Alle ore 9 di questa mattina, nella Cappella Redemptoris Mater, il Predicatore della Casa Pontificia, Rev.do P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la quinta ed ultima Predica di Quaresima.
Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente:
โRivestitevi del Signore Gesรน Cristoโ (Romani 13,14).
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...โINDOSSIAMO LE ARMI DELLAโ
La purezza cristiana
Testo della predica
Nel nostro commento alla parenesi della Lettera ai Romani, siamo giunti al punto dove si dice:
โLa notte รจ avanzata il giorno รจ vicino. Gettiamo via perciรฒ le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impuritร e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesรน Cristo e non seguite la carne nei suoi desideriโ (Rm 13, 12-14).
SantโAgostino, nelle Confessioni ci narra il posto che questo brano ebbe nella sua conversione. Era giunto ormai a unโadesione quasi totale alla fede. Ma cโera una cosa che lo tratteneva: la paura di non riuscire a vivere casto. Viveva, come si sa, con una donna senza essere sposato.
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Era nel giardino della casa che lo ospitava, in preda a questa lotta interiore e con le lacrime agli occhi, quando, da una casa vicina, udรฌ provenire una voce, come di bimbo o di bimba, che andava ripetendo: โTolle, lege!, Prendi, leggi; prendi, leggi!โ. Interpretรฒ tali parole come un invito di Dio e, avendo a portata di mano il libro delle Epistole di san Paolo, lo aprรฌ a caso, deciso a considerare come volontร di Dio la prima frase sulla quale il suo sguardo fos-
se caduto. La parola sulla quale cadde il suo sguardo fu, appunto, quella della Lettera ai Romani che abbiamo appena ricordato. Dentro di lui brillรฒ una luce di sicurezza (lux securitatis), che fece scomparire tutte le tenebre dellโincertezza. Sapeva ormai che, con lโaiuto di Dio, poteva essere casto.
Le cose che lโApostolo, in quel brano, chiama โopere delle tenebreโ sono le stesse che altrove definisce โdesideri, o opere, della carneโ (cf Rm 8, 13; Gal 5, 19) e le cose che chiama โarmi della luceโ sono le stesse che altrove chiama โopere dello Spiritoโ, o โfrutti dello Spiritoโ (cf Gal 5, 22). Tra queste opere della carne รจ messa in rilievo, con due termini (koite e aselgeia), la dissolutezza sessuale, alla quale viene contrapposta lโarma della luce che รจ la purezza.
LโApostolo non si dilunga, nel presente contesto, a parlare di questo aspetto della vita cristiana; ma dalla lista dei vizi, posta allโinizio della Lettera (cf Rm 1, 26 ss), sappiamo quanta importanza esso rivestisse ai suoi occhi. San Paolo stabilisce un nesso strettissimo tra purezza e santitร e tra purezza e Spirito Santo:
โQuesta รจ la volontร di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dallโimpudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santitร e rispetto; non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello; perchรฉ il Signore รจ vindice di tutte queste coseโฆ Dio non ci ha chiamati allโimpuritร , ma alla santificazione. Perciรฒ chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spiritoโ (1 Ts 4, 3-8).
Cerchiamo dunque di raccogliere questโultima โesortazioneโ della parola di Dio, approfondendo il frutto dello Spirito che รจ la purezza.
- Le motivazioni cristiane della purezza
Nella Lettera ai Galati san Paolo scrive: โIl frutto dello Spirito รจ amore, gioia pace, pazienza, benevolenza bontร , fedeltร , mitezza, dominio di sรฉโ (Gal 5, 22). Il termine greco originale, che traduciamo con โdominio di sรฉโ รจ enkrateia. Esso ha una gamma di significati molto ampia; si puรฒ esercitare, infatti, il dominio di sรฉ nel mangiare, nel parlare, nel trattenersi dallโira, eccetera. Qui, perรฒ, come, del resto, quasi sempre nel Nuovo Testamento, esso sta a significare il dominio di sรฉ in una sfera ben precisa della persona e cioรจ nellโambito della sessualitร . Lo desumiamo dal fatto che, poco sopra, elencando le โopere della carneโ, lโApostolo chiama porneia, cioรจ impuritร , la cosa che si oppone al dominio di sรฉ (รจ lo stesso termine da cui deriva โpornografiaโ!).
Nelle traduzioni moderne della Bibbia, il termine porneia viene reso ora con prostituzione, ora con impudicizia, ora con fornicazione o adulterio e ora con altri vocaboli. Lโidea di fondo contenuta nel termine รจ, tuttavia, quella di โvendersiโ, di alienare il proprio corpo, quindi di prostituirsi (pernemi, in greco, significa โmi vendoโ). Adoperando tale termine per indicare pressochรฉ tutte le manifestazioni di disordine sessuale, la Bibbia viene a dire che ogni peccato di impuritร รจ, in certo senso, un prostituirsi, un vendersi.
I termini usati da san Paolo ci dicono, dunque, che sono possibili, verso il proprio corpo e la propria sessualitร , due atteggiamenti contrapposti, uno frutto dello Spirito e lโaltro opera della carne; uno virtรน e lโaltro vizio. Il primo atteggiamento รจ conservare il dominio di sรฉ e del proprio corpo; il secondo รจ, invece, vendere o alienare il proprio corpo, cioรจ disporre della sessualitร a proprio piacimento, per scopi utilitaristici e diversi da quelli per i quali รจ stata creata; un fare dellโatto sessuale un atto venale, anche se lโutile non รจ sempre costituito dal denaro, come nel caso della prostituzione vera e propria, ma anche dal piacere egoistico fine a se stesso.
Quando si parla della purezza e dellโimpuritร in semplici elenchi di virtรน o di vizi, senza approfondire la materia, il linguaggio del Nuovo Testamento non differisce molto da quello dei moralisti pagani. Anche i moralisti pagani, stoici ed epicurei, esaltavano il dominio di sรฉ (la enkrateia), ma solo in funzione della quiete interiore, della impassibilitร (apatheia), dellโauto-padronanza; la purezza era governata, presso di loro, dal principio della โretta ragioneโ.
In realtร , perรฒ, dentro questi vecchi vocaboli pagani, cโรจ ormai un contenuto del tutto nuovo che scaturisce, come sempre, dal kerigma. Ciรฒ รจ giร visibile nel nostro testo, dove alla dissolutezza sessuale viene opposto, in modo assai significativo, come suo contrario, il โrivestirsi del Signore Gesรน Cristoโ. I primi cristiani erano in grado di cogliere questo contenuto nuovo, perchรฉ esso era oggetto di catechesi specifica in altri contesti. Esaminiamo ora una di queste catechesi specifiche sulla purezza, per scoprire il vero contenuto e le vere motivazioni cristiane di questa virtรน che discendono dallโevento pasquale di Cristo. Si tratta del testo di 1 Cor 6, 12-20.
Pare che i Corinzi โ forse travisando una frase dellโApostolo โ adducessero il principio: โtutto mi รจ lecitoโ, per giustificare anche i peccati di impuritร . Nella risposta dellโApostolo รจ contenuta una motivazione assolutamente nuova della purezza che scaturisce dal mistero di Cristo. Non รจ lecito โ egli dice โ darsi allโimpudicizia (porneia), non รจ lecito vendersi, o disporre di sรฉ a proprio piacimento, per il semplice fatto che noi non ci apparteniamo piรน, non siamo nostri, ma di Cristo. Non si puรฒ disporre di ciรฒ che non รจ nostro: โNon sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo [โฆ] e che non appartenete a voi stessi?โ (1 Cor 6, 15.19).
La motivazione pagana รจ, in certo senso, rovesciata; il valore supremo da salvaguardare non รจ piรน il dominio di sรฉ, ma il โnon-dominio di sรฉโ. โIl corpo non รจ per lโimpudicizia ma per il Signore!โ (1 Cor 6, 13): la motivazione ultima della purezza รจ, dunque, che โGesรน รจ il Signore!โ. La purezza cristiana, in altre parole, non consiste tanto nello stabilire il dominio della ragione sugli istinti, quanto nello stabilire il dominio di Cristo su tutta la persona, ragione e istinti.
Questa motivazione cristologica della purezza รจ resa piรน impellente da quello che san Paolo aggiunge nel medesimo testo: noi non siamo solo genericamente โdiโ Cristo, come sua proprietร o cosa sua; siamo il corpo stesso di Cristo, le sue membra! Questo rende tutto immensamente piรน delicato, perchรฉ vuol dire che, commettendo lโimpuritร , io prostituisco il corpo di Cristo, compio una sorta di odioso sacrilegio; uso โviolenzaโ al corpo del Figlio di Dio. Dice lโApostolo: โPrenderรฒ dunque le membra di Cristo e ne farรฒ membra di una prostituta?โ (1 Cor 6, 15).
A questa motivazione cristologica, si aggiunge poi subito quella pneumatologica, cioรจ riguardante lo Spirito Santo: โO non sapete che il vostro corpo รจ tempio dello Spirito Santo che รจ in voi?โ (1 Cor 6, 19). Abusare del proprio corpo รจ dunque profanare il tempio di Dio; ma se uno distruggerร il tempio di Dio, Dio distruggerร lui (cf 1 Cor 3, 17). Commettere impuritร รจ โcontristare lo Spirito Santo di Dioโ (cf Ef 4, 30).
Accanto alle motivazioni cristologica e pneumatologica, lโApostolo accenna anche a una motivazione escatologica, che si riferisce, cioรจ, al destino ultimo dellโuomo: โDio, che ha risuscitato il Signore risusciterร anche noiโ (1 Cor 6, 14). Il nostro corpo รจ destinato alla risurrezione; รจ destinato a partecipare, un giorno, alla beatitudine e alla gloria dellโanima. La purezza cristiana non si basa sul disprezzo del corpo, ma al contrario sulla stima grande della sua dignitร . Il Vangelo โ dicevano i Padri della Chiesa nel combattere gli gnostici โ non predica la salvezza โdallaโ carne, ma la salvezza โdellaโ carne. Coloro che ritengono il corpo una โveste estraneaโ, destinata a essere abbandonata quaggiรน, non possiedono i motivi che ha il cristiano per conservarla immacolata.
LโApostolo conclude questa sua catechesi sulla purezza con lโappassionato invito: โGlorificate, dunque, Dio nel vostro corpo!โ (1 Cor 6, 20). Il corpo umano รจ dunque per la gloria di Dio ed esprime questa gloria quando la persona vive la propria sessualitร e la sua intera corporeitร in obbedienza amorosa alla volontร di Dio, che รจ come dire: in obbedienza al senso stesso della sessualitร , alla sua natura intrinseca e originaria che non รจ quella di vendersi, ma quella di donarsi.
Tale glorificazione di Dio attraverso il proprio corpo non esige necessariamente la rinuncia allโesercizio della propria sessualitร . Nel capitolo immediatamente successivo, cioรจ in 1 Cor 7, san Paolo spiega, infatti, che tale glorificazione di Dio si esprime in due modi e in due carismi diversi: o attraverso il matrimonio, o attraverso la verginitร . Glorifica Dio nel suo corpo la vergine e il celibe, ma lo glorifica anche chi si sposa, purchรฉ ognuno viva le esigenze del proprio stato.
- Purezza, bellezza e amore del prossimo
Nella luce nuova scaturita dal mistero pasquale e illustrataci fin qui da san Paolo, lโideale della purezza occupa un posto privilegiato in ogni sintesi della morale cristiana del Nuovo Testamento. Non cโรจ, si puรฒ dire, una lettera di san Paolo in cui egli non dedichi a esso uno spazio, quando descrive la vita nuova nello Spirito (cf per esempio, Ef 4, 17 โ 5, 33; Col 3, 5-12). Tale esigenza fondamentale di purezza si specifica, di volta in volta, secondo i diversi stati di vita dei cristiani. Le epistole pastorali mostrano come deve configurarsi la purezza nei giovani, nelle donne, negli sposati, negli anziani, nelle vedove, nei presbiteri e nei vescovi; ci presentano la purezza nelle sue varie facce di castitร , fedeltร coniugale, sobrietร , continenza, verginitร , pudore.
Nel suo insieme, questo aspetto della vita cristiana determina quello che il Nuovo Testamento โ in modo speciale, le Epistole pastorali โ chiama la โbellezzaโ o il carattere โbelloโ della vocazione cristiana, che, fondendosi con lโaltro tratto, quello della bontร , forma lโideale unico della โbuona bellezzaโ, o della โbella bontร โ (in Greco, kalokagathia). La tradizione cristiana, chiamando la purezza la โbella virtรนโ, ha raccolto questa visione biblica, che esprime, nonostante gli abusi e le accentuazioni troppo unilaterali che pure ci sono stati, qualcosa di profondamente vero. Purezza, anche nel linguaggio comune, รจ sinonimo di bellezza!
Tale purezza รจ uno stile di vita, piรน che una singola virtรน. Ha una gamma di manifestazioni che va al di lร della sfera propriamente sessuale. Cโรจ una purezza del corpo, ma cโรจ anche una purezza del cuore che rifugge, non solo dagli atti, ma anche dai desideri e dai pensieri โbruttiโ (cf Mt 5, 8.27-28). Cโรจ poi una purezza della bocca che consiste, negativamente, nellโastenersi da parole oscene, da volgaritร e insulsaggini (cf Ef 5, 4; Col 3, 8) e, positivamente, nella sinceritร e schiettezza del parlare, cioรจ nel dire: โsรฌ, sรฌโ e โno, noโ, a imitazione dellโAgnello immacolato โnella cui bocca non si trovรฒ ingannoโ (cf 1 Pt 2, 22).
Cโรจ infine una purezza o limpidezza degli occhi e dello sguardo. Lโocchio โ diceva Gesรน โ รจ la lucerna del corpo; se lโocchio รจ puro e chiaro, tutto il corpo รจ nella luce (cf Mt 6, 22 s; Lc 11, 34). San Paolo usa unโimmagine molto suggestiva per indicare questo stile di vita nuovo: dice che i cristiani, nati dalla Pasqua di Cristo, devono essere degli โazzimi di purezza e di sinceritร โ (cf 1 Cor 5, 8). Il termine usato qui dallโApostolo โ eilikrinรฉia โ contiene, per sรฉ, lโimmagine di una โtrasparenza solareโ (eile, splendore solare e krino, giudico). Nel nostro stesso testo egli parla della purezza come di unโโarma della luceโ.
Oggigiorno, si tende a contrapporre tra di loro i peccati contro la purezza e i peccati contro il prossimo e si tende a considerare vero peccato solo quello contro il prossimo; si ironizza, talvolta, sul culto eccessivo accordato, in passato, alla โbella virtรนโ. Questo atteggiamento, in parte, รจ spiegabile. La morale aveva accentuato troppo unilateralmente, in passato, i peccati della carne, fino a creare, talvolta, delle vere e proprie nevrosi, a scapito dellโattenzione ai doveri verso il prossimo e a scapito della stessa virtรน della purezza che veniva, in tal modo, immiserita e ridotta a virtรน quasi solo negativa, la virtรน di saper dire di no. Ora perรฒ si รจ passati allโeccesso opposto e si tende a minimizzare i peccati contro la purezza, a vantaggio (spesso soltanto verbale) di unโattenzione al prossimo.
Lโerrore di fondo sta nel contrapporre queste due virtรน. La parola di Dio, lungi dal contrapporre purezza e caritร , le collega invece strettamente tra di loro. Basta leggere la continuazione del brano della Prima lettera ai Tessalonicesi che ho citato allโinizio, per rendersi conto di come le due cose siano tra loro interdipendenti secondo lโApostolo (cf 1 Ts 4, 3-12). Il fine unico di purezza e caritร รจ di poter condurre una vita โpiena di decoroโ, cioรจ integra in tutte le sue relazioni, sia in relazione a sรฉ stessi che in relazione agli altri. Nel nostro testo, lโApostolo riassume tutto ciรฒ con lโespressione: โcomportarsi onestamente come in pieno giornoโ (cf Rm 13, 13).
Purezza e amore del prossimo stanno tra loro come dominio di sรฉ e donazione agli altri. Come posso donarmi, se non mi possiedo, ma sono schiavo delle mie passioni? ร una illusione quella di credere di poter mettere insieme un autentico servizio ai fratelli, che richiede sempre sacrificio, altruismo, dimenticanza di sรฉ e generositร , e una vita personale disordinata, tesa tutta a compiacere sรฉ stessi e le proprie passioni. Si finisce, inevitabilmente, per strumentalizzare i fratelli, come si strumentalizza il proprio corpo. Non sa dire dei โsรฌโ ai fratelli chi non sa dire dei โnoโ a se stesso.
Una delle โscuseโ che piรน contribuiscono a favorire il peccato di impuritร , nella mentalitร della gente, e a scaricarlo di ogni responsabilitร รจ che, tanto, esso non fa del male ad alcuno, non viola i diritti e la libertร degli altri, a meno โ si dice โ che si tratti di violenza carnale. Ma a parte il fatto che esso viola il diritto fondamentale di Dio di dare una legge alle sue creature, questa โscusaโ รจ falsa anche nei confronti del prossimo. Non รจ vero che il peccato di impuritร finisce con chi lo commette. Cโรจ una solidarietร tra loro di tutti i peccati. Ogni peccato, dovunque e da chiunque venga commesso, contagia e inquina lโambiente morale dellโuomo; questo contagio รจ chiamato da Gesรน โlo scandaloโ ed รจ condannato da lui con alcune delle parole piรน terribili di tutto il Vangelo (cf Mt 18, 6 ss; Mc 9, 42 ss; Lc 17, 1 s). Anche i cattivi pensieri che ristagnano nel cuore, secondo Gesรน, inquinano lโuomo e quindi il mondo: โDal cuore provengono i propositi malvagi; gli omicidi gli adultรจri le prostituzioniโฆ Queste sono le cose che inquinano lโuomoโ (Mt 15, 19-20).
Ogni peccato produce unโerosione dei valori e tutti insieme creano quella che Paolo definisce โla legge del peccatoโ e di cui illustra il terribile potere su tutti gli uomini (cf Rm 7, 14 ss). Nel Talmud ebraico si legge un apologo che illustra bene la solidarietร che cโรจ nel peccato e il danno che ogni peccato, anche personale, reca agli altri: โAlcune persone si trovavano a bordo di una barca. Una di esse prese un trapano e cominciรฒ a fare un buco sotto di sรฉ. Gli altri passeggeri, vedendo, gli dissero: โ Che fai? โ Egli rispose: Che cosa importa a voi? Non sto forse facendo il buco sotto il mio sedile? โ Ma essi replicarono: โ Sรฌ, ma lโacqua entrerร e ci annegherร tutti!โ. La natura stessa ha cominciato a inviarci sinistri segnali di protesta contro certi moderni abusi ed eccessi nella sfera della sessualitร .
- Purezza e rinnovamento
Studiando la storia delle origini cristiane, si vede con chiarezza che due furono i principali strumenti con cui la Chiesa riuscรฌ a trasformare il mondo pagano di allora; il primo fu lโannuncio della Parola, il kerygma, e il secondo la testimonianza di vita dei cristiani, la martyria; e si vede come, nellโambito della testimonianza di vita, due furono, di nuovo, le cose che maggiormente stupivano e convertivano i pagani: lโamore fraterno e la purezza dei costumi. Giร la Prima lettera di Pietro accenna allo stupore del mondo pagano di fronte al tenore di vita cosรฌ diverso dei cristiani. Scrive:
โBasta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni; nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizioneโ (1 Pt 4, 3-4).
Gli Apologisti โ cioรจ gli scrittori cristiani che scrivevano in difesa della fede, nei primi secoli della Chiesa โ attestano che il tenore di vita puro e casto dei cristiani era, per i pagani, qualcosa di โstraordinario e incredibileโ. In particolare, ebbe un impatto straordinario sulla societร pagana il risanamento della famiglia, che le autoritร del tempo volevano riformare, ma di cui erano impotenti a frenare il disfacimento. Uno degli argomenti sui quali san Giustino martire basa la sua Apologia indirizzata allโimperatore Antonino Pio, รจ questa: gli imperatori romani sono preoccupati di risanare i costumi e la famiglia e si sforzano di emanare, a tale scopo, opportune leggi, che si rivelano, perรฒ, insufficienti. Ebbene, perchรฉ non riconoscere quello che sono state capaci di ottenere le leggi cristiane presso coloro che le hanno accolte e lโaiuto che esse possono dare anche alla societร civile?
Non bisogna pensare che la comunitร cristiana fosse tutta esente da disordini e peccati in materia sessuale. San Paolo aveva dovuto riprendere un caso, addirittura, di incesto nella comunitร di Corinto. Ma tali peccati venivano chiaramente riconosciuti come tali, denunciati e corretti. Non si esigeva di essere senza peccato, in questa materia, come nel resto, ma di lottare contro il peccato.
Ora facciamo un salto dalle origini cristiane ai nostri giorni. Qual รจ la situazione del mondo dโoggi, riguardo alla purezza? La stessa, se non peggiore, di quella di allora! Noi viviamo in una societร che, in fatto di costumi, รจ ripiombata in pieno paganesimo e in piena idolatria del sesso. La tremenda denuncia che san Paolo fa del mondo pagano, allโinizio della Lettera ai Romani, si applica, punto per punto, al mondo dโoggi, specie nelle societร cosiddette del benessere (cf. Rm 1, 26-27.32).
Anche oggi, non solo si fanno queste cose e altre peggiori, ma si tenta anche di giustificarle, di giustificare cioรจ, ogni licenza morale e ogni perversione sessuale, purchรฉ โ si dice โ essa non faccia violenza agli altri e non leda la libertร altrui. Si distruggono famiglie intere e si dice: che male cโรจ? ร indubbio che certi giudizi della morale sessuale tradizionale andavano rivisti e che le moderne scienze dellโuomo hanno contribuito a fare luce su certi meccanismi e condizionamenti della psiche umana che tolgono o diminuiscono la responsabilitร morale di certi comportamenti considerati, un tempo, peccaminosi.
Ma questo progresso non ha nulla a che vedere con il pansessualismo di certe teorie pseudo scientifiche e permissiviste che tende a negare ogni norma oggettiva in fatto di morale sessuale, riducendo tutto a un fatto di evoluzione spontanea dei costumi, cioรจ a un fatto di cultura. Se esaminiamo da vicino quella che viene chiamata la rivoluzione sessuale dei nostri giorni, ci accorgiamo, con spavento, che essa non รจ semplicemente una rivoluzione contro il passato, ma รจ, spesso, anche una rivoluzione contro Dio e talvolta contro la stessa natura umana.
- Puri di cuore!
Ma non voglio indugiare troppo a lungo a descrivere la situazione in atto intorno a noi, che, del resto, tutti conosciamo bene. A me preme, infatti, di scoprire e trasmettere cosa Dio vuole da noi cristiani in tale situazione. Dio ci chiama alla stessa impresa alla quale chiamรฒ i nostri primi fratelli di fede: a โopporci a questo torrente di perdizioneโ. Ci chiama a far risplendere di nuovo, davanti agli occhi del mondo, la โbellezzaโ della vita cristiana. Ci chiama a lottare per la purezza. A lottare con tenacia e umiltร ; non necessariamente a essere, tutti e subito, perfetti.
Oggi cโรจ qualcosa di nuovo che lo Spirito Santo ci chiama a fare: ci chiama a testimoniare al mondo lโinnocenza originaria delle creature e delle cose. Il mondo รจ sprofondato molto in basso; il sesso โ รจ stato scritto โ ci รจ salito al cervello a tutti. Occorre qualcosa di molto forte, per rompere questa specie di narcosi e di ubriacatura di sesso. Occorre ridestare nellโuomo la nostalgia di innocenza e di semplicitร che egli porta struggente nel suo cuore, anche se tanto spesso ricoperta di fango.
Non di una innocenza di creazione che non cโรจ piรน, ma di una innocenza di redenzione che ci รจ stata ridonata da Cristo e che ci รจ offerta nei sacramenti e nella parola di Dio. San Paolo addita questo programma quando scrive ai Filippesi: โSiate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vitaโ (Fil 2, 15 s). ร questo quello che lโApostolo chiama, nel nostro testo, โindossare le armi della luceโ.
Non basta piรน una purezza fatta di paure, di tabรน, di divieti, di fuga reciproca tra lโuomo e la donna, come se lโuna fosse, sempre e necessariamente, unโinsidia per lโaltro e un potenziale nemico, piรน che un โaiutoโ. In passato, la purezza si era ridotta, talvolta, almeno nella pratica, proprio a questo complesso di tabรน, di divieti, e di paure, come se fosse la virtรน a doversi vergognare davanti al vizio e non, invece, il vizio a doversi vergognare davanti alla virtรน.
Dobbiamo aspirare, grazie alla presenza in noi dello Spirito, a una purezza che sia piรน forte del vizio contrario; una purezza positiva, non solo negativa, che sia in grado di farci sperimentare la veritร di quella parola dellโApostolo: โTutto รจ puro per chi รจ puro!โ (Tt 1, 15) e di questโaltra parola della Scrittura: โColui che รจ in voi รจ piรน grande di colui che รจ nel mondoโ (1 Gv 4, 4).
Dobbiamo cominciare con il risanare la radice che รจ il โcuoreโ, perchรฉ รจ da lรฌ che esce tutto ciรฒ che inquina veramente la vita di una persona (cf Mt 15, 18 s). Diceva Gesรน: โBeati i puri di cuore, perchรฉ vedranno Dio!โ (Mt 5, 8). Essi vedranno veramente, cioรจ avranno occhi nuovi per vedere il mondo e Dio, occhi limpidi che sanno scorgere ciรฒ che รจ bello e ciรฒ che รจ brutto, ciรฒ che รจ veritร e ciรฒ che รจ menzogna, ciรฒ che รจ vita e ciรฒ che รจ morte. Occhi insomma come quelli di Gesรน. Con quale libertร Gesรน poteva parlare di tutto: dei bambini, della donna, della gestazione, del partoโฆ Occhi come quelli di Maria. La purezza non consiste piรน, allora, nel dire โnoโ alle creature, ma nel dire a esse โsรฌโ; sรฌ in quanto creature di Dio che erano, e restano, โmolto buoneโ.
Noi non ci illudiamo. Per poter dire questo โsรฌโ, bisogna passare attraverso la croce, perchรฉ dopo il peccato, il nostro sguardo sulle creature si รจ intorbidito; si รจ scatenata in noi la concupiscenza; la sessualitร non รจ piรน pacifica, รจ diventata una forza ambigua e minacciosa che ci trascina contro la legge di Dio, a dispetto della nostra stessa volontร . Le cronache quotidiane, ahimรจ, anche tra il clero e le persone consacrate, si incaricano di ricordarci questa triste realtร . Nella prima meditazione di questa Quaresima abbiamo insistito su un aspetto particolarmente attuale e necessario della mortificazione: quella degli occhi. Un sano digiuno dalle immagini รจ oggi piรน importante che il digiuno dai cibi e dalle bevande.
Termino richiamando alla mente lโesperienza di santโAgostino ricordata allโinizio. Dopo quella esperienza il santo inventรฒ una preghiera tutta sua per ottenere la castitร : โSignore, disse, tu mi comandi di essere casto. Ebbene, dammi ciรฒ che mi comandi e poi comandami quello che vuoiโ. Una preghiera che tutti possiamo fare nostra, ricordando che in questo, come in ogni altro campo, senza la grazia di Dio non possiamo far nulla.
1.S. Agostino, Confessioni, VIII, 11-12.