Commento al brano del Vangelo di Lc 11, 29-32
Cerchiamo segni della presenza di Dio, e della sua bontà, in questi tempi confusi, aggressivi, violenti, spesso la nostra fede viene messa a dura prova e cerchiamo confusamente dei segni della presenza del Signore nella nostra vita e nella vita della Chiesa.
Segni che ci rassicurino, che ci incoraggino, segni che ci illuminino, che ci diano certezze. E, parliamoci chiaro, non stiamo riferendoci a prodigi altisonanti, a miracoli spettacolari, ma a piccoli segni, cui talvolta, per grazia, misteriosamente, Dio ci ha abituati. Dioincidenze, Troppidenza.
Ma anche a noi il Signore chiede di cambiare lo sguardo, di indagare, di accogliere quello che già c’è, di farci bastare quello che abbiamo. Di scoprire i profeti (pur pavidi) come Giona che spinge gli abitanti di Ninive a cambiare o la conoscenza illuminata dei tanti Salomone intorno a noi e la cui sapienza ha spinto la regina di Saba fino a Gerusalemme.
I segni ci sono già, a noi di riconoscerli.
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