Non è il giovane ricco il discepolo in grado di seguire questo Maestro. E nemmeno gli apostoli, fragili e litigiosi. Il vero discepolo è un mendicante cieco posto ai lati della strada: Bartimeo. È lì ad attendere qualche spicciolo per sopravvivere.
L’evangelista Marco gioca con i contrasti: Bartimeo è ai margini, la folla al centro, lui non vede, gli altri sì, lui mendica, gli altri, bontà loro, gettano qualche spicciolo con fastidio. Bartimeo rappresenta perfettamente la nostra condizione: messi ai margini, ignorati, ciechi, spesso costretti a mendicare attenzione e affetto da parte degli altri. Non c’è salvezza per lui: la vita lo ha segnato, lo ha condannato a vivere sprofondato nei sensi di colpa per la sua malattia, punizione divina.
Ma non ci sta. Non crede a quella spiegazione popolare plausibile e tremenda. E grida, Grida tutta la sua disperazione, la sua solitudine, grida e il suo grido diventa il grido dell’intera umanità sofferente. Chiede pietà, chiede di essere visto, chiede al Nazareno che passa un po’ di attenzione. Si ferma, il Maestro, non tira diritto. Si ferma e lo manda a chiamare: coraggio, alzati! ti chiama! La stessa folla che poc’anzi lo invitava a tacere, a non disturbare il Maestro, ora viene inviata a incoraggiare il mendicante.
Ed è ciò che, come Chiesa, siamo chiamati a dire, continuamente, a chiunque: fatti coraggio, alzati, non restare a terra, sei chiamato a diventare discepolo. Lascia il poco che ha, il cieco, getta il mantello, si libera dei pochi spiccioli raccolti, diversamente dal giovane ricco. Cosa vuoi che faccia per te? , chiede il Signore. Gloria!, hanno risposto gli apostoli. Luce!, chiede il mendicante. Bartimeo torna a vedere, diventa discepolo, lo segue lungo la strada. Lo segue fino a Gerusalemme dove assisterà allo spettacolo di un Dio che muore per amore.
Ecco il vero discepolo: chi sa riconoscere la propria cecità, chi si stanca di mendicare, chi grida il proprio dolore, chi si fida del Maestro e lo segue fino a Gerusalemme.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 10,46-52
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