare, e restiamo distanti, senza farci coinvolgere, non vedremo mai la potenza di Dio resuscitare il bambino stupito che ci abita.
Fidiamoci di chi ha visto i prodigi compiuti da Gesù in Giudea e ce lo viene a raccontare. Che bello sarebbe sorprendere Gesù con il nostro atteggiamento! Lo sposo, il Signore Gesù, dopo avere incontrato Natanaele, simbolo del giudaismo tradizionale, la samaritana, simbolo della sposa che ha tradito, ora incontra un funzionario pagano.
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Ormai l’intento del Messia è chiaro: ricondurre a Dio tutti: il popolo di Israele, i samaritani, i pagani. Gesù-sposo è venuto esattamente per dare vita. Per tre volte, in pochi versetti, Giovanni riporta con enfasi l’ affermazione: egli vive! E questo è ciò che Dio vuole da noi: che viviamo.
Non che ci lasciamo vivere, che ci trasciniamo stancamente da un giorno all’altro, ma che viviamo in pienezza, nonostante tutte le difficoltà. Il nostro Dio ama la vita, ama tutto ciò che ci permette di gioire, di crescere, di fiorire.
Quaresima è tempo di mortificazione, certo, cioè di allontanamento da quanto ci porta alla morte, ma, soprattutto, di vivificazione di tutto ciò che ci rende più autentici e veri, più liberi e capaci di amare.
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Lasciamo perdere, allora, la maschera dell’afflitto, del penitente, di chi pensa che a Dio facciano piacere i nostri musi lunghi, per vivificare la gioia di appartenere al Signore, allo Sposo.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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