Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 1 Marzo 2023

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Il cammino nel deserto, questa quaresima severa e feconda che stiamo vivendo, ci interroga sul nostro modo di credere. Possiamo avvicinarci a Dio attraverso i miracoli, i prodigi, cercando continuamente dei segni di conferma e Dio, in questo caso, diventa una sorta di potente da convincere, da corrompere per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.

Oppure possiamo, come fece la regina di Saba, cercare la sapienza del re Salomone, riflettere, approfondire, argomentare perché la fede è ragionevole e risponde alle grandi domande della vita; possiamo, infine, dar retta alla predicazione dei profeti di ieri e di oggi, come hanno fatto gli abitanti di Ninive. Spesso, nella vita, pensiamo di sapere cosa ci rende veramente felici e chiediamo a Dio, se esiste, se è buono come immaginiamo, di accontentarci. Siamo disposti a sfinirci di preghiere per essere ascoltati, facciamo promesse e voti. Oppure ricattiamo Dio: se esisti fai che…

O, ancora, corriamo dietro a fenomeni strani, che definiamo soprannaturali: cerchiamo veggenti, apparizioni, rivelazioni private. Ma è Gesù stesso a indicarci la strada corretta per accedere alla piena esperienza di Dio: la conoscenza della fede nell’ascolto di chi, come Salomone, ha meditato e riflettuto sul senso della vita e l’ascolto della profezia, che ancora esiste nella Chiesa.

Abbiamo già segni e prodigi, a saperli scoprire, siamo noi a doverci convertire, non è certo Dio che si deve convertire alle nostre richieste. Gesù non offre prodigi a buon mercato, non fa il guru o il guaritore, fugge la fragile fama che deriva dai prodigi, e si presenta come un profeta più grande di Giona, come un sapiente più saggio del re Salomone.

Smettiamola di correre dietro ai prodigi e accorgiamoci di chi abbiamo qui con noi! Ecco, più di Salomone, più di Giona abbiamo qui! Il Signore Gesù risorto, presente nella sua Parola, nella comunità, nei sacramenti. Questi, e solo questi, sono i “segni” che ci vengono donati oggi.

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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