Padre Roberto Pasolini – Prima Predica di Quaresima in Vaticano – 21 Marzo 2025

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Alle ore 9 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima Imparare a ricevere (la logica del Battesimo).

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: Ancorร ti in Cristo. Radicati e fondati nella speranza della Vita nuova.

Le successive prediche di Quaresima avranno luogo venerdรฌ 28 marzo, venerdรฌ 4 aprile e venerdรฌ 11 aprile.

Fonte

La predica tratta principalmente del significato del battesimo di Gesรน e delle sue implicazioni per la vita cristiana.

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All’inizio della meditazione, viene introdotto il tema dell’Anno Giubilare e l’invito a considerare Cristo come un’ancora sicura per la nostra speranza. Si sottolinea che, attraverso il battesimo, siamo come ancorati in Cristo, che ha introdotto la nostra umanitร  nel santuario del cielo. Tuttavia, rimanere uniti a Cristo richiede un dinamismo di conversione e la volontร  di lasciarsi ridefinire dallo Spirito Santo secondo la volontร  di Dio. Questo radicamento in Cristo non รจ scontato e la tentazione per i cristiani รจ quella di passare a un “altro Vangelo” enfatizzando solo alcuni aspetti del mistero di Cristo.

La meditazione si concentra poi sul battesimo di Gesรน come evento che dร  inizio alla sua missione e ne rivela il senso profondo. Gli anni nascosti di Gesรน a Nazaret vengono presentati come un tempo in cui si รจ lasciato plasmare dalla realtร , indicando il valore del silenzio e della quotidianitร  nella formazione umana. Il battesimo di Gesรน nel Giordano, compiuto per mano di Giovanni Battista, sorprende perchรฉ vede Dio rivelarsi con un’azione passiva: “fu battezzato“. Questo gesto disarmante mostra come Dio scelga di immergersi nella nostra realtร , con le sue luci e ombre, per renderla un luogo di salvezza. La risposta di Gesรน a Giovanni, “lascia fare per ora, perchรฉ conviene che adempiamo ogni giustizia“, rivela una scelta di grande fiducia nei nostri confronti.

Nell’apparente passivitร  di Dio nel battesimo si scorge un’attivitร  d’amore, un modo per raggiungere la nostra solitudine e paura. La logica di Gesรน รจ quella di dare precedenza al bisogno del prossimo rispetto al desiderio di mostrarsi. L’immersione di Gesรน nelle acque del Giordano e la successiva apertura dei cieli con la discesa dello Spirito indicano che solo un movimento di abbassamento verso la fragilitร  apre la via alla vera grandezza di Dio. La voce dal cielo, “Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio compiacimento“, non รจ un encomio pubblico, ma un’esperienza interiore di Gesรน che percepisce la sua identitร  di Figlio amato nel momento in cui riconosce gli altri come fratelli.

Dopo il battesimo, lo Spirito sospinse Gesรน nel deserto, dove rimase 40 giorni tentato da Satana. Questa prova รจ presentata come una legge dell’iniziazione necessaria per assimilare il dono ricevuto e radicare le proprie scelte. La grande tentazione per Gesรน, e per noi, รจ quella di recedere dalle proprie scelte quando cominciano a costare.

Dopo la prova nel deserto, Gesรน inizia la sua missione in Galilea proclamando il Vangelo di Dio: “Il tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete nel Vangelo“. Questo annuncio dichiara che Dio puรฒ essere riconosciuto come Padre da tutti, e invita a non rimanere perplessi o delusi dalla realtร , ma a riconoscere il Regno di Dio presente. La conversione richiesta non รจ primariamente morale, ma un cambiamento di prospettiva che porta a vivere da fratelli e sorelle.

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Infine, la meditazione conclude ricordando che, in questo Anno Santo, siamo chiamati a rimanere ancorati in Cristo e il battesimo ci indica tre movimenti esistenziali:

  • Metterci da parte e dare la precedenza all’altro (decentrarsi).
  • Intraprendere un continuo esercizio di verifica interiore e di conversione.
  • Rimanere con fiducia dentro la realtร , con le sue sfide, certi della presenza di Dio Padre.

Il battesimo di Cristo ci invita a una vita pienamente vissuta nella fiducia che Dio รจ con noi e non ci abbandona mai.

Trascrizione del video

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ave Maria, Grazia Domini. Preghiamo: Signore nostro Dio, che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua parola e la mette in pratica, apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto e, con la forza del tuo spirito, fa’ che noi pure diventiamo luogo santo dove la tua parola di salvezza oggi si compia. Per nostro Signore.

Fratelli e sorelle tutti, il Signore vi dia pace. Rivolgiamo un caro saluto al Santo Padre che non puรฒ essere ancora qui con noi. Speriamo possa esserlo e continuiamo ad assicurargli le nostre preghiere. All’inizio di questo anno giubilare, siamo stati invitati tutti a guardare Cristo come l’Ancora sicura e salda in cui la nostra speranza non si confonde, ma, cito le parole del Papa nella bolla di indizione, ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati: il cielo, una meta che abbiamo contemplato anche la settimana scorsa durante gli esercizi spirituali. รˆ naturalmente un’immagine piena di speranza quella che il Papa ha voluto consegnare alla Chiesa, ricordandoci che noi, mediante il battesimo, siamo come ancorati in Cristo, il quale ha introdotto la nostra umanitร  davanti al Padre nel cielo, nel Santuario del cielo, dove egli intercede per noi. รˆ cosรฌ carissimo nelle nostre giornate tenere viva questa immagine: noi siamo qui in questo mondo, ma attraverso il battesimo รจ come se fossimo giร  agganciati al cielo attraverso Cristo, un’ancora. Quando tu sei in una navigazione e poi getti l’ancora, devi tirare un sospiro di sollievo, puoi essere sicuro che la barca non subirร  dei movimenti che la faranno perdere. Ora, sebbene questa prospettiva sia molto bella e rassicurante, siamo anche consapevoli del fatto che la nostra vita resta un’esperienza di libertร  e, se vogliamo rimanere intimamente uniti a Cristo come ci ricorda San Paolo, dobbiamo anche accogliere il dinamismo della Conversione al Vangelo e lasciare che lo Spirito, lo Spirito Santo, ridefinisca secondo la volontร  di Dio, non secondo i nostri pensieri. Quindi, questo radicamento in Cristo, quest’ancora forte che noi abbiamo, รจ un processo dall’esito tutt’altro che scontato e, nel Nuovo Testamento, noi troviamo tanti richiami alla delicatezza di questo processo.

Che puรฒ anche interrompersi. Lettera ai Colossesi: “Cristo vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui, purchรฉ restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato“. Prima lettera ai Corinzi: “Ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti, nessuno puรฒ porre un fondamento diverso da quello che giร  vi si trova, che รจ Gesรน Cristo“. Lettera ai Galati: “Mi meraviglio che cosรฌ in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro Vangelo“. Cioรจ, noi abbiamo ormai questo legame con Cristo fortissimo, ma possiamo passare a un altro Vangelo, possiamo muoverci da questo fondamento che รจ sicuro, ma รจ anche molto fragile, e possiamo costruire altrove, non nella realtร  del nostro battesimo. Tutti questi avvertimenti ci dicono come ci sia una grazia enorme nella nostra vita che dobbiamo perรฒ coltivare, e la grande tentazione per noi cristiani dentro la Chiesa รจ davvero quella di tentare sempre di passare a un Vangelo che ci sembra migliore di quello unico che รจ Cristo, dove ci sono alcuni aspetti del suo mistero, ma non c’รจ l’interezza, e quindi puntiamo sulla morale, sulla caritร , sulla liturgia, su un aspetto, enfatizzi quello e trascuriamo gli altri. La grande difficoltร  รจ tenere insieme tutta la visione di Cristo. Allora, cosa faremo in queste meditazioni di Quaresima? Ecco, proveremo a porci proprio come discepoli di Cristo, desiderosi di imparare dal suo modo di vivere, quali atteggiamenti sono fondamentali per non perdere questo ancoraggio forte in Lui ma incamminarci in questo anno giubilare, soprattutto nella speranza verso la nostra vita nuova ed eterna. Il primo momento che vogliamo contemplare in questa meditazione รจ quello del battesimo di Gesรน, segno, momento che inizia la sua missione e ne rivela anche il senso profondo. I lunghi anni di vita nascosta di Gesรน a Nazareth che hanno preceduto il giorno del suo Battesimo restano uno degli aspetti piรน misteriosi e affascinanti della sua vita. Secondo la tradizione, Gesรน รจ rimasto tranquillo a casa con la mamma e il papร  a lavorare nella bottega di famiglia. Recenti studi dicono che forse si sarebbe anche avvicinato ad alcune correnti religiose da cui il legame con Giovanni.

Battista. La domanda perรฒ resta: qual รจ il filo di questi anni che sono stati la gran parte della vita di Gesรน, in cui lui รจ rimasto nascosto? Che tipo di salvezza ha portato al mondo questo suo modo di essere? Sembra che i vangeli, con questa lacuna narrativa, con questa omissione, vogliano suggerire che prima di iniziare a parlare e a operare nel nome di Dio, Gesรน Cristo abbia voluto lasciarsi plasmare dalla realtร  in cui viveva. Non ha cercato scorciatoie in questo e ci ha indicato un grande valore che ha questo tempo in cui la nostra umanitร  si struttura e si forma nel silenzio della quotidianitร , nel silenzio di piccoli gesti ripetuti nelle nostre giornate, dove il nostro volto in realtร  si definisce. Credo che questa sia la premessa del Vangelo: prima ancora di compiere opere grandi e straordinarie, il Figlio di Dio ha iniziato a salvare il mondo facendo una cosa molto semplice, stando con noi, condividendo la nostra realtร  e lasciandosi toccare dalle domande, dalle sfide che c’erano nel suo tempo. E questo ci dice qualcosa su cos’รจ la salvezza di Dio: qualcosa che non si impone modificando subito le cose, ma una presenza che genera speranza. Una conferma di questo modo di porsi senza imporsi la troviamo proprio nella scena del battesimo. La ascoltiamo secondo il Vangelo di Marco: “Ed ecco, in quei giorni, Gesรน venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni“. Sappiamo tutti che questo gesto di Gesรน รจ preceduto dalla predicazione del Battista, il quale, riprendendo le voci profetiche, annunciava l’arrivo di un fuoco, di uno spirito potente che avrebbe purificato la casa di Dio. Erano immagini che potevano incutere anche paura e angoscia, come ci dicono gli altri Vangeli sinottici: “Egli ha in mano la pala e pulirร  la sua aia e raccoglierร  il suo frumento nel granaio, ma brucerร  la paglia con un fuoco inestinguibile“. Cosa potevano immaginarsi le persone ascoltando queste parole? Che Dio sarebbe arrivato in un modo potente, che Dio avrebbe risolto facilmente e velocemente tutti i problemi che ci sono nella realtร ? Perchรฉ noi questo in realtร  ci aspettiamo da Dio. Invece, sorprende il modo in cui Gesรน sceglie di incarnare queste parole, queste profezie: venuto da Nazaret al Giordano dove si sta svolgendo questa pratica penitenziale.

Comune. Pensate un po’, il primo gesto che Gesรน compie, quindi รจ Dio che si rivela sulla scena pubblica per la prima volta, รจ un’azione descritta con un verbo al passivo: e fu battezzato, e fu immerso. Chi di noi, dovendosi manifestare, sceglie di non fare una cosa, ma di lasciarla fare all’altro? Il Vangelo di Matteo evidenzia questo scandalo, questo sconcerto, facendo dire a Giovanni: “Ma come? Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?“. Cioรจ, ma come sei tu che dovresti fare qualcosa e invece chiedi a me di fare qualcosa a te? A noi tutto questo sembra sconveniente, persino inutile. Invece, Dio sembra convinto che la cosa piรน urgente, ma anche piรน bella da fare, sia quella di immergersi in noi, nelle nostre acque, per ricordarci anzitutto una cosa: che la nostra realtร , con le sue luci e con le sue ombre, puรฒ diventare un luogo di salvezza se Lui c’รจ. Infatti, questa รจ la risposta che Gesรน dร  a Giovanni: “Lascia fare per ora, perchรฉ conviene che adempiamo ogni giustizia“. La prima immagine di Dio che il battesimo di Gesรน ci consente di mettere a fuoco รจ disarmante: anzichรฉ fare, o peggio ancora farci qualcosa, Dio preferisce permettere che siano le nostre mani a fare qualcosa a Lui. รˆ una scelta di grande fiducia nei nostri confronti che avrร  conseguenze drammatiche nei giorni della sua passione, dove saranno proprio le nostre mani a torturarlo e poi a crocifiggerlo, consegnandolo alla morte. Eppure, proprio in questo evento di ingiustizia, di innocente dolore, si renderร  pienamente questo il motivo per cui Dio si lascia fare con una mitezza per noi assurda quanto assoluta. Perchรฉ Dio ha bisogno di fare questo? Se il peccato ha trascinato la nostra umanitร  nelle tenebre dell’individualismo, isolandoci nella paura e privandoci della comunione con Dio e con gli altri, perchรฉ siamo tutti qui, siamo tutti vivi in questo mondo, ci guardiamo, ci soriamo, ma siamo tutti profondamente soli e proviamo ogni giorno ancora tanta paura, questo รจ il luogo dove si deve compiere la nostra salvezza. Allora Dio cosa deve fare davanti a questo scenario? Non chiederci qualcosa, non imporci un cambiamento, ma raggiungerci per porre fine alla solitudine e alla paura. E questo รจ quello che fa nel battesimo: viene, sta con noi, permette a noi di includerlo in quello che.

Noi cerchiamo di fare per continuare a camminare nella vita. E peraltro, in questa apparente passivitร  di Dio, noi dobbiamo anche scorgere una certa intelligenza e attivitร  di amore, perchรฉ in quel momento Gesรน non รจ che non fa niente, ma fa il nostro bene. Noi per amare, in genere, no, cerchiamo di fare bene agli altri, facciamo delle azioni per gli altri, ma c’รจ anche un altro tipo di bene che conviene fare: รจ fare il bene dell’altro. Se una persona si sente emarginata, io posso scegliere di fargli vedere come sono bravo, come sono generoso nei suoi confronti, oppure posso cercare di toglierlo dalla sua dal suo isolamento, per esempio facendogli fare qualcosa o chiedendogli di fare qualcosa, come per esempio Gesรน fa con la donna samaritana: “Dammi da bere“, cosรฌ inizia a salvarla, non proponendogli subito qualcosa. E questa sarร  la logica per tutta la vita di Gesรน: una cosรฌ grande attenzione e compassione al prossimo, per cui il bisogno del prossimo viene prima del nostro desiderio di mostrarci o di promuoverci, e questo gli costerร  la vita. Per Gesรน saranno sempre piรน importanti i volti e le persone di qualsiasi sistema di regole o di culto, ci sarร  sempre una profonda attenzione all’altro. Questa sarร  la logica di tutta la sua esistenza: dare la precedenza a chi mi sta davanti. Questo per esempio lo si vede molto bene e lo insegnerร  ai discepoli quando un giorno, tentando di riposarsi, le folle li raggiungono. E allora Gesรน lascia tutto e, provando una grande compassione, si mette a insegnare loro molte cose, e lรฌ i discepoli vedranno proprio questa logica: avevano il diritto, il bisogno di riposarsi, come dobbiamo fare anche noi, perรฒ in alcuni momenti il nostro diritto, come dire, di fare un po’ gli affari nostri deve essere sostituito dal bisogno di essere attenti all’altro, perchรฉ in questo si manifesta l’amore. Per poter vivere questa dinamica di dare la precedenza all’altro, occorre perรฒ aver ben chiaro e aver assimilato bene un amore in grado di definire la nostra realtร  come qualcosa di profondamente buono. E accade a Gesรน proprio nella scena del battesimo: quando il suo corpo si immerge nelle acque del Giordano e subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo spirito di scendere verso di lui come una colomba. รˆ curioso: non appena si decide di far.

E un passo nelle profonditร  della terra, come Gesรน fa entrando nell’acqua insieme agli altri, ai fratelli e sorelle in umanitร , in realtร  si compie un passo verso il cielo. Gesรน entrava in basso e i cieli si lacerano. รˆ come se i cieli fossero giรน, non su. Questo forse era quello che Gesรน tante volte tentava di spiegare: gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi, cioรจ il mondo รจ tutto capovolto. Nella logica dell’amore, chi sta in alto sta in basso e viceversa. Quindi, il gesto battesimale di Gesรน ci rivela che solo un movimento di abbassamento verso la debolezza e la fragilitร  ci spalanca la via di accesso alla vera grandezza e potenza di Dio. Questi cieli che si squarciano lasciano immaginare che รจ come se una candela si avvicinasse a un telo e il telo si lacerasse. Il gesto di Gesรน รจ come un calore, una fiamma di vera umanitร  che brucia il cielo, ed รจ come se questa curvatura del cielo con la discesa dello spirito vuol dire che quando noi ci mostriamo solidali agli altri, Dio si avvicina a noi, il cielo si curva verso di noi. Perchรฉ? Perchรฉ ci riconosce simili a lui. Per questo poi la voce che Gesรน sentirร : “In te mi sono compiaciuto“. Quand’รจ che Dio si compiace di noi? Quando condividiamo il cammino della vita insieme agli altri, quando abbracciamo tutti le stesse sofferenze, portiamo i pesi gli uni degli altri, che รจ quello che Gesรน fa nel battesimo: rinuncia a qualsiasi tipo di privilegio per abbracciare la vita comune degli uomini e delle donne del suo tempo. La voce che risuona dal cielo, peraltro che ora sentiremo, รจ: “Venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio compiacimento“. Non รจ un encomio pubblico, ma รจ un’esperienza interiore di Gesรน che in quel momento percepisce di poter diventare il grembo di una Nuova Umanitร . L’amore del Padre, da quel momento in poi, la sua missione sarร  tutta scandita da questa certezza: il Padre รจ con lui, la sua umanitร  puรฒ dilatare nel mondo la presenza e l’amore del Padre. Questa รจ la maturitร  affettiva, potremmo dire noi oggi, di Gesรน: sentirsi profondamente riconosciuto da Dio in quanto figlio amato nel momento in cui vede e considera gli altri come fratelli e sorelle. Queste due cose vanno insieme: ogni volta che viviamo come se fossimo fratelli tutti e capiamo l’importanza di.

Questo documento che il Papa ci ha consegnato, non puรฒ che emergere anche la nostra identitร  di figli amati dal Padre. Tuttavia, dopo aver compiuto questo momento di battesimo, Gesรน non indugia in alcun modo nella consolazione appena sperimentata: uscito dalle acque, si lascia condurre, letteralmente scaraventare nel deserto. “E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana“, mentre Luca e Matteo, sappiamo bene, elaborano un midrash, un racconto dove ci sono tre prove che compendiano un po’ tutti i tipi di tentazione possibili. Marco ci racconta una cronaca asciutta ed essenziale delle Tentazioni nel deserto, dicendoci perรฒ, e questa รจ la sua originalitร , che lo spirito catapulta Gesรน in questa situazione. รˆ un verbo che proprio nel Vangelo di Marco verrร  utilizzato per descrivere gli esorcismi di Gesรน. รˆ lo stesso verbo con cui lo spirito caccia fuori Gesรน dalla scena del battesimo nel deserto. Molto misteriosa questa analogia tra i demoni che uscivano dai guariti da Gesรน e Gesรน che deve uscire dal Giordano e andare incontro al demonio, potremmo dirla cosรฌ. Dal momento che lo spirito รจ una forza che orienta dal profondo le nostre scelte, dopo il suo Battesimo, Cristo avverte il bisogno di mettersi alla prova per assimilare il dono ricevuto, facendolo diventare una mentalitร  radicata e non la scelta di un momento. Questo รจ il secondo profondo insegnamento del battesimo: accetta, in altre parole, la legge dell’iniziazione, senza la quale ogni nostra scelta rischia di essere una grande illusione. Quante volte abbiamo preso delle decisioni che hanno avuto le gambe cortissime? Ci sono venute tante, tante cose in mente nella vita, no? Ne abbiamo fatte tante. Come mai molte cose sono morte subito? Perchรฉ senza una prova, senza un collaudo, senza un’iniziazione, i desideri della nostra libertร  sono come delle nubi di vapore che svaniscono dopo un po’, qualcosa che ci viene in mente e nel cuore. Non basta che la facciamo un giorno, ma dobbiamo provare a farla continuamente, allora diventa un modo di pensare e quindi anche di vivere, non forzato, non schematico, ma naturale. Invece noi pensiamo tante volte nella vita di poterci avventurare nelle scelte che facciamo cosรฌ, con la forza dei sentimenti, con l’emozione che proviamo in.

Alcuni momenti e poi ci troviamo fuori strada. Saltiamo l’esperienza faticosa del tirocinio, dove la nostra sensibilitร  viene messa a nudo per purificarsi dall’inganno del facile risultato e delle scorciatoie a buon mercato. Molte volte nella vita non รจ che siamo stati cattivi, siamo stati semplicemente inesperti, abbiamo fatto delle scelte, abbiamo firmato dei contratti prima di essere pronti a pagarne tutto il prezzo e poi abbiamo scoperto che il serbatoio era abbastanza vuoto. Matteo e Luca raccontano tre Tentazioni. Gesรน, no, Gesรน metterร , pensate un po’, sulla bocca di Pietro a metร  del vangelo la grande tentazione del nemico quando Pietro gli dirร : “Non ti accadrร  mai questo; non devi soffrire, non devi andare a Gerusalemme e soffrire“. E questo ci fa capire che la grande Tentazione che Gesรน per tutta la vita ha dovuto affrontare รจ non interrompere il cammino quando la sofferenza compariva all’orizzonte, perchรฉ questa รจ l’unica vera tentazione: recedere dalle nostre scelte quando cominciano a costarci, quando cominciamo a pagarne un po’ il prezzo. Tutti vorremmo continuare a fare delle cose senza mai pagare il prezzo che ogni cosa porta con sรฉ, non perchรฉ ci sia un prezzo da pagare nella vita, ma perchรฉ c’รจ un prezzo da pagare se vogliamo essere liberi nella vita, se non vogliamo chiedere a nessuno di fare quello che noi desideriamo fare o di comandare quello che solo noi possiamo scegliere liberamente di fare. Questo รจ l’unico prezzo che ci costa: una certa sofferenza, perchรฉ vuol dire confermare ogni giorno, in ogni circostanza, quello che il nostro cuore ha intuito ed รจ pronto a vivere, qualsiasi siano le condizioni. Noi viviamo in un tempo molto bello, pieno di grandi possibilitร  e libertร , ma il prezzo di tutto questo in genere non viene molto pubblicizzato. Viviamo in un tempo in cui si dice che possiamo fare tante cose, ma ci sono poche persone che dicono che il prezzo per fare qualsiasi cosa รจ molto bello, ma molto alto, perchรฉ si tratta non di fare delle cose, ma di diventare noi stessi nelle cose che facciamo. Per questo Gesรน nel Padre nostro, che sarร  la grande preghiera che scaturisce, no, dal suo battesimo e dal nostro battesimo, ci insegnerร  il coraggio di chiedere a Dio non di risparmiarci dai momenti di prova necessari per div.

Entare fedeli, non abbandonarci alla tentazione o alla prova, ma soltanto di preservarci dalla possibilitร  di non perdere noi stessi, ma “liberaci dal male“, perchรฉ questo รจ il vero male. Il vero male della vita non รจ soffrire e non รจ neanche morire, ma รจ perdere noi stessi, vivere senza riuscire a fare quello che veramente desideriamo e senza diventare quello che desideriamo essere. Questo รจ l’unico grande male da cui ogni giorno dobbiamo chiedere a Dio di salvarci. Tutto il resto ci puรฒ capitare, ma non ci puรฒ fare alcun male. Cosa succede a Gesรน dopo i 40 giorni nel deserto? Qual รจ il frutto di tutto questo tempo di purificazione? Marco รจ sempre molto sobrio: “Stava con le bestie selvatiche“. Non si sa bene chi sono queste bestie: potrebbero essere innanzitutto semplicemente gli animali che ci sono nel deserto, oppure simbolicamente potrebbero essere tutte le presenze che noi avvertiamo come minacciose, le tensioni, i nemici, il male fisico o morale. La cosa importante รจ che c’รจ un verbo all’imperfetto: stava, vuol dire che le tentazioni di Gesรน sono state appunto un tempo in cui Gesรน ha maturato la forza interiore per mantenere una posizione di fronte alla realtร , per non scappare di fronte ai nemici e alle insidie, ha imparato a stare nella complessitร  delle cose, nella difficoltร  delle scelte, nell’incertezza delle relazioni con gli altri. Cosa faceva Gesรน? Stava. Per questo si racconta nei Vangeli che molte volte Gesรน la mattina presto scappava dalle folle per ritrovare l’intimitร  con Dio, con il Padre. Quella preghiera mattutina era il suo segreto per continuare a stare nella realtร  senza paura, senza temere nessuno e senza imbarazzarsi mai di niente e di nessuna cosa. “E gli angeli lo servivano“. L’altra cosa che nel deserto Gesรน sembra imparare รจ a non procurarsi da solo le cose di cui ha bisogno. Eh, Questo era Dio! Eh, stiamo parlando del Figlio di Dio che impara nel deserto ad aver bisogno che gli altri lo servano e di vedere gli altri come possibili Angeli, portatori, messaggeri di qualcosa. E Questo ci ricorda che nella nostra umanitร  c’รจ questa grande dignitร  di di ricevere le cose, rinunciando alla tentazione, all’illusione di doverci sempre conquistare o produrre con le nostre forze le cose di cui abbiamo bisogno. Ha imparato a fidarsi della Provv.

Idenza. Una volta accettata la sfida di tutta questa vita in cui l’elemento della prova รจ costitutivo, Gesรน รจ pronto a liberare tutta la speranza di cui il suo cuore sembra traboccante. Lo fa esprimendo a parole il modo in cui lui vede la realtร : “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesรน andรฒ nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio e diceva: Il tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete nel Vangelo“. Nei Vangeli l’annuncio del regno iniziale di Gesรน รจ raccontato in modi diversi. Sappiamo bene che Matteo preferisce far dire a Gesรน le Beatitudini, dove il Figlio di Dio dice che siamo Beati nella misura in cui accettiamo quello che siamo e quello che ci ritroviamo ad essere. Nel racconto Lucano, la buona notizia viene esplicitata nella Sinagoga dove Gesรน dice sostanzialmente che se accettiamo la nostra povertร , le nostre malattie, allora la grazia di Dio arriva, l’anno di grazia del Signore puรฒ cominciare. Oppure nel Vangelo di Giovanni dove si racconta che a una festa in cui viene a mancare il vino. Ecco che questo torna. Sono tutti modi di inquadrare lo sguardo che Gesรน riesce ad avere sulla realtร . Nel Vangelo di Marco l’annuncio รจ piccolo, รจ minuscolo, eppure รจ pieno di luce, una luce che puรฒ mettere in fuga qualsiasi tenebra. Gesรน dice cosรฌ: “Il tempo รจ pieno, รจ compiuto“. Cioรจ, non serve guardare l’orologio e aspettare un’altra ora, va bene. Questo รจ quello che fa Gesรน dopo il suo Battesimo: guarda l’orologio e dice: รจ il momento giusto, รจ ora. รˆ come se per Gesรน ci sia una certezza: Dio puรฒ essere riconosciuto come Padre da tutti. Non c’รจ nessuna carne al mondo che non abbia piรน questo diritto di alzare lo sguardo verso il cielo e riconoscere in Dio, nell’origine della vita, il Padre, il Padre universale. Da qui nasce il suo sorriso di fronte alla realtร  ed รจ una grande gioia, ma che diventa subito una grande responsabilitร  per noi, perchรฉ questa bellissima notizia che Dio รจ Padre รจ come un’onda che deve rimanere viva nel tempo e nello spazio, cioรจ siamo noi che dobbiamo continuare a propagare questa buona notizia, altrimenti รจ chiaro che il dubbio rimane vedendo la malattia, la morte, l’ingiustizia e non ci sia un Padre a garantire la vita di tutti. Ma siccome Gesรน ha messo alla prova il suo cuore e sa che sarร  libero e cosci.

Ente di poter offrire la sua vita fino alla fine, allora puรฒ dire: “Il tempo รจ compiuto“, perchรฉ รจ disposto a vivere e a morire perchรฉ il Padre sia conosciuto e rivelato al mondo. Quindi รจ come se le prime parole di Gesรน abbiano la pretesa di essere l’annullamento del diritto che noi abbiamo ancora purtroppo di rimanere perplessi o delusi davanti alla realtร . รˆ come se Gesรน abbia gridato: basta essere perplessi o delusi davanti alla realtร , il tempo che vivete รจ bellissimo, รจ meraviglioso, non guardate indietro con nostalgia, non guardate in avanti con paura, rimanete dove siete e riconoscete il Padre perchรฉ il suo regno รจ vicino, รจ a portata di mano, รจ qui, non รจ altrove, in questa vita molto complessa dove il grano cresce con la zizzania, dove ci sono le luci e le tenebre, qui รจ il regno di Dio. Non si tratta naturalmente di svalutare o di banalizzare tutto quanto nella storia manca, scricchiola o รจ palesemente negato dal male e dall’ingiustizia. Gesรน dichiara il tempo compiuto, รจ il regno vicino perchรฉ nessuno ai suoi occhi sarร  piรน cosรฌ orfano da non poter ricevere l’adozione a figlio di Dio. Naturalmente รจ necessario convertirsi. Gesรน pone subito una grande condizione: “Questo รจ il Vangelo: il tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino“. Questo รจ il nucleo della buona notizia: “convertitevi e provate a credere a questa buona notizia“. Non basta raccontare qualcosa di bello, รจ necessario che quello di bello che noi raccontiamo nasca dalla posizione della nostra vita, perchรฉ solo questo vangelo รจ credibile e genera conversione. Quindi la conversione al vangelo di di Gesรน non รจ una questione morale, non bisogna fare qualcosa per produrre la realtร  di cui lui ci parla, ma esige un cambiamento se noi la prendiamo sul serio. Se Dio รจ nostro padre e il regno di Dio รจ qui in mezzo a noi, allora possiamo cominciare a vivere da fratelli e sorelle e questo ha implicazioni molto concrete, molto serie, oggi, non domani. Questa รจ la scelta che pone il battesimo di Gesรน a noi. Per concludere, in questo anno santo del Giubileo siamo chiamati a rimanere ancorati in Cristo, abbiamo detto, cercando di trovare in lui una speranza sicura per la nostra vita. Il segno di adesione a questa speranza รจ l’attraversamento della Porta Santa, un gesto che ci ricorda come dobbia.

Mo continuamente entrare nella vita di Cristo. Il battesimo che abbiamo contemplato non รจ soltanto un evento della sua vita, ma รจ un segno che vuole illuminare anche la nostra, mostrandoci alcuni movimenti esistenziali che anche noi siamo chiamati a compiere. Il primo รจ la capacitร  di metterci da parte e dare la precedenza all’altro, decentrarsi. Ma quando anche ci mettono alla prova e ci sfidano. Il secondo movimento che possiamo compiere รจ quello della Conversione, intesa come un continuo esercizio di verifica interiore del nostro cuore, un profondo cambiamento del nostro modo di vedere e di giudicare che assimila la logica del Vangelo. Infine, il terzo movimento, che forse รจ il piรน difficile e decisivo: rimanere con fiducia dentro la realtร , senza fuggire o sublimare. Il battesimo di Cristo lo immerge nel fiume della vita senza risparmiargli le tensioni, le prove e le contraddizioni. Anche noi siamo chiamati a restare saldi nel nostro tempo con tutte le sue complessitร  e le sue sfide, senza cercare rifugi artificiali. Solo cosรฌ possiamo riconoscere che nella realtร  il nostro cammino รจ abitato da una presenza certa, quella di Dio, il Padre che รจ con noi e mai ci abbandona. Preghiamo: Padre Santo, che nel battesimo del tuo amato Figlio hai manifestato la tua bontร  per gli uomini, concedi a coloro che sono stati rigenerati nell’acqua e nello spirito di vivere con pietร  e giustizia in questo mondo per ricevere in ereditร  la vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.