HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 10 Aprile 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 3, 16-21

Gesù parla ad un combattuto Nicodemo che lo raggiunge durante la notte, per non farsi vedere. Ha una reputazione da difendere, che diamine! ma è curioso. Lui è un credente, un membro del Sinedrio, sa bene di Dio e delle sue leggi.

Ma non è convinto, cerca un volto di Dio diverso. Dio non vuole una classe disciplinata di bravi ragazzi che obbediscono sorridendo. Dio vuole persone autentiche che sappiano mettersi in gioco, che accettino di crescere, che imparino a distinguere le proprie ombre, da adulti, Dio vuole la salvezza, cioè la pienezza di vita per ogni uomo.

E, per farlo, per manifestare la serietà del proprio amore, Gesù già parla del dono di sé totale, del mistero della croce. La croce che, come dice san Massimo il confessore, è il giudizio del giudizio. Davanti alla possibilità di essere dei capolavori o delle fotocopie sbiadite, l’uomo è libero di scegliere. E sono le nostre scelte a giudicarci.

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Possiamo vivere in un prolungato inverno, ostinandoci a dire che non esiste nessuna bella stagione e che, al massimo, noi sappiamo vestirci meglio degli altri. Ma vivere una vita grigia è una non scelta di vita. Dio vuole la nostra salvezza, ad ogni costo.

Non è un giudice, non è un preside, non è un vigile: è un padre tenerissimo! Ma come può Dio sopportare il dolore del bambino che muore di cancro? Non può. Gesù, ad un attonito Nicodemo, indica un simbolo, quel serpente di bronzo innalzato da Mosè per guarire gli ebrei morsi dai serpenti.

Anche lui, Gesù, sarà innalzato e salverà chi volgerà il proprio sguardo verso di lui. Questo è il grande mistero di ogni Pasqua: Dio non ci evita il dolore ma lo assume su di sé, lo innalza, lo trasfigura.

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Perciò siamo salvati, perché Dio per primo ha conosciuto l’abisso della morte e della disperazione e l’ha redento, portandoci con sé. Nessun dolore è per sempre, nessuna sofferenza è inutile ora che è diventata strumento di salvezza. Guardiamo all’appeso ma celebriamo il vivente!

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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