Deserto che ci purifica, deserto che ci illumina, deserto che ricentra la nostra vita. Per rimettere in ordine i pezzi, per fermarci e guardare noi stessi da fuori, per scrutare l’orizzonte. Per vedere dove stiamo andando e se, potrebbe accadere, siamo diventati come quei vignaioli che non ammettono di non essere i proprietari della magnifica vigna che è stata loro affidata.
Perché a volte ci dimentichiamo che tutto, ma proprio tutto, ci è stato donato: la vita, l’esistenza, le relazioni, le capacità, le possibilità. Che la vita ci è regalata per farla fiorire, per farla crescere, per donare quanto abbiamo ricevuto creando un virtuoso circuito di luce e di pienezza nella logica di Dio.
La vita che abbiamo è un dono, questa giornata è un dono, il fatto di stare pregando è un dono. Poi, certo, spesso vorremmo fosse migliore, vorremmo avere maggiori opportunità, ci lamentiamo di non essere capaci, di non essere all’altezza della situazione. Ma una cosa è evidente: abbiamo ricevuto tutto, e tutto ci è stato affidato. Ma il nostro mondo, spesso, fa esattamente come i vignaioli omicidi che godono dei frutti di ciò che hanno pensando di esserne i proprietari.
E così abbiamo sfruttato il pianeta fino a svuotarlo, manipolato la vita fino a deciderne le sorti, dato sfogo alle peggiori ombre e alla bramosia scordando la solidarietà e la cooperazione. Non siamo i proprietari della vita, e diventa inutile, come facciamo, tapparci le orecchie per non ascoltare i richiami dei servitori venuti a ricordarci chi siamo, a cosa siamo chiamati.
O, peggio, gettare fuori dalla nostra vigna/vita il Figlio venuto a svelare il volto del Padre. Dio ci ha donato una vigna da coltivare e si aspetta un po’ di condivisione, un po’ di rispetto, una buona bevuta in compagnia. Non ci apparteniamo, tutto è nostro ma noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio.
È bello, oggi, vivere questa giornata sapendo che non siamo i dominatori dell’universo, ma che abbiamo l’onore di collaborare con Dio alla Creazione del mondo.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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