Non possiamo trattenere il Maestro, non scherziamo. Non possiamo possederlo, ingabbiarlo, definirlo, bloccarlo. Vorremmo, ci piacerebbe, sarebbe magnifico, ma non è possibile. Dio non è a nostro servizio, non è il genio della lampada pronto ad esaudire ogni nostro desiderio (sano e malsano).
Siamo stati guariti per servire, come accaduto alla suocera di Pietro, siamo stati liberati da una visione demoniaca della vita e della fede, abbiamo scoperto che la sorgente della sua luce interiore è una preghiera intima e feconda col Padre. Ora siamo in grado di farcela da soli, di imitarlo, di diventare suoi discepoli.
Il Maestro ha un’altra urgenza, deve portare la buona notizia del regno ad altre città, in altri luoghi, in altri cuori. Non possiamo trattenerlo, non scherziamo. Possiamo però seguirlo per diventare anche noi dei guaritori, per diventare anche noi degli annunciatori. E sentire l’urgenza, la necessità di dire di Dio.
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