Siamo sinceri con noi stessi: a volte rischiamo di essere come i bambini osservati da Gesù: capricciosi, eternamente insoddisfatti, vittimisti. Abbiamo sempre da ridire qualcosa sull’operato di Dio che, evidentemente, non è tanto capace nel fare il suo mestiere: dovrebbe intervenire di più, sanare le situazioni, agire, insomma.
Quando qualcosa non funziona nella nostra vita diventiamo lamentosi, irritabili, pensiamo che, in fondo, Dio ce l’abbia con noi e non ne capiamo il motivo. Vorremmo un Dio più determinato, finanche severo, un cristianesimo etereo e mistico, fatto di digiuni e preghiere. Salvo poi ricrederci e considerare inopportuna una proposta del genere.
Allora preferiamo un volto di Dio più compassionevole e misericordioso, salvo poi scandalizzarci dall’eccessiva condiscendenza del Signore. Non siamo mai veramente soddisfatti, sinceramente… E se, una volta tanto, la smettessimo di fare i capricci e imparassimo a vedere la straordinaria opera di Dio in noi e nella Storia?
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