Alle ore 9 di questa mattina, nellโAula Paolo VI, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap., ha tenuto la terza Predica di Quaresima โSaperci rialzareโ (la gioia della Risurrezione).
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: Ancorร ti in Cristo. Radicati e fondati nella speranza della Vita nuova.
Le successive prediche di Quaresima avrร luogo venerdรฌ 11 aprile.
La riflessione centrale รจ il mistero della Risurrezione di Cristo e il suo significato per la fede e la vita dei credenti. Pasolini esplora come la Risurrezione, lungi dallโessere un atto di potenza appariscente, si manifesti con modestia e parsimonia, invitando a un amore che non cerca vendetta ma offre perdono. La predica medita anche sullโimportanza del battesimo, della gioia pasquale, della necessitร di una fede personale e della capacitร di trovare Dio e il paradiso in ogni azione quotidiana. Infine, affronta il ruolo della sofferenza e della croce nel cammino verso la gloria, culminando in una preghiera.
I punti principali della terza predica:
- La predica รจ dedicata in modo particolare al Santo Padre, con lโaugurio che la forza della Risurrezione di Cristo possa infondergli la capacitร di rialzarsi e riprendere la guida della sua Chiesa durante il tempo del Giubileo.
- Il gesto di attraversare la Porta Santa durante lโanno del Giubileo รจ un atto simbolico che esprime il desiderio di abbandonare il peccato e accedere alla vita di Cristo, una porta di speranza verso la salvezza e la vita eterna. Tuttavia, rimanere uniti a Cristo richiede un impegno attivo, imparando a โnuotare nelle acque del nostro battesimoโ.
- La Risurrezione di Cristo รจ lโevento piรน importante per la fede cristiana. Dal confronto con questo mistero si puรฒ attingere la luce necessaria per orientare i propri passi, superando la paura della sofferenza e della morte e mantenendo lo sguardo fisso sulla meta dellโamore di Cristo.
- La Risurrezione richiede di abbandonare la convinzione che sia impossibile rialzarsi anche dopo grandi sconfitte e fallimenti.
- Il modo in cui Gesรน รจ risorto รจ sorprendente: invece di cercare vendetta o affermare la sua superioritร , si manifesta ai suoi amici con grande parsimonia e modestia. Questo รจ attestato dai Vangeli, in particolare dalla conclusione originaria del Vangelo di Marco, dove le donne, pur avendo ricevuto lโannuncio della Risurrezione, non dissero nulla a nessuno per la paura. Anche Matteo sottolinea la reticenza iniziale e riporta i tentativi di screditare lโevento della Risurrezione.
- La scelta di una manifestazione cosรฌ discreta non รจ dovuta a debolezza, ma alla logica dellโamore. Gesรน non sente la necessitร di imporre la sua presenza, ma solo il desiderio di continuare a proporsi.
- Questo comportamento rispecchia lโinno alla caritร di Paolo: lโamore non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, scusa tutto, crede tutto, spera tutto, sopporta tutto. Lโamore che ha risollevato Gesรน dalla morte non รจ impermeabile alla sofferenza, ma chi ama davvero non serba rancore.
- La Pasqua pone una domanda sulla nostra felicitร nel presente. Se non siamo felici di ciรฒ che stiamo vivendo ora, anche una resurrezione futura non avrebbe senso se ci riproponesse unโesistenza insoddisfacente.
- La Risurrezione non รจ la rianimazione di un cadavere, ma il risveglio e lโinsurrezione di un vivente, una vita nuova ed eterna che conserva i segni della vita terrena, ma che la morte non ha potuto sconfiggere.
- Gesรน risorto entra nel luogo chiuso per la paura dei discepoli e li saluta con la pace, mostrando le sue ferite. Questo gesto, inaspettato, dimostra che Gesรน รจ riconciliato con la sua passione e desidera che anche i suoi amici si riconcilino con ciรฒ che รจ accaduto. Le piaghe diventano unโofferta di perdono.
- Risorgere significa prendersi il sorriso e la gioia di chi รจ felice anche se lo hai deluso, perchรฉ questo รจ stato per lui unโoccasione per confermarti il suo amore. Spesso fatichiamo a credere a questo amore incondizionato di Dio.
- Il cristianesimo รจ un incontro con un volto capace di infondere questo amore, non una semplice dottrina o cultura.
- Gesรน risorto non licenzia i suoi discepoli, ma li conferma nel mandato di riconciliazione, comunicando loro lo Spirito Santo. Essi devono essere strumenti di riconciliazione nel mondo, condividendo lโesperienza dโamore ricevuta. Risorgere significa anche ridare la vita a chi lโha perduta e restituire fiducia.
- La figura di Tommaso rappresenta la necessitร di una verifica personale e profonda della fede. Egli non si accontenta del racconto altrui, ma vuole toccare le ferite di Gesรน per credere. Gesรน accoglie la sua richiesta, dimostrando lโimportanza del dissenso e del proprio cammino di fede. La fede nella Risurrezione deve essere personale e comunitaria.
- Le manifestazioni del Risorto sono spesso discrete e i suoi amici inizialmente faticano a riconoscerlo. Questo si spiega con il fatto che la Risurrezione รจ unโesperienza di amore, non di potere.
- Lโepisodio in cui Gesรน mangia con i discepoli dimostra che non รจ un fantasma, ma un corpo risorto, prefigurando la risurrezione della carne. Inoltre, sottolinea che ogni momento della vita, anche il piรน ordinario, puรฒ diventare manifestazione e anticipazione del Regno dei Cieli se vissuto in apertura a Dio e agli altri.
- Lโombra che puรฒ rallentare questa gioia รจ lโaspettativa di una realtร senza croce. Lโepisodio di Emmaus evidenzia come la difficoltร dei discepoli nel credere alla gioia della Pasqua sia legata allโincomprensione del ruolo della sofferenza. Non che Dio abbia bisogno della sofferenza, ma attraverso di essa si manifesta lโintensitร del suo amore. Nonostante il dolore, nel cuore dei discepoli di Emmaus rimaneva una โbraceโ dโamore di Dio.
- Nella sua Risurrezione, Gesรน ha lasciato un testamento prezioso, rivelando tratti importanti dellโumanitร : รจ inutile prendersela quando le cose non vanno come previsto, e rimanere liberi anche nelle relazioni difficili รจ essenziale per far riaffiorare la vita attraverso lโautentico perdono. Il perdono รจ la capacitร di mostrare le ferite ricevute e ricominciare senza rancore.
- La predica si conclude con una preghiera al Padre per rinascere nella luce della vita rinnovati dallo Spirito Santo.
Leggi la trascrizione della predica:
Fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Un saluto particolare al Santo Padre, a cui abbiamo dedicato tutte le meditazioni degli esercizi e di questa Quaresima, e in particolare questa che si intitola โsapersi rialzareโ. Contempliamo oggi la gioia, il mistero della Risurrezione, e ci auguriamo che questa forza con cui Cristo si รจ risollevato dalla morte, ecco, venga infusa anche al nostro Santo Padre per potersi rialzare e riprendere un poโ il timone della sua Chiesa in questo tempo di Giubileo.
Il gesto che compiamo nellโanno del Giubileo di attraversare la Porta Santa รจ un movimento simbolico con cui esprimiamo il nostro desiderio di lasciarci alle spalle il peccato e accedere alla vita di Cristo: una porta di speranza che ci conduce alla salvezza e alla vita eterna. Nei primi passi di queste meditazioni โquasimodoโ, ci siamo perรฒ ricordati che tutto questo non รจ nรฉ meccanico nรฉ scontato. Se vogliamo rimanere ancorati, uniti a Cristo, dobbiamo imparare a nuotare nelle acque del nostro battesimo, perchรฉ il battesimo รจ una vita che dobbiamo accogliere responsabilmente e personalmente. Il momento della vita diโฆ o che oggi proviamo a guardare, dopo aver contemplato il battesimo e la sua vita pubblica nelle puntate precedenti, รจ quello della Risurrezione, decisamente lโevento piรน importante per la nostra fede e anche per il nostro sguardo su Cristo. Proprio da questo confronto con il mistero della sua Risurrezione possiamo attingere la luce che ci serve per orientare bene i nostri passi. Guardare alla Risurrezione significa non lasciarsi irretire o imprigionare dalla paura della sofferenza e della morte, ma mantenere lo sguardo fisso sulla meta verso cui lโamore di Cristo ci conduce.
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Naturalmente, tutto questo esige una rinuncia importante: abbandonare la convinzione che sia impossibile rialzarsi e ricominciare anche dopo le piรน grandi sconfitte e i piรน grandi fallimenti. Se leggiamo i Vangeli e mettiamo accanto le testimonianze sulla Risurrezione di Cristo, cโรจ una sorpresa che non รจ solo e tanto che un uomo, il Figlio di Dio, sia risorto dai morti (questo รจ giร un evento straordinario), ma il modo in cui abbia scelto di farlo, lasciandoci una testimonianza meravigliosa di cosa lโamore sia capace di fare quando si rialza da una grande sconfitta per proseguire il suo cammino.
Per mettere a fuoco questa sorpresa, ci รจ utile partire dalla esperienza comune: quando noi riusciamo a risollevarci dalle nostre sconfitte, magari dopo aver subito qualche delusione e qualche trauma nel campo sempre difficile delle relazioni umane, una cosa che facciamo tutti tendenzialmente รจ quella di provare a prenderci qualche rivincita o comunque affermare la nostra superioritร per mostrare agli altri che avevamo ragione noi. Ecco, uscito dagli inferi della morte, Gesรน non sente il bisogno di prendersela con niente e con nessuno, nรฉ di affermare la sua superioritร su quanti si sono resi protagonisti o complici della sua morte.
Lโunica cosa che Gesรน, ormai Signore della vita e della morte, sceglie di fare รจ manifestarsi ai suoi amici con una grande parsimonia e modestia di gesti e di incontri. Questo lo attestano un poโ tutti i Vangeli. Forse la testimonianza piรน forte da questo punto di vista รจ quella di Marco, il piรน antico dei Vangeli: se lo leggiamo fermandoci alla sua conclusione originaria (Marco 16, 1-8), troviamo una scena sconcertante. Le donne ascoltano lโannuncio della Risurrezione di Gesรน da parte di questo giovane vestito di bianco, escono dal Sepolcro, si mettono a correre e non dissero niente a nessuno, perchรฉ avevano paura. Fine della narrazione: non cโรจ nessun incontro con il Signore risorto. I 12 versetti che sono stati aggiunti posteriormente, noi li riteniamo comunque canonici e ispirati, contengono degli incontri, dei momenti di apparizione. Ma la primitiva Chiesa non li ha considerati necessari per credere alla Pasqua di Gesรน.
Il Vangelo di Matteo sottolinea questa reticenza narrativa in un altro modo: troviamo le donne che si allontanano dal Sepolcro, Gesรน appare loro in questo caso per dare una conferma allโannuncio ricevuto dallโangelo. Tuttavia, subito dopo, lโevangelista si preoccupa di spiegare perchรฉ la Risurrezione di Cristo sia stato un evento storico su cui si sono sollevati fin da subito enormi dubbi. Ascoltiamo questi versetti del capitolo 28 di Matteo: โMentre le donne erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in cittร e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo: โDite cosรฌ: i suoi discepoli sono venuti di notte e lโhanno rubato mentre noi dormivamo. E se mai la cosa venisse allโorecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazioneโ. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Cosรฌ questo racconto si รจ divulgato fra i Giudei fino ad oggiโ.
Di fronte a questa debolezza di attestazioni, viene spontaneo domandarci perchรฉ il Signore Gesรน, risollevatosi dalla morte, non ha preferito mostrare con maggior forza ed evidenza la sua vittoria? Perchรฉ ha scelto una manifestazione cosรฌ reticente da poter generare non solo fraintendimenti, ma anche un certo scetticismo nei confronti di un evento cosรฌ superiore alle nostre facoltร di comprensione e cosรฌ necessario per la salvezza del mondo? Non sarebbe stato meglio prendersi una bella rivincita davanti agli occhi di tutti e chiarire il grande dubbio: โMa Dio esiste davvero o no? Ma Dio รจ capace di oltrepassare lโostacolo della morte?โ, perchรฉ sono queste le domande che tengono ancora lโumanitร dentro una nebbia, una coltre di dubbio.
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Il solo modo per rispondere a questi interrogativi leciti รจ leggere la Risurrezione come unโesperienza di amore e non come un atto di potenza. Nella logica dellโamore possiamo capire come mai Gesรน non senta alcuna necessitร di imporre la sua nuova presenza nel mondo e nella storia, ma solo il grande desiderio di continuare a proporsi.
Si capiscono forse davanti alla Risurrezione le parole di Paolo nellโinno alla caritร : โLโamore non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopportaโ. Certo, questa intensitร di amore, di cui parla anche Paolo, che ha risollevato il corpo di Gesรน dalla morte, non significa che Dio sia impermeabile alla sofferenza, ma solo che chi ama davvero non sente mai il bisogno di contare i torti subiti, perchรฉ la gioia di quello che ha vissuto supera ogni rancore, anche quando le cose sono andate diversamente da come si erano immaginate. Cioรจ, Gesรน non se la prende con nessuno perchรฉ รจ stato felice di aver vissuto il suo mistero di passione e morte.
Forse questa diventa una domanda per noi, per tutte le volte che invece nella vita ce la prendiamo per qualcosa che accade o non accade secondo quello che noi abbiamo immaginato, perchรฉ questi momenti sono dei momenti di verifica: la verifica di quanta libertร cโรจ in quello che abbiamo vissuto o in quello che stiamo vivendo. Se ci accorgiamo di rimanerci troppo male o di prendercela troppo quando le cose non vanno come avevamo immaginato, forse รจ venuto il momento di chiederci se quello che stiamo facendo lo stiamo vivendo nella gratuitร . Perchรฉ se io sono felice di fare qualcosa, non รจ lโesito, il finale della storia, a determinare i miei sentimenti. Non puรฒ essere quello. Certo, io posso rimanerci male, ma non me la prendo con niente e con nessuno se quello che ho vissuto era quello che intendevo vivere.
Per cui, questo aspetto della Pasqua di Gesรน ci pone una domanda: siamo felici di quello che stiamo vivendo, di quello che il Signore in questo momento storico ci sta permettendo di vivere, oppure no? Anche perchรฉ cโรจ una domanda niente affatto scontata: se non siamo felici di quello che la vita ora ci consente di vivere, se anche dovessimo rialzarci dalla morte un giorno, a cosa ci servirebbe poter riavere lโoccasione di vivere quello che non ci rende ancora felici? Non sarebbe certo una bella vita eterna rialzarci e avere davanti qualcosa che รจ eterno ma non รจ capace di saziare la fame del nostro cuore.
Veniamo a un altro aspetto della Risurrezione di Gesรน, la quale non puรฒ essere considerata tanto come la rianimazione di un cadavere. La Risurrezione รจ il risveglio, anzi lโinsurrezione di un vivente, la vita nuova ed eterna che il Padre ha restituito al Figlio non รจ unโaltra vita rispetto a quella che Gesรน aveva giร vissuto. Per questo, il corpo di Gesรน conserverร i segni della vita incarnata in questo mondo, ma รจ la conseguenza di una vita traboccante di bene e di amore che la morte non ha potuto divorare. Torna in mente lโimmagine della balena che sputa Giona, un riferimento che anche Gesรน farร nel corso dei suoi insegnamenti. Ecco, la morte non ha potuto inghiottire il corpo vivente di Gesรน.
Ascoltiamo allora un brano che ci fa capire cosa questo significhi. Lo prendiamo dal Vangelo di Giovanni al capitolo 20: โLa sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: โPace a voi!โ. Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fianco, e i discepoli gioirono al vedere il Signoreโ. Dopo essere stato negli inferi a prendere per mano coloro che erano morti, Gesรน entra nella stanza chiusa di chi รจ ancora prigioniero della paura e della tristezza a causa del fallimento. Se giร il saluto che Gesรน rivolge ai discepoli (โPace a voi!โ) costituisce una grande sorpresa, il gesto che Gesรน pone davanti ai loro occhi sovverte ogni galateo a cui noi siamo abituati, perchรฉ esibire anzichรฉ nascondere quelle ferite che potrebbero riattivare la memoria dolorosa della passione, quando รจ uscito fuori il peggio nel gruppo dei dodici (tradimento, fuga, rinnegamento), perchรฉ farlo in un modo cosรฌ palese, cosรฌ evidente?
Ma soprattutto, come mai i discepoli nel vedere quel segno gioiscono? Una cosa lโabbiamo giร detta: Gesรน mostra i segni della passione perchรฉ รจ completamente riconciliato con quello che ha vissuto e sofferto, ma il suo desiderio รจ che anche i suoi amici si riconcilino con tutto quello che รจ accaduto. Per questo mostra loro le sue piaghe, non per farli sentire ancora piรน in colpa evidentemente, ma per mostrarsi a loro senza ricatti, senza pretese. ร come se Gesรน non avesse voluto rinunciare ai suoi discepoli nellโora della passione e ora, nel momento della Risurrezione, vuole che nemmeno i discepoli rinuncino a lui e lo accolgano cosรฌ comโรจ. Insomma, Gesรน sta davanti ai discepoli con un corpo che dice la sua felicitร di aver avuto un buon motivo per soffrire fino a quel punto, e quel motivo sono proprio i discepoli. ร come se, facendogli vedere il suo corpo piegato, gli dicesse: โHo sofferto tanto per amore, ma il motivo eravate voi a cui ora mostro il mio sorrisoโ.
Allora, queste piaghe mostrate in questo modo, con questo atteggiamento, diventano la vera offerta di perdono. E se vogliamo essere sinceri, noi nei momenti in cui dobbiamo riconciliarci con qualcuno abbiamo piรน pudore, non perchรฉ siamo piรน buoni, ma perchรฉ siamo meno in pace con quello che รจ successo. Noi tante volte diciamo: โMa sรฌ, dai, non preoccuparti, รจ tutto passato, non ci pensiamo piรนโ, ma in realtร le nostre ferite stanno sanguinando ancora e il cuore non รจ in pace. Per questo ci mostriamo buoni, forti agli occhi degli altri. Gesรน fa proprio il contrario, perchรฉ quello che a lui interessa non รจ mostrarsi forte, ma รจ togliere dal cuore dei discepoli anche la piรน piccola traccia di risentimento e di dolore.
I discepoli possono finalmente capire che risorgere significa questo: prendersi il sorriso, la gioia di qualcuno che รจ felice anche se tu lo hai deluso, perchรฉ questo per lui รจ stato lโoccasione di confermarti il suo amore. Noi tante volte davanti allโamore di Dio abbiamo solo un problema: non riusciamo a credere e quindi a prendere questo amore. Tanto รจ grande, tanto รจ inimmaginabile: Dio รจ felice di noi anche dopo che lo abbiamo deluso. Quando andiamo a confessarci, questo รจ in genere la paura che dobbiamo attraversare: โMa puรฒ Dio avere ancora un amore infinito per me?โ. ร il brivido che ci percorre ogni volta che ci avviciniamo a lui, il grande sospetto. Ecco, questo Amore, questo tipo di amore, non si puรฒ nรฉ spiegare nรฉ insegnare a parole, ma solo trasmettere.
Per questo il cristianesimo non potrร mai ridursi a una dottrina o a una cultura: รจ un incontro con un volto capace di infondere questa intensitร di amore. E tutte le volte che la Chiesa, ecco, si fermerร troppo no a concetti, a parole da dire, perderร lโereditร piรน grande che ha, che invece รจ la trasmissione di unโesperienza di amore, non la riduzione di questa esperienza a un concetto, seppur chiaro e legittimo da formulare.
Gesรน disse loro di nuovo: โPace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiโ. Detto questo, soffiรฒ e disse loro: โRicevete lo Spirito Santo; a coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiโ. Questo passo รจ meraviglioso perchรฉ Gesรน non solo non licenzia i suoi amici, i suoi collaboratori, ma li conferma, raddoppiando anzi il mandato, che non va inteso tanto come lโesercizio di un potere, ma come lโassunzione di una responsabilitร , la piรน bella. Come se Gesรน dicesse loro: โState gioiendo nel vostro cuore? Bene, se non sarete voi strumento di riconciliazione nel mondo che avete vissuto questa esperienza di Amore, ma chi potrร esserlo? Andate, non tenetelo per voi!โ. ร esattamente la stessa cosa che Gesรน aveva detto loro nellโultima cena: โQuesto รจ il mio corpo, questo รจ il mio sangue versato per moltiโ. Non trattenetevi, uscivano a non far vedere quel sorriso di Risurrezione che il Signore aveva generato in loro ed era contagioso. Altri uomini e altre donne vedevano che alcune persone risorgevano dai loro peccati, si rialzavano dalle loro macerie, e questa era inarrestabile.
Gesรน si manifesta ai discepoli non solo per liberarli dal senso di colpa o suscitare una emozione passeggera. Soffiando sui discepoli lo spirito che ha guidato la sua missione, il Risorto comunica loro la sua stessa vita e il suo stesso ardore di caritร , perchรฉ sorgere significa anche questo: ridare la vita a chi lโha perduta, restituire fiducia a chi non ha piรน la forza di credere nemmeno in se stesso. E questo significa essere generativi e fecondi, che รจ lโobiettivo di una vita risorta.
Tuttavia, lasciarsi rigenerare non รจ semplice. Ne sa qualcosa Tommaso, che non era presente quando Gesรน appare e dona ai discepoli lo Spirito e la pace. Il suo comportamento, tante volte etichettato come incredulitร , รจ in realtร qualcosa di scomodo ma di importante con cui la Chiesa ha dovuto fare i conti da sempre. Tommaso non si lascia sedurre facilmente dalla notizia della Pasqua, non perchรฉ ne abbia meno bisogno degli altri, ma perchรฉ prima di tornare a respirare e a sorridere vuole essere certo che Dio non si รจ limitato a dimenticare il male, ma ha saputo ricordarlo in un modo nuovo. Cioรจ, a Tommaso non basta una buona notizia, una pacca sulla spalla. Non crede alla Risurrezione finchรฉ non ci mette il naso, perchรฉ le piaghe di Gesรน non vuole soltanto vederle, ma le vuole persino toccare. Cosรฌ si esprime: โSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e metto la mia mano nel suo fianco, io non credo!โ.
Tommaso incarna quella parte di noi che non si accontenta di asciugarsi le lacrime e abbozzare una qualche felicitร , ma desidera ritrovare una gioia autentica, piena, per tornare davvero a vivere. Non cerca una consolazione di passaggio, ma una risposta vera capace di reggere allo scandalo del dolore e della perdita, cioรจ di quel dolore misterioso che tutti proviamo quando le cose finiscono. Per questo, prima di lasciarsi toccare dalla Risurrezione, รจ lui che vuole toccare le ferite dellโamore. Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa e cโera con loro anche Tommaso. Venne Gesรน, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: โPace a voi!โ. Poi disse a Tommaso: โMetti il tuo dito qui e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!โ. Gli rispose Tommaso: โMio Signore e mio Dio!โ.
Gesรน non lo rimprovera quando arriva, ma anzi gli offre tutto ciรฒ di cui Tommaso ha avuto il coraggio di dichiarare di aver bisogno, piuttosto che accettare passivamente il racconto degli altri. Tommaso รจ testimone dellโimportanza del dissenso rispetto a quello che la comunitร sta dicendo in un dato momento. Si รจ preso tutto il suo tempo necessario per lasciarsi raggiungere dallโamore di Cristo fino a poterne fare unโesperienza personale e profonda. E alla fine sorpassa tutti: Tommaso perchรฉ non dice soltanto che Gesรน รจ il Signore, ma che รจ il suo Signore, il suo Dio. Si appropria della Risurrezione.
ร molto bello che questa lettura di Tommaso la Chiesa la celebri proprio nella seconda domenica di Pasqua, al termine di quegli otto giorni in cui, nel cristianesimo primitivo, dopo che i neofiti si erano battezzati e avevano celebrato per otto giorni il mistero di Cristo con le vesti bianche addosso, si arrivava alla domenica โin albis deponendisโ, quando, deponendo quei vestiti bianchi, si aveva anche il coraggio di dire: โQuesto abbiamo messo dei segni sul nostro corpo per dire che siamo di Cristo, che siamo nuove creature. Ora questi segni li togliamo perchรฉ dobbiamo diventare nuove creature con i nostri propri lineamenti, con la nostra unicitร โ. E questa รจ unโaltra esigenza della Pasqua: non si puรฒ credere soltanto comunitariamente, ma bisogna credere anche personalmente, perchรฉ la forza della Risurrezione vuole essere un dono per tutti, ma anche per ciascuno, e ciascuno ha il diritto di fare il suo cammino personale per appropriarsene.
Lโultimo passo che facciamo ci fa tornare alla domanda iniziale, ci fa tornare lรฌ. Abbiamo visto che il Risorto non ha bisogno di compiere gesti appariscenti e straordinari per poter rivelare la sua nuova esistenza. La luce della Risurrezione sembra essere meno abbagliante di quella della Trasfigurazione. Nessuno dei suoi amici รจ in grado immediatamente di riconoscere il Risorto: Maria di Magdala lo confonde con un giardiniere, gli apostoli lo prendono per un pescatore importuno, i discepoli di Emmaus lo scambiano con il piรน ingenuo degli abitanti di Gerusalemme. Perchรฉ tutta questa riluttanza, questa mancanza di effetti speciali?
Ascoltiamo un altro testo, lo prendiamo dal Vangelo di Luca: โMentre i discepoli parlavano di queste cose, Gesรน in persona stette in mezzo a loro e disse: โPace a voi!โ. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: โPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io hoโ. Dicendo questo, mostrรฒ loro le mani e i piedi. Ma poichรฉ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: โAvete qui qualcosa da mangiare?โ. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiรฒ davanti a loroโ.
Verrebbe da formulare questa domanda: dunque il Risorto si รจ rialzato solo per poter dire ai discepoli: โMangiamo qualcosa insieme?โ. La risposta รจ anche sรฌ. E in questa semplice convivialitร che il Risorto sceglie di stabilire con i suoi amici ci sono due significati importanti. Il primo รจ molto semplice: Gesรน non รจ un fantasma o uno spirito, ma un corpo risorto dalla morte. E questo ci svela un destino a cui tutti noi andiamo incontro: la Risurrezione della carne, non solo la salvezza dellโanima. Quindi noi abbiamo nei confronti del nostro corpo una grande responsabilitร , anche di non smettere mai di conoscerlo e di comprenderlo.
Il secondo significato รจ piรน difficile da descrivere, ma รจ meraviglioso da gustare: Gesรน si prende del tempo per fare con i discepoli un gesto assolutamente ordinario per spiegare loro che dopo la Risurrezione ogni momento della vita puรฒ diventare manifestazione e anticipazione del Regno dei Cieli: mangiare, lavorare, camminare, pulire, scrivere, aggiustare, attendere, affrettareโฆ tutto, ma proprio tutto quello che la realtร ci consente di fare puรฒ esprimere la vita dei figli di Dio. Tutto รจ ormai Grazia e quindi ogni cosa puรฒ diventare un rendimento di grazie. Questa รจ la conseguenza della Pasqua: la realtร , qualunque realtร cosรฌ comโรจ, puรฒ essere unโoccasione di felicitร se sappiamo viverla in apertura a Dio e agli altri.
Questa cosa lโaveva capita splendidamente Madeleine Delbrรชl, che mi sembra abbiamo giร avuto modo di citare una volta, che nelle pagine di un libro giustamente celebre scrive cosรฌ: โIl fatto di abbandonarci alla volontร di Dio ci consegna nello stesso istante alla Chiesa che da questa volontร รจ resa costantemente salvatrice e madre di Grazia. Ciascun atto docile ci fa ricevere pienamente Dio e dare pienamente Dio in una grande libertร di spirito. Allora la vita รจ una festa, ogni piccola azione รจ un avvenimento immenso nel quale ci viene dato il paradiso, nel quale possiamo dare il Paradiso. Non importa che cosa dobbiamo fare: tenere in mano una scopa o una penna stilografica, parlare o tacere, rammendare o fare una conferenza, curare un malato o battere a macchina. Tutto ciรฒ non รจ che la scorza della realtร splendida, lโincontro dellโanima con Dio rinnovata ad ogni minuto che ad ogni minuto si accresce in grazia, sempre piรน bella per il suo Dio. Suonano? Presto, andiamo ad aprire: รจ Dio che viene ad amarci. Unโinformazione? Eccola: รจ Dio che viene ad amarci. ร lโora di metterci a tavola? Andiamoci: รจ Dio che viene ad amarci. Lasciamolo fare!โ.
Se cโรจ unโombra che puรฒ rallentare questa festa, questa intensitร di vita, รจ lโaspettativa di una realtร in cui la croce non deve mai arrivare. ร questo lโultimo dubbio che il Risorto cerca di strappare dalla mentalitร dei suoi discepoli. Ricordiamo tutti lโepisodio di Emmaus. A un certo punto, questo viandante misterioso che cammina con i due discepoli tristi dice loro: โStolti e lenti di cuore a credere in tutto ciรฒ che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?โ. E cominciando da Mosรจ e da tutti i profeti spiegรฒ loro in tutte le Scritture ciรฒ che si riferiva a lui. Il punto incompreso รจ proprio quello della Croce: รจ il motivo per cui i discepoli non riescono a fare il salto dentro la gioia della Pasqua: โLa sofferenza non doveva esserci, la sofferenza non dovrebbe esserciโ. Qui noi puntiamo i piedi, siamo stolti e lenti di cuore a capire. Non che a Dio serva la sofferenza, ma che proprio attraverso la sofferenza si manifesti lโintensitร , lโinarrestabile dellโamore di Dio.
Quando poi arrivano nella locanda, sappiamo come va a finire il racconto: โQuando fu a tavola con loro, prese il pane, recitรฒ la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparรฌ dalla loro vista. Ed essi dissero lโun lโaltro: โNon ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?'โ. Alla fine di questo episodio cโรจ un particolare molto importante: i discepoli si accorgono che, nonostante il dolore, la tristezza, i fallimenti, in fondo al loro cuore cโera una brace che non si era mai spenta: la brace dellโamore di Dio. Per questo si accorgono che i loro cuori ardono dopo. Ecco, questa รจ la modalitร piรน ricorrente con cui il Risorto riesce a riprenderci e a farci rileggere quei momenti che noi avremmo volentieri cancellato dalle pagine della nostra vita, aiutandoci a credere che lโamore, cioรจ il legame con lui, in realtร non si รจ mai definitivamente tolto, distrutto. โLe grandi acque non possono spegnere lโamoreโ: รจ quello che sperimentano i due discepoli di Emmaus.
Concludiamo: nella sua Risurrezione, il Signore Gesรน ci ha lasciato un testamento prezioso, rivelandoci alcuni tratti importanti della nostra umanitร . Quando si lascia condurre dallo spirito, Cristo non ha improvvisato quel momento di risollevamento dalla morte, ma lโha preparato in tutta la sua vita imparando a vivere queste disposizioni interiori che ora riepiloghiamo, stabilendo con noi delle relazioni di amore gratuito. Il Signore ha compreso che prendersela quando le cose non vanno come previsto รจ inutile, e lo ha raccomandato anche ai discepoli: โQuando non vi accoglieranno, andate avanti, scuotete la polvere e ricominciateโ. Non serve pro veraโฆ non serve. Poi la Risurrezione ci ha mostrato che rimanere liberi anche nelle relazioni piรน difficili รจ lโunico modo per far riaffiorare la possibilitร della vita attraverso un autentico perdono. Il perdono esiste: รจ la capacitร di mettere davanti agli occhi dellโaltro le ferite che abbiamo ricevuto e poi ricominciare, solo cosรฌ, senza rancore, senza risentimento, si diventa testimoni dellโamore piรน grande, quello che le grandi acque non possono spegnere, quello che rimane come brace in fondo a tutte le nostre umanitร .
Allora preghiamo: o Padre, che per mezzo del tuo Figlio unigenito hai vinto la morte e hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi che celebriamo la Risurrezione del Signore di rinascere nella luce della vita, rinnovati dal tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.