Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Febbraio 2023

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Non teme di attraversare il territorio della Decapoli, il Maestro, quelle dieci città pagane che i romani, in spregio ai giudei, avevano riconosciuto come città autonome e che ogni pio israelita fuggiva come il fuoco. Non il Signore Gesù che vi vede non dei nemici ma degli uomini e, in questo caso, dei sofferenti.

Un sordomuto viene condotto davanti al Signore ed egli lo allontana dalla folla, perché la guarigione è sempre evento personale, intimo, delicato, <<Effatà>>, dice il Signore, toccandogli labbra e orecchie. <<Apriti!>>. E così avviene. Anche noi abbiamo bisogno di essere toccati e guariti, perché siamo diventati incapaci di ascoltare, legati nel parlare, impediti nel comunicare. Abbiamo la percezione di vivere in un mondo di sordomuti in cui non ci si capisce, in cui ognuno va avanti per la propria strada, difendendo con forza (e violenza) le proprie opinioni.

Abbiamo bisogno di essere toccati dal Signore per imparare ad ascoltare noi stessi, gli altri, Dio stesso. E di imparare a pronunciare parole di verità, di consolazione, di benevolenza, parole che guariscono, non certo parole che umiliano e giudicano. <<Ha fatto bene ogni cosa, fa udire i sordi e fa parlare i muti!>>.

Anche gli abitanti della Decapoli sono entusiasti. Il Signore libera il sordomuto pagano senza chiedergli nulla. Non pone condizioni, il Maestro, vede solo un uomo che soffre e lo libera senza aggiungere altro. Così è il Dio di Gesù, che non fa distinzioni, che non distingue fra i credenti e i meno credenti, fra i “suoi” e gli “altri” come a volte facciamo noi, purtroppo.

Così accade anche a noi, resi muti e sordi dalle chiacchiere degli altri, storditi e rimbambiti dai pensieri che ci impongono e che accogliamo acriticamente. Poco importa se crediamo o meno; il Signore desidera insegnarci ad ascoltare e a proclamare la sua Parola, ma dobbiamo avere il coraggio di osare, di uscire dal gregge per seguire l’unico Pastore.

E per riconoscere, in questa giornata, che il Signore fa bene ogni cosa, nella nostra e nelle altrui vite.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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