Gesù viene considerato dai custodi della Legge, da coloro che pensano di essere i retti interpreti della Tora, i pretoriani della fede, come un anarchico, una testa calda: contesta gli atteggiamenti ipocriti dei devoti, fa emergere le contraddizioni di chi afferma dei principi irrealizzabili, ridicolizza umanissime e intangibili tradizioni falsamente attribuite a Dio…
Ma non è così, e lo ribadisce: Gesù non è venuto a cambiare le norme ereditate da Israele, ma a riportarle alla loro origine, alla volontà benevola di Dio che le ha consegnate perché fossero un percorso di liberazione, non un’opprimente cappa di severe regole morali.
Distingue, il rabbì quanto proviene da Dio da quanto, furbescamente, è stato aggiunto da umanissime tradizioni umane per soggiogare i fedeli. Il progetto di Dio non è cambiato di una virgola: il modo di applicarlo, di interpretarlo, è sempre soggetto ad approssimate interpretazioni, a visioni ristrette e riduttive, a palesi errori.
Vigiliamo per non commettere lo stesso errore anche noi!
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