HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 11 Luglio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 11 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 19,27-29

Benedetto, insieme ad Edith Stein e a Cirillo e Metodio, è invocato come patrono d’Europa. È un richiamo, per tutti noi, a rimettere l’interiorità al centro del cammino di fede…

Non anteporre nulla all’amore di Cristo: così viene detto nel Prologo della Regola, per rimarcare le priorità, per ribadire cosa ci è veramente essenziale. Con la Regola, capolavoro di passione, equilibrio e buon senso, Benedetto esorta i suoi monaci ad abbandonare ogni falsa speranza che proviene dal mondo per camminare risolutamente verso l’unico che può colmare il cuore degli uomini.

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E questa affermazione ci affascina, ci inquieta, ci stupisce: in un momento storico tragico quanto e forse più del nostro, quello successivo alla caduta di Roma e all’invasione delle popolazione dal Nord, il mite abate richiama tutti all’essenziale.

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Certo: la nostra è un’epoca difficile, di violenza verbale e politica, di contrapposizioni accentuate, di fede sempre meno efficace, ma il tempo che vive Benedetto, in un momento di frantumazione dell’lmpero romano, è ancora più inquieto e insicuro. E Benedetto si rimbocca le maniche, non passa il tempo a lamentarsi, ma immagina una nuova società che ruota attorno a una regola ispirata al Vangelo.

Pochi capitoli che affrontano i temi essenziali: la vita comune, il lavoro, la preghiera, i rapporti interpersonali, con un equilibrio che, a distanza di un millennio, ancora ci stupisce. E quelle intuizioni diventeranno il pilastro su cui poggia la civiltà dei monasteri, una grandiosa rete di comunità che diventeranno il motore della cultura, lo scrigno della classicità, la realizzazione del Vangelo.

Il cristianesimo non è una cultura ma l’incontro con Cristo placa le vite, gli orizzonti, allarga gli animi, spinge a trovare soluzioni creative per il benessere di tutti. A partire dai monasteri, piccole comunità di persone innamorate di Cristo, capaci di plasmare con ingegno il territorio, di custodire e diffondere la cultura, di accogliere i cercatori di senso.

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L’Europa ha di che imparare. E anche noi.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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