Fatti furbo, fatti due conti in tasca, ragiona, agisci, siediti a tavolino. Fai ciò che ti conviene, scegli di investire nelle cose essenziali, pensa a cosa è importante. Occupati della tua anima. A Gesù sta a cuore la mia felicità ma mi lascia libero.
Spinge perché io metta in discussione ciò che credo di credere, le cose che ho acquisito. Il Dio di Gesù non ama la mediocrità, il tiepidume, il compromesso al ribasso. Osa, alza il tiro, ci chiede di essere santi come lui è santo. E riesce a vedere il positivo in ogni cosa, in ogni situazione, in ogni persona.
Ma la parabola dell’amministratore disonesto ci mette davvero in crisi: Gesù plaude alla scaltrezza dell’uomo che cerca di pensare al proprio futuro condonando i debiti contratti dai clienti del suo datore di lavoro. Ha rubato senza scrupolo, ha approfittato della sua posizione ma, una volta scoperto, si attiva.
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Continua a rubare, certo, ma per una volta lo fa a vantaggio dei debitori del suo datore di lavoro. Ruba, certo, ma, per la prima volta, non investe in loschi affari ma in relazioni, anche se eticamente discutibili. Un’azione scorretta, certamente, ma che gli garantisce qualche occhio di riguardo per quando sarà disoccupato.
Un piccolo passo in avanti, tutto sommato: dal rubare per sé al rubare per gli altri, dallo sperpero al sostegno. Da qui al cambiamento ce ne passa ma adoro questo Dio che spreme positività anche da situazioni così ingarbugliate! Gesù conclude la parabola lamentandosi del fatto che negli affari economici siamo molto più impegnati che non nelle cose dell’anima e di Dio.
E ha ragione, Senza essere ossessionati dal denaro siamo giustamente attenti ad avere di che vivere, anche pensando al’ futuro. Mettiamo allora la stessa attenzione per ciò che è essenziale, investiamo tempo ed energia, desiderio e intelligenza per spalancare il nostro cuore alla novità del Regno. E, già che ci siamo, evitiamo di avere debiti o debitori nelle cose dello Spirito.
Il perdono sia sempre abbondante nelle nostre azioni e nel nostro cuore. È un buon affare, credetemi.
FONTE: Amen – La Parola che salva