Gesù sa che la sua fine è vicina, sa che lo aspetta un epilogo drammatico della sua missione. Ha raccolto le sue ultime forze con immensa lucidità per raccogliere accanto a sé i suoi ignari apostoli. Ma non basta.
Potrebbe chiedere aiuto, invocare un sostegno, pretendere un po’ di attenzione come ci si aspetta da un gruppo di discepoli e di amici. Non lo fa. È grande, il Signore. Immenso. Il suo cuore è sconfinato.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Maggio 2024” su Spreaker.Anche nel momento più faticoso, più tenebroso, più combattuto della sua luminosissima vita, mette da parte la sua umanissima pena e la sua paura comprensibile e si preoccupa per i suoi discepoli. Sa che non sono pronti. Come me, come tutti noi.
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Teme, a ragione, che i suoi discepoli crolleranno miseramente davanti allo scatenarsi dell’impero delle tenebre. E li incoraggia con la più semplice delle immagini: le doglie del parto. Che immagine fortissima, potente, che illumina, che rasserena, che svela, che consola.
Viviamo come dentro un grembo materno: la mia vita, la realtà, è come nascosta in un utero. Come il feto è già un uomo ma non lo è ancora, così quello che viviamo è già orientato alla pienezza ma non lo è ancora del tutto. E il dolore che il mondo vive, le ingiustizie, le incomprensioni, i dolori che io vivo (la maggior parte, sinceramente, me li sono creati) sono come le doglie del travaglio di un parto.
La realtà è fuori da questo grembo che è la terra e la storia che stiamo vivendo ed è in continuità con quanto abbiamo vissuto, così come il feto è già l’uomo che diventerà. Ma come una madre, una volta partorito, non si ricorda dei dolori per la gioia della nascita di una vita, così camminiamo verso un futuro pieno di luce e di armonia e, se lo vogliamo, contribuiamo a costruirlo.
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Non da soli, però: affidandoci al risorto che, tornato presso il Padre, asseconda e orienta la nostra ricerca. Stiamo costruendo una terra nuova in cui l’amore è posto al centro. Tutto il resto, per ora, oggi, viviamolo come le doglie di un parto.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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