Padre Roberto Pasolini โ€“ Prima Predica di Quaresima in Vaticano โ€“ 28 Marzo 2025

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Alle ore 9 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima, Andare altrove (la libertร  nello Spirito).

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: Ancorร ti in Cristo. Radicati e fondati nella speranza della Vita nuova.

Le successive prediche di Quaresima avranno luogo venerdรฌ 4 aprile e venerdรฌ 11 aprile.

Fonte

Seconda Predica di Quaresima: Andare altrove (la libertร  dello Spirito), 28 marzo 2025

La โ€œSeconda Predica di Quaresimaโ€ del 28 marzo 2025 si concentra sul tema del โ€œandare altroveโ€ (la libertร  dello Spirito) nella vita di Gesรน e come questo possa riflettersi nella nostra vita spirituale.

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I punti principali trattati sono:

Conclusione sulla necessitร  di vivere il Vangelo in modo non scontato: Lโ€™omelia esorta a far maturare le relazioni rispettando i tempi, a saper deludere le aspettative per favorire una libertร  autentica e a non esigere mai nulla da nessuno, confidando nella capacitร  della veritร  e dellโ€™amore di maturare in una libera adesione.

Lโ€™importanza di non rimanere ancorati a punti acquisiti: Lโ€™omelia sottolinea come la vita cristiana debba essere caratterizzata da un dinamismo interiore, sullโ€™esempio di Cristo che รจ vivo e ci invita ad accogliere la sua vita. Questo si lega al concetto di rimettersi in cammino, come suggerito dalla spiritualitร  dellโ€™anno del Giubileo.

La capacitร  di Gesรน di andare oltre il successo immediato: Viene citato lโ€™episodio in cui Gesรน, dopo aver compiuto molte guarigioni nel suo primo giorno pubblico, decide di andare in altri villaggi per predicare anche lร , rifiutando di fermarsi dove aveva giร  ottenuto consenso. Questo dimostra come Gesรน non volesse creare dipendenza o fare il โ€œpadroneโ€ sulla vita degli altri.

La prudenza di Gesรน nel non fidarsi immediatamente degli altri: Lโ€™omelia evidenzia come Gesรน, pur avendo spalancato la porta della fiducia, non si fidasse subito dellโ€™entusiasmo superficiale delle folle che credevano in lui dopo aver visto i suoi segni. Questo atteggiamento nasceva da una profonda conoscenza del cuore umano, capace sia di bene che di male. Gesรน insegnava che la vera fiducia matura con consapevolezza e non attraverso una facile complicitร .

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La capacitร  di Gesรน di deludere le aspettative per suscitare una fede piรน autentica: Viene analizzato lโ€™episodio dellโ€™incontro con la donna cananea, a cui inizialmente Gesรน non rivolge la parola. Questo comportamento, apparentemente indifferente, aveva lo scopo di far emergere la grande fede e la perseveranza della donna. La sua insistenza e il suo modo di porsi come una figlia che attende fiduciosa la grazia portano Gesรน a riconoscerle una grande fede e a guarire sua figlia.

La capacitร  di Gesรน di prendere distanza dal consenso delle folle: Lโ€™omelia ricorda lโ€™episodio della moltiplicazione dei pani, in cui la folla, entusiasta, voleva fare re Gesรน. La sua reazione fu quella di ritirarsi da solo sul monte, dimostrando di non essere alla ricerca di riconoscimenti immediati e di non volere un consenso basato su una comprensione superficiale dei suoi segni.

La libertร  interiore di Gesรน e lโ€™invito alla libertร  per i suoi seguaci: Viene sottolineato come Gesรน non obblighi nessuno a seguirlo e rispetti la libertร  di scelta dei suoi discepoli, anche quando molti lo abbandonano dopo il discorso sul pane di vita. Lโ€™invito iniziale di Gesรน (โ€œVenite dietro a meโ€) si trasforma gradualmente in unโ€™esortazione ipotetica (โ€œSe uno vuol venire dietro a meโ€).

Lโ€™importanza di una fede autentica e libera da obblighi o abitudini: La parabola dei due figli illustra come sia piรน significativo un โ€œnoโ€ iniziale seguito da un pentimento e da unโ€™adesione sincera, piuttosto che un โ€œsรฌโ€ di compiacenza non seguito dai fatti. Dio desidera figli liberi di esprimere il proprio sentire, anche il dissenso, piuttosto che schiavi delle aspettative.

Trascrizione del video

Prego misericordia. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ave Maria, grazia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Jesus. Santa Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

Preghiamo, Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua parola e la mette in pratica: apri il nostro cuore alla beatitudine dellโ€™ascolto e, con la forza del tuo spirito, fa che noi pure diventiamo luogo santo dove la tua parola di salvezza oggi si compie per Cristo nostro Signore.

Oggi il nostro saluto al Santo Padre lo potrebbe quasi raggiungere, perchรฉ รจ qui vicino a noi, anche se non puรฒ essere con noi fisicamente, ma siamo, ecco, tutti molto contenti di questo suo ritorno a casa.

Lโ€™itinerario quaresimale che stiamo provando a percorrere in questi venerdรฌ ha lo scopo, dicevamo, di verificare se e quanto la nostra vita รจ realmente ancorata in Cristo, perchรฉ questa รจ la nostra speranza. Dicevamo lโ€™altra volta che questa ancora รจ un punto di riferimento sicuro, ma Cristo รจ vivo e noi siamo invitati ad accogliere la sua vita. Per cui, se vogliamo davvero rimanere ancorati in lui, dobbiamo accogliere il dinamismo della sua vita dentro la nostra vita. Questo รจ vivere il nostro battesimo. E infatti, la volta scorsa abbiamo provato a mettere a fuoco un aspetto della vita di Cristo contemplando proprio la scena del battesimo, dalla quale abbiamo provato a cogliere un tratto della nostra umanitร  non sempre facile da incarnare: la disponibilitร  a ricevere anzichรฉ prendere o conquistare quello che ci serve per vivere.

Oggi, in questo secondo incontro, la nostra attenzione si vuole spostare su alcuni episodi della vita pubblica di Gesรน, nei quali si manifesta unโ€™altra attitudine non sempre ben considerata dalla nostra sensibilitร , che รจ piuttosto incline alla sedentarietร  anche spirituale. Si tratta della capacitร  di andare oltre o altrove, cioรจ di rimetterci in cammino senza fermarci mai a nessun punto acquisito. Questo si lega forse anche molto bene alla spiritualitร  dellโ€™anno del Giubileo, no?, che ci invita a rimetterci in cammino e a diventare pellegrini di speranza. Potremmo anche definirla come la capacitร  di andare oltre i punti e i traguardi che abbiamo raggiunto. Ed รจ una cosa che nella vita di Gesรน emerge in modo chiarissimo fin dallโ€™inizio.

Conosciamo tutti come va a finire la prima giornata pubblica di Gesรน, almeno secondo la lezione del Vangelo di Marco. Gesรน dice e fa tante cose, soprattutto guarigioni. La mattina presto si alza per pregare e questa preghiera forte, vissuta allโ€™aurora, crea nel suo cuore una grande consapevolezza che i discepoli non riescono subito a comprendere. Lo raggiungono e gli dicono: โ€œTutti ti cercano, cioรจ fermiamoci ancora quiโ€. E Gesรน invece dice: โ€œAndiamocene altrove, negli altri villaggi, perchรฉ io predichi anche lร ; per questo infatti sono venutoโ€œ. Gesรน รจ come se rifiuta uno stile di umanitร , ma anche di messianismo. Sceglie di non fare il padrone di nessuno e di non confondere quello che รจ il bisogno delle persone di essere aiutate con il rischio di fare un poโ€™ da padrone sulla vita degli altri o di creare effetti di dipendenza.

Ecco, questa attitudine di Gesรน emerge in tanti momenti della sua vita pubblica. Ne guarderemo tre in particolare. Nel primo vediamo la capacitร  di Gesรน di fare una cosa molto strana: di non accordare immediatamente fiducia agli altri. Questo Gesรน si รจ allenato a viverlo, perchรฉ la sua umanitร , dicevamo la volta scorsa, non ha saltato nessuna tappa di crescita, di maturazione in quanto uomo. Ha compiuto un lento e ordinario cammino crescendo, come dicono i Vangeli, in sapienza, etร  e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini. Crescere non รจ soltanto una questione anagrafica, ma significa fare attenzione ai dettagli con cui la nostra umanitร  evolve. Noi potremmo diventare anche molto adulti anagraficamente, ma conservando dei tratti infantili o immaturi. Gesรน รจ diventato una persona matura scegliendo di vivere alcuni aspetti che davvero possono risuonare per noi anche piuttosto sconcertanti e paradossali.

Nel Vangelo di Giovanni ne troviamo uno. Siamo nel contesto dove รจ appena avvenuto il primo segno, quello alle nozze di Cana. Subito dopo Gesรน compie un gesto profetico nel tempio di Gerusalemme che il quarto Vangelo anticipa allโ€™inizio, i sinottici lo pongono invece alla fine. E alla fine del capitolo 2 cโ€™รจ un breve sommario dove si dice una cosa molto strana: โ€œMentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesรน, non si fidava di loro, perchรฉ conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sullโ€™uomo; egli infatti conosceva quello che cโ€™รจ nellโ€™uomoโ€œ.

La reazione di Gesรน รจ piuttosto sconcertante. A noi fa molto piacere quando qualcuno ci apprezza o applaude il nostro modo di agire e di fare, anzi ci lusinga. In una cultura, tra lโ€™altro, dellโ€™individualismo e della competizione nella quale ci troviamo, siamo tutti molto contenti quando la nostra popolaritร  aumenta, soprattutto in modo improvviso e significativo. Oggi il mondo vive di notifiche, di like, di approvazioni e di riconoscimenti. Gesรน sembra totalmente distaccato da questo tipo di riconoscimento troppo rapido e superficiale. Il testo dice esattamente che, sebbene molti avessero iniziato a credere in lui (letteralmente cโ€™รจ scritto cosรฌ), Gesรน non credeva in loro, o meglio, non credeva in quellโ€™entusiasmo che loro manifestavano. Anche perchรฉ Gesรน era una persona, come dicevamo in Avvento, che ha spalancato la porta della fiducia, per cui questo atteggiamento non dobbiamo leggerlo come unโ€™incapacitร  di fidarsi degli altri anche quando gli altri si dimostrano inaffidabili, perchรฉ questo Gesรน Gesรน saprร  esprimerlo molto bene, arriverร  ad amare i nemici. Perรฒ proprio quel vertice di fiducia di cui Gesรน รจ stato capace nasce paradossalmente da una grande prudenza iniziale con cui egli faceva nascere i rapporti. Il testo dice che Gesรน faceva cosรฌ perchรฉ conosceva bene il cuore dellโ€™uomo.

Il quarto Vangelo non racconta le tentazioni di Gesรน nel deserto. รˆ questo il modo di esprimere il fatto che Gesรน aveva maturato una profonda conoscenza del cuore umano e quindi si era accorto che il nostro cuore รจ splendido, รจ il luogo dove risuona lo spirito, la voce di Dio, ma รจ anche un luogo molto ambiguo. รˆ il luogo dove si manifestano anche tutte le tenebre che ci possono portare a compiere il male, a chiuderci a Dio e agli altri. Per questo, quando poi doveva spiegare in che modo la parola di Dio agisce in noi, usava lโ€™immagine dei terreni. Cโ€™รจ il terreno dove viene seminato, ma subito ci si dimentica di quello che viene detto, ed eccetera con gli altri terreni. Ecco, qui Gesรน si accorge che ha davanti un grande entusiasmo, ma decide di non fidarsi di questo segnale. Gesรน non cede alla tentazione della facile complicitร  con il nostro consenso.

E questo รจ un tratto di umanitร  molto importante anche per noi, perchรฉ Gesรน si rivela un maestro attento a donare non soltanto quello che puรฒ fare immediatamente piacere, ma anche quello che fa realmente bene in vista della maturazione di una fiducia autentica. รˆ come se Gesรน rinunciasse ad aprire le braccia dellโ€™accoglienza in modo troppo sbrigativo per suscitare una risposta piรน consapevole e piรน matura. Questa capacitร  di non mostrarci subito disponibili non appena ci sentiamo desiderati รจ una preziosa indicazione per gestire tutte le relazioni: quella con Dio e quelle tra di noi. Quando noi violiamo questa regola iniziale, spesso poi le relazioni non durano. Non รจ segno di freddezza, ma รจ segno di sapienza ed esprime un profondo rispetto per noi stessi, per lโ€™altro e per quanto nella libertร  si puรฒ imparare a vivere e a donarsi. Questa capacitร  di non fidarsi immediatamente รจ una risorsa che puรฒ portarci anche molto lontano.

Se esploriamo fino in fondo questa attitudine, possiamo scoprire che la nostra umanitร  รจ in grado di suscitare il bene, anzi direi forse anche il meglio, proprio quando รจ capace di deludere le aspettative che la circondano. E qui ascoltiamo un altro episodio del Vangelo. Lo prendiamo da Matteo al capitolo 15. โ€œPartito di lร , Gesรน si ritirรฒ verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: ยซPietร  di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia รจ molto tormentata da un demonioยป. Ma egli non le rivolse neppure una parolaโ€œ.

Gesรน amava i territori di confine dove spesso accadevano per lui le cose piรน interessanti. Cโ€™รจ un salmo che dice: โ€œIl Signore ama le porte di Sion piรน di tutte le dimore di Giacobbeโ€œ. Ecco, sembra che a Dio piacciano proprio le soglie, i luoghi dove noi possiamo entrare in relazione con gli altri. E qui accade un incontro molto singolare. Gesรน incontra questa donna pagana che ha un problema enorme: la figlia รจ tormentata da uno spirito impuro e quindi si mette a gridare perchรฉ intuisce che in Gesรน ci puรฒ essere una speranza di salvezza per sua figlia. La reazione di Gesรน ci lascia senza parole: โ€œMa egli non le rivolse neppure una parolaโ€œ. Dovremmo provare ad ammetterlo: chi di noi avrebbe il coraggio di fare una cosa del genere? Il minimo, credo, no?, da cui noi ci muoveremmo รจ: โ€œCi fermiamo. Signora, va bene, pregherรฒ per lei, pregherรฒ per sua figliaโ€. Come minimo, avremmo detto una frase del genere. Invece, nemmeno una parola, una totale indifferenza.

Ed รจ interessante la reazione dei discepoli. โ€œAllora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: ยซEsaudiscila, perchรฉ ci viene dietro gridando!ยป. Egli rispose: ยซNon sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa dโ€™Israeleยปโ€œ. Cโ€™รจ una donna che grida e adesso ci sono tutti i discepoli che lo implorano, cioรจ tutti stanno dicendo a Gesรน: โ€œCambia il tuo atteggiamentoโ€, e Gesรน rimane fermo. Anche perchรฉ la reazione dei discepoli forse non รจ cosรฌ misericordiosa come potrebbe sembrare e smaschera un poโ€™ del facile buonismo con cui tante volte noi diciamo o facciamo ad alcune cose. I discepoli vorrebbero che Gesรน facesse qualcosa perchรฉ cosรฌ questa donna smette di gridare, sono forse un poโ€™ infastiditi da questa donna che continua a chiedere qualcosa. Quindi forse non sono mossi tanto da una caritร  nei suoi confronti, ma dal desiderio di non essere piรน tormentati dal suo grido. โ€œEsaudiscila, perchรฉ ci viene dietro gridando!โ€œ. Ecco, forse รจ questo il motivo per cui tante volte noi parliamo subito quando ci viene segnalato un problema, per toglierci il problema di torno e forse anche per sentirci un poโ€™ utili, un poโ€™ importanti per lโ€™altro. La facile compassione nasce spesso dal bisogno che รจ piรน nostro che non dellโ€™altro. Non riusciamo a prenderci magari veramente a cuore e in carico la situazione che ci sta creando un disagio, ma cerchiamo di liquidare le cose il piรน velocemente possibili e questo un poโ€™ ci rassicura di essere stati importanti per qualcuno, di aver detto la cosa giusta in quel momento.

Gesรน incredibilmente ammette ed esplicita che la sua missione ha dei limiti. Questo รจ il principio dellโ€™incarnazione. Pensate quante cose Gesรน non ha fatto nei giorni della sua vita terrena. Quelle che ha fatto sono bellissime e le chiamiamo storie di salvezza. Ma pensate quante ne avrebbe potute fare. E ha deciso di non farle, ha deciso di restare dentro i confini di un uomo ben preciso, di un territorio molto limitato. E questo ci deve dire qualcosa anche a noi, al bisogno magari a volte di dilatare troppo la capacitร  di metterci a servizio e di fare del bene. E ci dovrebbe forse portare ad ammettere che tante cose che facciamo e che diciamo spesso le compiamo non davvero per il bene dellโ€™altro, ma per un ma per un bisogno nostro. Fanno piรน bene a noi che magari ad altri alcune cose che diciamo e facciamo.

Il Salvatore del mondo Gesรน riesce a donare salvezza in un modo sano perchรฉ non si sente strettamente necessario, ma sempre e soltanto utile. รˆ per questo che ha chiamato i 12, ha creato la Chiesa. Dio non ha voluto salvare il mondo da solo, ma lentamente e con tutti, convocando tutti a questo stile di amore che non รจ determinato dalla paura e dalla fretta, ma dallโ€™ascolto attento di quello che lโ€™altro ha veramente bisogno di ricevere. Infatti la reazione di Gesรน ottiene un risultato bellissimo in questa donna. โ€œQuella si avvicinรฒ e si prostrรฒ dinanzi a lui dicendo: ยซSignore, aiutami!ยป. Ed egli rispose: ยซNon รจ bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini?ยป ยซรˆ vero, Signoreยป, disse la donna, ยซeppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroniยปโ€œ.

Quando Dio non ci risponde, noi a volte smettiamo subito di gridare e di pregare. Questa donna non si scoraggia perchรฉ ha un grande tormento nel cuore e allora continua, insiste, non fa la vittima e non se ne va via stizzita, si avvicina caparbiamente a Gesรน ripetendo con grande dignitร  il suo bisogno, senza paura, senza inutile vergogna. E di fronte a lei Gesรน cambia, non di fronte ai discepoli, e decide di parlare con una frase che perรฒ conferma la sua strategia: โ€œNon รจ bene che i cagnolini ricevano quello che devono ricevere i figliโ€œ. Gesรน usa un linguaggio un poโ€™ cifrato, ma che per la donna รจ pienamente comprensibile perchรฉ gli ebrei chiamavano in questo modo le persone straniere. Quindi Gesรน sta dicendo a questa donna: โ€œMa tu non hai diritto, io sono il maestro del mio popolo, che vuoi tu da me?โ€œ. รˆ lโ€™ultimo tratto che noi definiremmo un poโ€™ duro, burbero di Gesรน, che perรฒ fa sgorgare dal cuore, dalla voce di questa donna qualcosa di meraviglioso: โ€œรˆ veroยป, disse la donna, ยซeppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroniโ€œ. Gesรน si รจ comportato in un modo molto strano eppure ora guarda ai suoi piedi e vede questa donna che รจ come un cagnolino che scodinzola imperturbabile, serena nella sua preghiera.

Forse tante volte educa cosรฌ anche le nostre preghiere il Signore, non dandoci immediatamente quello che gli stiamo chiedendo, ma aiutandoci a far emergere in noi, nei nostri modi, nel nostro cuore questo modo di ragionare da figli. Questa donna non appartiene a Israele, ma si sta comportando come una figlia di Dio. Sembra aver capito la meglio la parola di Dio lei di tutti gli altri, perchรฉ semplicemente dice: โ€œHai ragione, io non merito niente, ma tu mi puoi dare qualcosaโ€œ. E cosรฌ parla un figlio. Un figlio non pretende, ma attende e sa di non rimanere deluso nella sua attesa perchรฉ un padre certamente darร  delle cose buone ai suoi figli. รˆ proprio quello che Gesรน cercava di dire quando commentava il Padre nostro: โ€œMa se voi avete un figlio, cosa gli darete? Una pietra al posto di un pane? Noโ€œ. E questa donna sembra capire giร  questo discorso senza averlo mai sentito. Ha capito come funziona la grazia. Le cose che Dio dona nella libertร  si possono solo attendere, non pretendere. Infatti il finale รจ splendido. โ€œGesรน le replicรฒ: ยซDonna, grande รจ la tua fede! Avvenga per te come desideriยป. E da quellโ€™istante sua figlia fu guaritaโ€œ.

Gesรน riconosce in questa donna una grande fede, attenzione, una fede in lui evidentemente, ma una fede anche nel fatto che le cose possano cambiare. Noi tante volte interrompiamo le nostre preghiere non solo perchรฉ ci fidiamo poco di Dio magari, ma perchรฉ abbiamo perso la fiducia che le cose possano ancora cambiare. Abbiamo perso questo desiderio che รจ fondamentale perchรฉ implica una fiducia in noi, negli altri e nella storia dove le azioni di Dio si svolgono. Infatti non รจ nemmeno Gesรน che compie il miracolo, รจ questa donna che lo fa. รˆ come se quando noi preghiamo Dio, scopriamo che abbiamo questa grandissima capacitร  che le cose che realmente riusciamo a desiderare davanti a lui (questa รจ la preghiera) avvengono, possono avvenire. Questo รจ il miracolo dellโ€™incontro con Dio e della preghiera. Non tanto che riusciamo a convincere Dio, manipolarlo un poโ€™ e ottenere da lui qualcosa, ma esistere e resistere davanti a lui con la forza dei nostri desideri piรน autentici, fino ad accorgerci che quello che desideriamo noi, i desideri migliori che abbiamo, sono anche quello che desidera Dio. E questi sono gli istanti in cui facciamo esperienza di che cosโ€™รจ Dio, di qual รจ il dono del suo spirito e di che cosโ€™รจ giร  in questo mondo la vita eterna.

Un ultimo tipo di indifferenza che Gesรน sa esprimere รจ la capacitร  di saper prendere distanza dal consenso delle folle, che abbiamo giร  visto allโ€™inizio. In tutti i Vangeli si racconta il famoso episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nel Vangelo di Giovanni la conclusione di questo segno, cosรฌ come lo chiama lโ€™evangelista, รจ questa: โ€œAllora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: ยซQuesti รจ davvero il profeta, colui che viene nel mondo!ยปโ€œ. La gente ha visto il segno, ma soprattutto si รจ entusiasmata nei confronti di Gesรน e dice: โ€œMettiamolo come primo ministro perchรฉ questo sicuramente ci fa andar bene le coseโ€œ. Non hanno ancora capito il segno, hanno riempito la pancia e sono contenti, come Gesรน gli dirร  lโ€™indomani: non hanno capito che il segno non voleva dire quanto Dio รจ bravo e capace di cambiare le cose. Il segno voleva dire anche unโ€™altra cosa: che ciรฒ che noi abbiamo tra le mani, anche se รจ poco, puรฒ fare la felicitร  e la sazietร  di molti. Questa era la cosa da intuire: non soltanto una fiducia nei confronti di Dio, ma anche in noi stessi. Quando ci manca questa fiducia in noi, cadiamo appunto nella facile seduzione dei riconoscimenti immediati. Per questo siamo un tempo molto bello ma anche molto a rischio. Subiamo il fascino di ogni tipo di influenza e di influencer, perchรฉ? Perchรฉ siamo tutti a caccia di questo riconoscimento fondamentale della nostra vita che che spesso ci manca.

A Gesรน non mancava e infatti la sua reazione a questo tentativo di farlo re รจ fuggire sul monte da solo. โ€œMa Gesรน, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ di nuovo sul monte, da soloโ€œ. Anche i discepoli non capiscono la reazione strana di Gesรน. Lo aspettano un poโ€™, prendono la barca e fanno la traversata del lago senza di lui. E nel cuore della notte succede questo. โ€œDopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesรน che camminava sul mare e si avvicinava alla barca ed ebbero paura. Ma egli disse loro: ยซSono io, non abbiate paura!ยป. Allora vollero prenderlo sulla barca e subito la barca toccรฒ la riva alla quale erano direttiโ€œ. Noi facciamo fatica a capiโ€ฆ re i segni di Dio e ce ne andiamo per le nostre vie da soli come fanno i discepoli, cioรจ facciamo fatica a credere che quello che Gesรน ci dice รจ vero. E allora torniamo a vivere un poโ€™ secondo le nostre attitudini. Ma Gesรน ci raggiunge e cโ€™รจ questa espressione molto misteriosa: โ€œVollero prenderlo sulla barcaโ€œ. Non si dice che Gesรน sia salito, ma si dice che a un certo punto i discepoli, tentando di farcela da soli di notte con la tempesta, ritrovano il desiderio che Gesรน sia con loro. Questo significa che noi tentiamo continuamente di fare a meno di quello che Gesรน ci dice, di questi suoi modi molto strani di vivere. Ma non appena ci allontaniamo da lui ci accorgiamo che รจ peggio fare secondo la nostra mentalitร  e allora ritroviamo il desiderio di prendere Gesรน nella barca. Cosa vuol dire? Di dare fiducia al suo stile e subito arriviamo alla riva e le cose ricominciano a funzionare.

Arrivati dallโ€™altra parte del lago, Gesรน inizia a spiegare alle persone che hanno visto un segno e lo devono capire. E il segno รจ questo: โ€œIo sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoโ€œ. Vedete, Gesรน tenta di dire: โ€œIo non voglio soltanto donarvi delle cose, io vi dono me stesso affinchรฉ la mia carne, la mia vita entri in voi e voi diventiate come me e voi possiate imparare a vivere la vita che vi sto mostrandoโ€œ. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano piรน con lui. Capite perchรฉ Gesรน รจ molto reticente nel dirci le cose? Perchรฉ poi, quando si arriva al momento cruciale, a noi viene paura. A noi sembra che quello che ci sta donando lo dobbiamo fare noi con le nostre forze e diciamo: โ€œLasciamo perdereโ€. Questa รจ la tentazione di molti discepoli che lo seguivano. Qui non si dice che due o tre se ne vanno, no. La maggior parte se ne va. Noi dimentichiamo queste pagine del Vangelo, cioรจ di quante persone Gesรน ha deluso con il suo ministero, quante persone non si sono trovate dโ€™accordo a un certo punto con quello che Gesรน stava cercando di comunicare. E questo credo che ci fa molto bene in un tempo di chiesa come quello che viviamo, cioรจ non dare per scontato le cose, ma chiederci davvero in che modo risuona a noi lโ€™invito di Gesรน nel Vangelo.

Perchรฉ non si puรฒ essere cristiani nรฉ per forza nรฉ per abitudine, ma soltanto perchรฉ la voce di Dio che risuona attraverso Cristo riesce a convincere il nostro cuore che una รจ la via, una รจ la veritร , una รจ la vita. E credo che sia molto importante anche fare pace con i momenti in cui anche noi, parlando a nome di Gesรน, non suscitiamo immediato consenso e approvazione, ma vediamo tante persone che abbassano lo sguardo, se ne vanno o si rivoltano addirittura contro di noi. Deve accadere questo. Deve accadere innanzitutto perchรฉ le relazioni si costruiscono proprio cosรฌ, attraverso i passaggi difficili del conflitto e della differenziazione, e non dobbiamo temere che queste cose accadano anche perchรฉ soltanto in questo modo noi riusciamo a esprimere non soltanto quello che ci sta capitando di essere, ma anche quello che vogliamo fino in fondo essere. Solo davanti a una difficoltร  noi ci rendiamo conto se desideriamo e crediamo davvero quello che stiamo confessando.

Il finale di questo episodio mostra quanta libertร  interiore cโ€™era nel cuore di Gesรน. Se ne vanno tutti, restano un manipolo di discepoli, i 12. E Gesรน dice loro: โ€œVolete andarvene anche voi?โ€œ. Non cโ€™รจ ricatto, eh, in questa domanda. Si respira soltanto una grande libertร  che forse i discepoli potevano non sapersi prendere, ma Gesรน gliela sta consegnando: โ€œSe volete potete andarvene anche voi, eh? Io non chiedo a nessuno di seguirmi e di essere obbligato a vivere quello che io sto pagando liberamente e personalmente il prezzo di una vita tutta determinata dallโ€™amore del Padre. Non obbligo nessuno a vivere questoโ€œ. Questa libertร  credo che sia fondamentale per un cristiano, per la Chiesa. Non dovremmo mai perderla. Non dovremmo mai chiedere alle persone di essere con noi, di seguirci facendo leva neanche sul minimo senso di colpa o del dovere.

E nei Vangeli, se li leggiamo con attenzione, cโ€™รจ una decrescita dellโ€™intensitร  degli inviti. Ricordiamo tutti che quando Gesรน inizia il suo ministero ha il coraggio, la caparbietร  di usare lโ€™imperativo: โ€œVenite dietro a me, vi farรฒ pescatori di uominiโ€œ. Cioรจ, lโ€™imperativo puรฒ andar bene allโ€™inizio, poi bisogna passare al registro delle ipotetiche. E infatti Gesรน, col passare dei capitoli nel suo ministero pubblico, alla fine dirร : โ€œSe uno vuol venire dietro a me, rinneghi sรฉ stesso, prenda la sua croce e mi segua; se uno vuoleโ€œ. Un obbligo ci puรฒ essere allโ€™inizio quando magari io non ho ancora la capacitร  di valutare bene le cose, ma alla fine una scelta deve essere libera. Noi a volte purtroppo viviamo proprio le parabole contrarie: nessun obbligo allโ€™inizio e poi tanto senso di colpa e senso del dovere alla fine. รˆ lโ€™esperienza contraria. Invece vale la pena pagare prima un prezzo quando entriamo in una scelta per poi sentirci enormemente liberi di poterla continuare a fare.

Come sigillo a questa strategia di libertร  vi ricordo una brevissima parabola, una tra le piรน care a me del Vangelo di Matteo. โ€œChe ve ne pare? Un uomo aveva due figli; si rivolse al primo e disse: ยซFiglio, oggi vaโ€™ a lavorare nella vignaยป. Ed egli rispose: ยซNon ne ho vogliaยป. Ma poi si pentรฌ e vi andรฒ. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: ยซSรฌ, signoreยป, ma non vi andรฒโ€œ. Nessuno dei due figli aveva voglia di andare a lavorare quel giorno. Erano uguali. Uno ha avuto il coraggio di dirlo, lโ€™altro aveva lโ€™abitudine di compiacere. E Gesรน dice: โ€œDavanti a Dio chi รจ meglio secondo voi? Quello che compiace ma poi non fa o quello che ha il coraggio di dire: ยซNon cโ€™ho vogliaยป, poi perรฒ sente un cambiamento dentro di lui e aderisce allโ€™invito?โ€œ. E conclude la parabola dicendo: โ€œIn veritร  vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio! Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi al contrario avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti cosรฌ da credergliโ€œ. Gesรน sembra dire questo: Dio, il Padre celeste, non pretende niente da noi, nemmeno di avere figli sempre pronti e scattanti che dicono sempre sรฌ. Dio non รจ un intransigente e perfezionista, รจ uno che invece รจ preoccupato quando ha davanti i figli non sufficientemente liberi di manifestare il proprio sentire, eventualmente anche il proprio dissenso. Perchรฉ questi figli si chiudono nel labirinto delle compiacenze iniziando a diventare la cosa piรน terribile: schiavi nella casa del Padre, schiavi delle aspettative di se stessi e degli altri. La parabola invece ci dice che se abbiamo il coraggio di saper esprimere quello che pensiamo e desideriamo e sentiamo, forse siamo giร  sulla strada per aprirci a una vita piรน grande e superare i nostri limiti. Forse non saremo perfetti agli occhi degli altri e magari neanche agli occhi nostri. Ma forse saremo un poโ€™ piรน vicini al regno di Dio.

Per concludere, il nostro desiderio di rimanere ancorati in Cristo in questo anno del Giubileo si sta confrontando con la capacitร  di vivere il Vangelo anche nelle sue manifestazioni meno ovvie e scontate. Cristo ci rivela alcune forme che la nostra vita sa scegliere e assumere. Oggi abbiamo visto anzitutto la capacitร  di far maturare le relazioni rispettandone i tempi, senza accedere alla tentazione di fidarsi troppo in fretta. Da questo modo di essere nasce anche la forza di saper deludere le aspettative degli altri per consentire ai nostri incontri e alle nostre relazioni di fiorire nella libertร . Tutto ciรฒ conduce a unโ€™ultima manifestazione di rispetto per noi e per gli altri: la scelta di non esigere mai nulla da nessuno. La veritร  e lโ€™amore non hanno bisogno di imporsi, ma sanno attendere, lasciando che le cose maturino fino a diventare il frutto di una libera e piena adesione. Anche con questi umani atteggiamenti Dio ha salvato e continua a salvare il mondo in cui viviamo.

Preghiamo: O Dio nostro Padre, che in Cristo tua parola vivente ci hai dato il modello dellโ€™uomo nuovo, fa che lo Spirito Santo ci insegni ad ascoltare e a mettere in pratica il suo Vangelo, perchรฉ tutto il mondo ti conosca e glorifichi il tuo nome. Per Cristo nostro Signore.

Ho un avviso da dare prima di congedarci. Venerdรฌ prossimo 4 aprile, a differenza di quanto era stato scritto nellโ€™invito, la meditazione non si terrร  nella sala clementina ma sempre qui in aula Paolo VI. Quindi non cambiamo sede, ma venerdรฌ prossimo tutti qui nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.