Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 10 Aprile 2020

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Silenzio. La Chiesa tace, riunita attorno alla collina del Golgota. Silenzio assoluto, tutto tace, le nostre chiese sono vuote, spoglie, disadorne. Tolti i fiori, tolte le candele, tolta anche la custodia eucaristica.

Nessun suono d’organo anima la nostra preghiera, solo l’asciuttezza del silenzio attonito e adorante. Oggi nella Chiesa nessuno celebra l’eucarestia, per guardare all’unica eucarestia che Dio celebra dalla croce.

Croce di mistero, croce di strazio, croce di infamia. Ma anche croce gloriosa, croce piena di speranza, croce che rivela, infine, chi è veramente Dio. Silenzio. Entriamo nelle nostre chiese spoglie cercando con lo sguardo l’immagine dell’appeso, che solennemente viene portata in processione e adorata.

Ecco Dio, eccolo, veramente. Così distante il vero Dio dall’immagine piccina che di lui ci siamo fatti e continuiamo a farci. Dio ha dato tutto, è osteso, donato, mostrato. Un Dio che ama fino a morirne, un Dio che si lascia consegnare e appendere per mostrare a tutti che il suo amore è autentico, senza condizioni, senza rimpianti. Davanti alla croce, misura dell’amore e della serietà di Dio, anche noi proclamiamo: Dio grande, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi.

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