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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 11 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 16, 23b-28

Ci presentiamo a Dio nel nome del Figlio, gli diciamo di essere suoi amici, suoi discepoli, di conoscerlo, di averlo seguito, di amarlo. Chi potrebbe sostenere lo sguardo dell’Eterno? E la sua Onnipotenza? Nessuno, se non che Gesù stesso ci indica come fare.

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Siamo diventati famigliari di Dio e concittadini dei santi perché il Maestro ci ha svelato il suo vero volto. Perciò quando preghiamo nell’assemblea il celebrante conclude ogni preghiera, ogni richiesta, ogni ringraziamento con l’invocazione: per Cristo nostro Signore.

È attraverso di lui che raggiungiamo Dio, è lui che ci ha insegnato a conoscerlo, è lui che ci ha svelato il volto di un Padre che sa di cosa hanno bisogno i suoi figli, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, che dona del cibo a chi gli chiede un uovo e non un serpente.

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Noi ora sappiamo chi è Dio perché Gesù ce lo ha raccontato. E per che cosa preghiamo? Cosa chiediamo quando preghiamo? Io faccio così: vivo l’emergenza, seguo le cose che accadono, il flusso, la vita che si srotola senza che io riesca quasi mai ad orientarla.

Allora prego perché il Signore mi aiuti, mi faccia superare le fatiche, le incongruenze, mi difenda. Non per avere una gioia piena, come suggerisce il Maestro, ma un dolore dimezzato, eventualmente.

È bello che Gesù ci indichi un percorso completamente diverso: imparare a chiedere per avere una gioia piena, chiedere delle indicazioni (sono io a dover camminare, non è Dio a farlo al posto mio!) per orientare il mio cammino alla scoperta della verità tutta intera.

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Io non lo so, veramente, in cosa consista la mia felicità. Lo intuisco, ma spesso mi sbaglio, anche clamorosamente. Mi fido del Signore e so che lui solo sa in che direzione portarmi… Allora la mia preghiera diventa una richiesta di indicazioni: fammi capire, orienta i miei passi, parla al mio cuore perché io vada verso ciò che veramente mi porta alla pienezza della gioia! Io mi fido di te, Maestro e Signore: conducimi alla pienezza, portami (a) Dio.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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