In un’Europa divorata dalla guerra e dal crollo dell’Impero romano, Benedetto da Norcia, in mezzo a mille difficoltà, sull ‘esempio di altre esperienze latine e orientali, si riunì con un gruppo di fratelli per non anteporre nulla all’amore di Cristo (Regola, I).
Così, con equilibrio, propose un modo nuovo di concepire la vita cristiana, in una radicalità e un equilibrio che ancora oggi ci stupiscono. Da allora a oggi, lungo i secoli, decine di migliaia di uomini e donne hanno adottato l’opzione Benedetto, creando luoghi di cultura, di preghiera, di vita fraterna, spazi in cui, nel silenzio, nella povertà, nel lavoro manuale, nello studio, nella preghiera, si potesse creare un modo alternativo di costruire civiltà e cultura.
E proprio Benedetto è stato scelto come uno dei patroni dell’Europa che, nonostante tutto, ancora si deve confrontare con le proprie ombre, con una storia recente violenta e poco edificante, con mai sopite ambizioni di potere. Benedetto e la sua regola di vita hanno ancora molto da dire, oggi, all’Europa più attenta alle banche e ai profitti che alla crescita delle persone e al loro percorso spirituale. Perché non esiste civiltà che non parta dall’anima e dai suoi valori, dalle salde radici della visione biblica del mondo.
Non siamo monaci, certo, ma anche noi, come suggerito dal prologo della Regola, ci mettiamo in ascolto del Vangelo e costruiamo spazi di pacificazione, dialogo, cultura e fede là dove siamo. Dall’anima si può ripartire. Nell’anima si possono costruire relazioni nuove e significative. Benedetto, come tutti i grandi uomini che segnano la storia, ha trovato nella ricerca del senso della vita in una comunità radunata intorno a Cristo, il modo di superare le tempeste delle vicende umane.
Alla nostra Chiesa europea in affanno, Benedetto propone di ripartire dall’essenziale, ricordandoci che le nostre parrocchie, le nostre iniziative, le tante cose belle e sante che facciamo, sono un percorso di conoscenza del Dio raccontato da Gesù, e non le Proloco dei cattolici.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 19,27-29
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