Fatti due conti in tasca, dice il Signore. Sei chiamato a perdonare sempre perché sempre ti viene perdonato. Ad amare sempre perché ti scopri amato. Sempre ad essere felice perché credi nel Dio felice che ti vuole felice. Sei un po’ come il servo della parabola che è riuscito a spendere diecimila talenti, quanto produce una nazione in un anno.
Un debito insanabile, impossibile, assurdo che, assurdamente, gli viene condonato. Ma che, invece di farlo gioire, lo scatena nella follia. Il servo perdonato getta in prigione il collega che gli deve poche migliaia di euro.
Invece di sentirci continuamente a credito con la vita, gli altri, Dio, e crescere nell’insoddisfazione e nel vittimismo, facciamo memoria di quanto abbiamo ricevuto, di quanto siamo amati e perennemente perdonati. Siamo capaci di perdonare perché perdonati, perché per primi siamo stati toccati dalla grazia e dalla compassione.
Diventando capaci di perdonare settanta volte sette.
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